“Champagne, vino e formaggi, quattro spigolone, venti scampi, ostriche imperiali, cinquanta noci bianche, cinquanta cozze pelose, due chili di seppioline allievi locali di Molfetta e otto astici”. E’ il lungo elenco del pacco per Natale destinato al sindaco di Bari Michele Emiliano. Era identico a quello destinato al senatore Tedesco. Mittente: Gennaro Degennaro, l’ex consigliere regionale del Pd arrestato in seguito allo scandalo degli appalti denominato “parcheggiopoli”.

INCONTRI E INTERMEDIARI – sulla fosca vicenda degli appalti truccati spunta fuori anche il nome del sindaco, almeno nelle intercettazioni dell’inchiesta barese. Il sindaco non è indagato e non c’è il sospetto di una mazzetta, ma la storia a proposito dell’inchiesta delle Procura di Bari sul gruppo Dec non è per niente edificante per il sindaco. Secondo gli investigatori, infatti, proprio Emiliano era uno dei referenti politici, forse il principale, del gruppo Degennaro, tanto che la procura scrive: “Tra il 2007 e il 2008 gli incontri tra il sindaco di Bari e gli esponenti della famiglia avvenivano non di rado”. Si incontravano direttamente oppure tramite l’utilizzo di un messaggero, Antonio Ricco, anche lui indagato. Oltre alle amicizie politiche, la Dec aveva un’importante sponda nell’ufficio tecnico, più nello specifico con il capo dei lavori pubblici Vito Nitti.

ASSUNZIONI A RICHIESTA – Ma che cosa viene addebitato a Emiliano? Al sindaco non viene contestato di aver ricevuto vantaggi dal rapporto con i De Gennaro, ma nelle carte ci sono una serie di vicende che testimoniano qualcosa di più di un semplice rapporto. Quando riceve il pacco di Natale, Emiliano si lamenta di non avere il ghiaccio per conservare gli alimenti. Degennaro provvede subito a inviarglielo. Tra le annotazioni della Finanza c’è anche un’assunzione. Secondo quanto racconta tale Murgolo dell’ufficio personale del gruppo De Gennaro, il sindaco ne avrebbe richiesta una. Scrivono i finanzieri: “Murgolo avvisava Corona di avere avuto disposizioni da Vito Degennaro di assumere tale Michele Ragone ‘praticamente è una persona che deve essere per forza… assunta’ presso il cantiere di Bitonto”.

BOCCIA, LETTIERI E GLI ALTRI AMICI DEI DEGENNARO – Ma non solo, lo scandalo si sta allargando davvero sempre di più, fino a coinvolgere direttamentela Margherita.”Emergeva la sudditanza dei rappresentanti politici che seguivano le disposizioni dei rappresentanti politici che seguivano le disposizioni impartite dall’imprenditore”. I contatti sia a livello locale sia a livello nazionale. Secondo gli investigatori Vito Degennaro “poteva vantare illustri conoscenze di esponenti del governo quali Mario Lettieri (sottosegretario del governo Prodi) e Francesco Boccia, consigliere economico del ministro dell’industria Enrico Letta”. Il gruppo di Degennaro tentò, senza riuscirci, di modificarela Finanziariadel 2008. Degennaro viene fermato da Di Pietro e lui se ne lamenta con un uomo vicino a Boccia: “Andrò a votare chi veramente c’ha i coglioni sotto… Allora mi pare che qui Di Pietro c’ha i coglioni sotto e voi non ce li avete”.

“POLITICA ASSERVITA ALL’IMPRENDITORIA” – “I rapporti con la politica – scrivono i pm – rappresentano un capitolo importante del sistema Degennaro. La forte influenza politica dei Degennaro, il ruolo all’interno delle formazioni politiche di maggioranza nel governo regionale e comunale, li rendono non semplicemente interlocutori privilegiati, ma tali da non far percepire neppure la alterità rispetto alla pubblica amministrazione della impresa privata”. Secondo gli investigatori, dunque, i Degennaro sarebbero riusciti a entrare nel tessuto politico e asservirsene. “Non vi è dubbio che il potere del gruppo Degennaro sia garantito da un fortissimo appoggio politico, in alcuni casi persino incondizionato se non servile, in altri episodico ma comunque significativo”.

I FAVORI DI MARTINELLI – Stando alla ricostruzione dei pm, l’ex assessore Emanuele Martinelli “era solito chiedere” ai Degennaro “favori come i lavori per il suo amico sacerdote”, “era solito segnalare soggetti per l’acquisto di posti auto per il realizzando parcheggio di piazza Cesare Battisti”, e avrebbe “richiesto in più occasioni assunzioni”.

EMILIANO: “ERRORE CANDIDARLO” – Ed Emiliano ammette: “E’ stato un errore candidarlo. Tutta la storia di De Gennaro in politica è stata un errore politico che va ammesso. Ma tra un errore politico e la connivenza c’è un abisso”,  e sostiene: “Comincio a pensare che dobbiamo evitare di candidare imprenditori: i loro pasticci ricadono su di noi”. L’assessore ai Lavori pubblici, Marco Lacarra, se la prende con chi ha sostenuto che molti appalti pubblici siano stati affidati alla Dec. “È falso. L’unica opera pubblica appaltata alla Dec, dal2004 aoggi, è quella per il direzionale del San Paolo”.

BLASI: “IL PARTITO VITTIMA DEI GRANDI INTERESSI” – “Sono amareggiato, mortificato. Non è questo il mio Pd. Non è una giustificazione, ma qualcuno mi dia atto che io l’allarme l’avevo lanciato. Ora correggiamo la rotta. A tutti i livelli. Diamo vita subito a un comitato dei saggi che valuti le candidature. Predisponiamo subito una legge regionale sul conflitto d’intesse. Subito. Prima chela Primaverapugliese si trasformi in autunno”. Lo afferma il segretario regionale del Pd Blasi al Corriere del Mezzogiorno, esprimendo tutto il suo malessere per quello che è accaduto.

I DEGENNARO: “E’ UN COMPLOTTO DELLA CONCORRENZA” – Ai dipendenti del gruppo Dec viene detto di stare tranquilli, e che è tutto a posto. Un contabile del gruppo ha dichiarato al Corriere del Mezzogiorno: “Il nostro è un gruppo solidissimo questa vicenda si risolverà senza problemi per noi e le nostre aziende. Siamo convinti che questo polverone sia stato alzato su segnalazione di qualcuno della concorrenza che potrà nel frattempo trarre vantaggio. Ma si sistemerà tutto. Siamo fiduciosi”.

EMILIANO SU FACEBOOK “Sto raccogliendo tutte le carte e le informazioni per rispondere punto per punto alle notizie che in questi giorni stanno uscendo a mezzo stampa e che toccano direttamente la mia onorabilità. È chiaro che la rappresentazione che viene data dell’Amministrazione e della mia persona mi fa soffrire, ma come ho detto intendo ripristinare al più presto la verità dei fatti. In questo momento sto studiando di buona lena le carte a mia disposizione e spero al più presto che il giudice autorizzi la consegna al Comune di tutti gli atti depositati. Sto lavorando per difendere non solo me stesso ma tutti coloro che hanno creduto in me”. Lo scrive sul suo profilo Facebook il sindaco di Bari, Michele Emiliano, a proposito degli stralci pubblicati oggi dai quotidiani, relativi al fascicolo di inchiesta che ha portato l’altro ieri all’arresto di sette persone, imprenditori, progettisti, due funzionari comunali e uno regionale. Dalle intercettazioni emergono contatti tra il primo cittadino e la famiglia degli imprenditori edili Degennaro, vincitori di diversi appalti di grandi opere a Bari. Tra i sette arrestati, tutti posti ai domiciliari, ci sono i fratelli Daniele e Gerardo Degennaro, quest’ultimo anche consigliere regionale del Partito Democratico. Le accuse contestate vanno dall’associazione a delinquere, alla corruzione, dalla frode al falso. Il sindaco non rientra tra gli 81 indagati.

 (da Affari Italiani.it)

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