di Marco Sciddurlo
Con ordinanza balneare del 3 aprile 2013 la Regione Puglia ha emanato nuove norme per disciplinare «l’esercizio delle attività turistiche balneari e delle strutture turistico-ricreative alle stesse finalizzate, nonché l’uso del demanio marittimo e delle zone di mare territoriale».
In questo articolo ci soffermiamo solo sulla disciplina delle “spiagge libere”, che sicuramente interessa la stragrande maggioranza dei bagnanti.
L’ordinanza dispone che «qualora i Comuni non provvedano a garantire il servizio di salvamento, gli stessi devono predisporre adeguata segnaletica, da posizionare sulle relative spiagge in luoghi ben visibili, redatta anche in lingua inglese, francese e tedesca, con la seguente dicitura: “Attenzione – Balneazione non sicura per mancanza di servizio di salvataggio”» (non mi pare che ci siano tanti cartelli del genere su tutte le spiagge molesi).
Inoltre «i Comuni costieri hanno l’obbligo, compatibilmente con le esigenze di tutela ambientale: a) di assicurare sulle spiagge libere l’igiene, la pulizia, la raccolta dei rifiuti; b) di rendere perfettamente fruibili, anche ai soggetti diversamente abili, gli accessi pubblici al mare esistenti, garantendo la costante pulizia per la loro regolare percorribilità; c) di predisporre, ai fini della concreta fruibilità delle spiagge libere e del mare territoriale anche da parte dei soggetti diversamente abili, idonei percorsi perpendicolari alla battigia e fino al raggiungimento della stessa, con apposite pedane amovibili; d) di consentire il libero accesso all’arenile ad intervalli non superiori a 150 m., qualora vi siano opere di urbanizzazione a delimitazione del demanio marittimo; lo stesso obbligo grava su ogni altro Ente titolare di infrastrutture che ostacolano il libero accesso all’arenile; in tale seconda ipotesi i Comuni dovranno promuovere l’attività amministrativa finalizzata alla realizzazione degli accessi; e) di istallare sufficienti ed idonei servizi igienici e di primo soccorso» (anche per questi aspetti non mi pare che Mola “brilli” nell’ottemperare alle norme, in particolare per quanto previsto in favore dei disabili e per la presenza di sufficienti ed idonei servizi igienici e di primo soccorso: mancano del tutto!).
C’è anche un corposo elenco di divieti per i fruitori delle spiagge, molti dei quali impunemente violati quotidianamente (specie nel periodo ferragostano). Eccone alcuni: «Sulle aree demaniali marittime della costa pugliese è assolutamente vietato: campeggiare con tende, roulotte, camper ed altre attrezzature o installazioni impiegate a tal fine, nonché pernottare, al di fuori delle aree specificatamente destinate con regolare titolo abilitativo; abbandonare a terra o in mare rifiuti di qualunque genere, quali carta, fazzoletti, lattine, mozziconi di sigarette e avanzi di cibo, sia pure contenuti in buste; realizzare opere, ovvero installare strutture di qualsiasi natura, senza le preventive autorizzazioni da parte delle autorità competenti, ove previste dalla normativa vigente; effettuare riparazioni su apparati motore o lavori di manutenzione alle imbarcazioni e a natanti in genere in violazione alle norme ambientali; accendere fuochi o fare uso di fornelli ed allestire pic-nic con tavolini e sedie in aree non allo scopo riservate (a Mola non esistono aree attrezzate per pic-nic ed ogni tratto di spiaggia è buono allo scopo, n.d.r.); lasciare sulle spiagge libere, oltre il tramonto del sole, ombrelloni, lettini, sedie sdraio, tende o altre attrezzature comunque denominate; occupare con ombrelloni, sedie o sdraio, natanti e/o altre attrezzature mobili ed oggetti di qualsiasi natura la fascia di spiaggia (battigia), ampia non meno di metri 5, destinata esclusivamente al libero transito con divieto di permanenza; praticare qualsiasi gioco (calcio, tennis da spiaggia, pallavolo, bocce, basket, ecc.), sia a terra che in acqua, che possa arrecare pericolo, danno o molestia alle persone, turbativa della quiete pubblica, nonché nocumento all’igiene dei luoghi; condurre o far permanere qualsiasi tipo di animale, anche se munito di museruola e guinzaglio, in aree non