di Vittorio Farella*

prelievoUn anno fa intitolavamo un nostro intervento “Lo sfascio della sanità”  per segnalare la situazione insostenibile di saccheggiamento e malfunzionamento dei servizi territoriali nella nostra città, dovuta a scelte politiche di risparmio e contenimento della spesa che mal si conciliano con la qualità e tempestività che tali servizi dovrebbero offrire in un paese civile.

Non avevamo fatto i conti col detto “al peggio non c’è mai fine” ed eccoci servito un ennesimo aggravamento alla già devastata condizione locale. Le analisi cliniche, che per definizione sono occasioni di verifica dello stato generale di salute, il più delle volte derivanti da controlli necessari ed urgenti, qui a Mola sono sottoposte ad una trafila a dir poco assurda.

Avviluppata com’è in ben quattro fasi distinte e successive: la prenotazione, l’accettazione, il prelievo e il ritiro del referto. Per le quali, ad oggi, i tempi complessivi per svolgerle assommano a più di un mese, facendo così la fortuna dei laboratori privati. In verità i cittadini molesi possono scegliere una seconda opzione: esodare. Infatti, per chi è disponibile, il prelievo può avvenire in altra struttura, ma fuori Mola.

Ci sono però persone che non possono, soprattutto anziani e malati (i più bisognosi) e per tutti gli altri sarebbe comunque un aggravio. Per chi è costretto a restare c’è il supplizio di quattro appuntamenti (ed eventuali code e attese) così cadenzate: 1) prenotazione, con tempi d’attesa che attualmente si aggirano sulle due settimane; 2) accettazione, che avviene il giorno precedente al prelievo (una sorta di certificazione di presenza); 3) prelievo, con notificazione della data del ritiro dei risultati; 4) ritiro dei referti, che richiede più di dieci giorni e qualcosa di più per esami complessi. Il tutto dovuto alla chiusura di fatto dei laboratori del nostro Distretto socio-sanitario (Mola, Noicattaro, Rutigliano): prima quello di Mola, appena rifatto, potenziato ed inaugurato e poi quello di Rutigliano, sempre per lo stesso motivo, e cioè mancanza di personale.

Oggi i prelievi viaggiano per l’intasato laboratorio del Di Venere di Carbonara allungando tempi di lavorazione e di attesa. Ciò induce diversi pazienti a rivolgersi, a pagamento, ai laboratori privati. Nulla quaestio per chi è assoggettato a ticket, con costi pressoché simili, ma con aggravi e disagi per gli esenti, cioè i malati gravi e i privi di reddito. A questo, anche, è ridotta la sanità molese.

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                                              SABATO 22 FEBBRAIO AL TEATRO ANGIOINO

Angioino 22.2

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