di Massimo Resta

Quando nel 1992 Pasquale Martinelli ha concluso gli studi alberghieri all’Ipsar di Castellana Grotte (Bari) conseguendo la qualifica di operatore della ristorazione, non poteva certamente immaginare che otto anni dopo il destino lo avrebbe condotto nella Grande Mela a lavorare in prestigiosi ristoranti italiani. Per lui, che oggi ha 36 anni ed è consulente enogastronomico di “Erminia”, un ristorante di Manhattan frequentato da Vip e dove ci vogliono mesi per ottenere un posto, si realizzava il sogno della sua vita, quello di lavorare a New York, la metropoli statunitense in cui giunge nel 2000 dopo aver frequentato a Oxford, in Inghilterra, una scuola di inglese ed un corso di hotel management ed un corso di sommelier a Milano.

 

Sbarcato nella Grande Mela per mettere in pratica tutto quello che aveva imparato studiando e lavorando in Italia e Gran Bretagna, Pasquale Martinelli non ha mai dimenticato le sue origini.

Nato a Mola di Bari, cittadina marinara in cui vivono i suoi genitori e sua sorella, ha portato a New York la cucina tradizionale barese, molto apprezzata dagli americani e dalla vegetariana Chelsea Clinton, la figlia dell’ex presidente degli Stati Uniti che amava gustare i cosiddetti piatti poveri a base di verdure della tipica gastronomia pugliese che Martinelli cucinava al ristorante “Bella Vitae” di Manhattan.

Gli americani – ci racconta lo chef pugliese – hanno molto gradito Cequair’e ffêfe (Cicorie e fave), i spaghitte alla Sangeuannidde (spaghetti alla San Giovannino), i chechezzédde alla poveréedde (Zucchinne alla poverella), i piatti dei nostri nonni che stanno scomparendo. Il mio obiettivo è quello di valorizzare delle pietanze che stiamo perdendo”. Un patrimonio culinario che ha suscitato anche l’interesse dei media americani, che puntano la propria attenzione sulla cucina proposta dallo chef di Mola, invitandolo a partecipare a celebri trasmissioni televisive e radiofoniche come quella condotta da Martha Stewart.

Per lui si spalancano le porte del successo.

Dopo la collaborazione con due chef francesi molto famosi, Alain Ducas e Jean George, agli inizi del 2012 approda come consulente enogastronomico al ristorante “Erminia”, dove propone, invece, la tipica cucina romana. A New York, dunque, Pasquale Martinelli ha la conferma di essere

nato per fare lo chef. “E’ stata mia madre – racconta – ad indirizzarmi sulla strada della ristorazione, mentre io volevo studiare ragioneria. Sono poi partito, come facevano i vecchi emigranti, alla volta dell’America con una valigia e senza documenti, portando sempre nel mio cuore Mola e la Puglia, dove ritorno una, due volte all’anno per andare alla scoperta di

ricette baresi. Quando ho tempo curo anche dei servizi di catering con menù pugliesi, cucino in appartamenti privati e per delle famiglie che chiedono la mia opera.

Ho nostalgia della mia terra soprattutto dal punto di vista enogastronomico. Mi mancano alcuni ingredienti. A New York si trova tutto ma i prodotti non hanno la stessa fragranza di quelli pugliesi. In futuro – conclude Pasquale Martinelli – cercherò di espandermi nel settore del catering privato

e mi piacerebbe aprire un punto-vendita di piatti pronti tipici nostrani, curando un gemellaggio fra la cucina giapponese e quella barese, che hanno in comune la degustazione di pesce crudo. L’obiettivo è quello di valorizzare la Puglia e le capacità dei pugliesi, che con poco riescono a realizzare tanto”.

(Nelle foto, Pasquale Martinelli ripreso con Liza Minnelli e Martin Scorsese)

                                                                                      mresta@alice.it – massimoresta177@yahoo.it

Condividi su: