Redazionale
Un manifesto che farebbe ridere, se non riguardasse un tema così importante come la salvaguardia dell’ambiente e non coinvolgesse le tasche dei cittadini. Si tratta del manifesto relativo ai contenitori di olio esauso.
Tanti gli errori di scrittura e le inesattezze che lo caratterizzano e che il nostro attento lettore Nicola Bellantuono ha opportunamente sottolineato “in rosso” (il colore che a scuola evidenzia gli strafalcioni gravi!). In calce a questo articolo troverete l’immagine intera del manifesto: se lo esaminate con attenzione, forse rileverete altri errori che a noi potrebbero essere sfuggiti.
Cominciamo dalla toponomastica: Via Russolillo (un prete santo!) è stata “storpiata” in via Russolino oppure in via Rudolino; il lungonare Dalmazia è diventato lungomare Mercato Ittico; via G. Di Vittorio angolo Einaudi è indicata come via gi di Vittorio angolo Enaudi, via De Gasperi in via de Gasperi, la piazza degli Eroi del Mare, sono scomparsi “degli” e “del Mare”.
Sembra un manifesto non redatto da un molese. Infatti, come si fa a non sapere che via Russolillo non interseca né via Colonna, né via Deledda e che la postazione n. 13 è all’angolo di via De Gasperi con via Turati e non di via De Gasperi con via O. Martinelli.
In conclusione, ci piacerebbe sapere chi ha redatto il testo, chi lo ha controllato, chi lo ha stampato, chi ha verificato la bozza prima della stampa e quanto è stato pagato alla tipografia o all’agenzia di comunicazione. Sono le nostre richieste legittime, ove si consideri che il manifesto incriminato riporta l’intestazione ed il logo del nostro Comune.
….solo per sottolineare che Nicola Bellantuono è stato “magnanimo”, nel vergare in “rosso” degli “orrori” che andrebbero evidenziati con un triplo tratto di matita BLUE.
Inoltre, non può non condividersi la richiesta di”…sapere chi ha redatto il testo, chi lo ha controllato, chi lo ha stampato, chi ha verificato la bozza prima della stampa e quanto è stato pagato alla tipografia o all’agenzia di comunicazione. “, trattandosi di una operazione condotta a spese dei contribuenti.
Non dimentichiamo, infine, come anche nel passato siano accaduti “fenomeni” similari.
Basti ricordare,infatti, come le generalità dell’illustre concittadino Piero Delfino Pesce siano state maldestramente modificate in “Pierdelfino Pesce”!
Mah…
Se proprio volessimo essere puntigliosi, al posto di “via Baracca” avrebbero dovuto scrivere “via Paolo VI ang. via Bruno Calvani”.
La forma sicuramente è importante soprattutto in un manifesto pubblico ed anche per rispetto ai nomi illustri a cui dette strade sono intestate. Per quanto mi riguarda la sostanza lo è ancor di più, con la speranza che detto servizio funzioni bene. I dubbi sono doverosi.
Intervengo anche a nome dell’assessore Palazzo che ha difficoltà a registrarsi al sito per comunicare:
1. che il manifesto non è stato concordato con l’Amministrazione
2. che il manifesto non è stato conseguentemente pagato dal Comune
Nonostante alcune ricerche lo stesso assessore mi riferisce che non è riuscito ad individuarlo sul territorio comunale.
Conseguentemente invito la redazione a render noto il luogo in cui il manifesto è stato affisso.
l’Amministrazione sta comunque compiendo degli approfondimenti sull’accaduto.
La foto risale al 16 febbraio scorso, è stata da me pubblicata su Facebook e tramite quel canale ripresa, con il mio consenso, dalla redazione di Città Nostra. In effetti non raffigura un manifesto, come scritto nell’articolo, ma proprio uno dei contenitori installati, più precisamente quello posto su via E(i)naudi, già via vecchia di Turi, e che secondo lo stesso pannello informativo si trova in “via gi di Vittorrio”: è forse sfuggito all’assessore per questo motivo? Speriamo che per gli utenti del servizio la ricerca abbia più successo!
Giuseppe, se può essere utile la fotografia priva dell’evidenziazione delle inesattezze – che appaiono in rosso solo perché fossero più visibili sullo sfondo verde – mettiti pure in contatto diretto con me.
Quanto all’autore materiale del pannello, credo anch’io che l’amministrazione comunale non abbia giocato alcun ruolo, salvo forse l’indicazione dei luoghi in cui ubicare i raccoglitori. Idem per i costi: come è noto, tutti i 13.000 euro al giorno per il servizio integrato dei rifiuti (comprendente un’apposita voce per la comunicazione, che mi risulta essere pari a 32.000 euro all’anno) non gravano sulle casse del Comune ma sono interamente a carico dei cittadini che pagano la TARES.
All’amministrazione spetta solo (?) la vigilanza sulla qualità e sulla rispondenza al capitolato dei servizi espletati dalla ditta appaltatrice.
Ti ringrazio. Un’unica precisazione: i contenitori installati dalla SOLOIL non rientrano nell’appalto dei rifiuti come da te affermato. Conseguentemente la comunicazione (capestre) non viene finanziata con l’apposito capitolo comunicazione incluso nell’appalto.
Grazie della precisazione, ma ritenevo che fosse il contrario, e per due motivi:
1) Stando a questo comunicato stampa, l’appalto del servizio rifiuti prevede la dislocazione di contenitori per l’olio esausto, tanto che con quel comunicato Legambiente denunciava l’avvenuto pagamento da parte del Comune senza che il servizio fosse stato attivato;
2) Sui pannelli è ben visibile il logo dell’appaltatore del servizio rifiuti: a che titolo?
Intervengo per segnalare alcune situazioni “strane”:
1) Ma perché Giuseppe Colonna, appassionato lavoratore e sostenitore dell’amministrazione comunale (non c’è nulla di male in questo), interviene in nome e per conto di un amministratore comunale? Lo chiedo per suggerire a Giuseppe di essere un po’ più cauto.
2) Visto che il nuovo servizio di raccolta dell’olio esausto non rientra nell’appalto dei rifiuti, stiamo continuando a pagare alla Lombardi Ecologia quanto previsto dal disciplinare prestazionale e non svolto? “Anche per il servizio di raccolta della frazione del rifiuto denominato “Oli esausti vegetali” dovrà essere garantita con il posizionamento di almeno sei contenitori specifici da posizionare presso il CCR ed altri luoghi concordati con il Comune di Mola.”
3) Ieri in un negozio di alimentari mi hanno chiesto se sapevo cosa fossero i pieghevoli che gli avevano consegnato: si tratta di quelli delle cartoniadi di Comieco a cui ha parteciapto il nostro Comune e che si sono concluse qualche mese fa.
4) Sempre nei negozi di generi alimentari noto che non viene effettuata la raccolta differenziata dell’organico. Al solito, mancano i controlli.
Non so davvero dove sia stato incauto. Un assessore (amico) leggendo l’articolo mi ha chiesto di rispondere su un forum (pubblico) dato che lui era fuori per lavoro e non poteva registrarsi. Se riportare il pensiero di un amministratore, con la sua autorizzazione nonché a seguito della sua richiesta, solo al fine di contribuire a fare chiarezza, è incauto…
P.S. Spinto dalla curiosità ho controllato qualche totem. Sarò stato sicuramente sfortunato ma non ne ho visto nessuno con quelle scritte. Pure a quello “vicino a casa dell’assessore”.
Al resto delle domande potrà rispondere (se lo riterrà opportuno) l’assessore.
Buona serata
Rispondo al PS: il riflesso visibile nella foto mi ha indotto erroneamente a scrivere che raffigurava un contenitore, anziché la vetrina dell’ufficio startup in via De Gasperi. Confermo la data del 16 febbraio desumibile dai metadati della stessa foto. Non mi pare che i termini della questione cambino per questo motivo.