appositamente autorizzate, attrezzate e segnalate (che nel nostro paese non sono presenti, n.d.r.), ad eccezione delle unità cinefile di salvataggio riconosciute, dei cani guida per i non vedenti; tenere ad alto volume apparecchi di diffusione sonora; esercitare attività commerciale (commercio in forma fissa o itinerante, pubblicità, attività promozionali, ecc. ), organizzare giochi, manifestazioni ricreative o spettacoli pirotecnici senza l’autorizzazione dell’Ufficio comunale competente (da richiedersi almeno 15 giorni prima)», comunque, «nelle aree libere, è possibile svolgere manifestazioni di breve durata e riservate alla pubblica e libera fruizione (giochi, manifestazioni sportive, ricreative e culturali, spettacoli, ecc.), di durata inferiore o pari a 30 giorni, previa autorizzazione del comune competente non rinnovabile…, per il tempo strettamente necessario allo svolgimento della manifestazione; negli spazi all’uopo attrezzati dovrà essere segnalata in modo visibile, con apposita cartellonistica tradotta anche nelle lingue francese, inglese e tedesco, la prevista “pubblica e libera fruizione”, in mancanza l’autorizzazione andrà immediatamente revocata». Se tutti rispettassimo queste norme (dal Comune, nel realizzare quanto spetta ad esso, ai cittadini, nel non infrangere i divieti) indubbiamente avremmo delle spiagge belle, pulite, fruibili per tutti, con servizi, eccetera. C’è da augurarsi che, almeno da questa estate, il Comune di Mola (autorità competente nel far rispettare questa ordinanza sul demanio marittimo della nostra cittadina) attui una azione di repressione delle violazioni all’ordinanza balneare e si impegni nel realizzare i servizi previsti (e dovuti) per migliorare la qualità del nostro litorale.
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A GIORNI IN TUTTE LE EDICOLE IN OMAGGIO CON “CITTA’ NOSTRA”
A Mola c’è una battigia lunga poco più di 13 chilometri(dal motel Agip a Cozze) che andrebbe regolarmente ripulita. Ma quel che più dispiace è vedere nella zona dei cannoni e dopo l’Astir club, verso Bari, accessi chiusi senza che mai nessun cittadino sia stato adeguatamente informato. Da ragazzino, di sentieri, ce n’erano tantissimi: oggi qualcosa si è perso in modo irreversibile: Che peccato!
impedire il libero accesso al demanio anche tramite recinzioni è reato. Chi le vede lo deve denunciare ovvero segnalare alla capitaneria di porto o al comune.
Antonio peraltro ha risposto a Sciddurlo, a Mola sono tutte spiagge libere tranne quelle in concessione a calarena e al nuovo stabilimento balneare allo svincolo per cozze-
A mola mancano ancora i piani comunali delle coste che devono attuare ciò che prevede il piano regionale delle coste, e quindi specificare quali sono le aree demaniali che si possono dare in concessione, quali sono le spiagge libere, ecc. Ciò non si applica ai porti perchè sono regolati da un’altra legge.
adottare i PCC spetta al comune che poi passerà alla regione per l’approvazione. sta tutto nella legge reg. 17 del 2006.
Quindi mettere i cartelli, ecc. ecc.. su decine di km di costa sarebbe assurdo, come pure fare controlli, sicchè sono i cittadini che devono armarsi di senso civico. Se fossero date in concessione, il concessionario farebbe queste cose anche per le aree attigue.
Non credo sia impresa impossibile fare controlli sulla costa molese (come anche adempiere a quanto previsto dalle norme -cosa non discrezionale-), altrimenti significherebbe non poter avere il controllo del territorio.
la maggior parte del territorio è impervio e difficilmente accessibile e ci vorrebbe una squadra di controllori ad hoc. Volendo si può fare tutto ma servono soldi e gente competente. Sono decine di km.
Faccia caso che prima del decreto bassanini lo faceva la capitaneria, cosa è cambiato? certo che loro hanno una struttura organizzativa migliore dei comuni, potendo controllare anche via mare. Il vigile urbano che può fare? vale per tutti i comuni.
Unica soluzione è sbloccare le concessioni e per farlo ci vogliono i PCC del Comune. In tal caso sarebbero i concessionari a vigilare, come succede in riviera tipo rimini.
ma anche con le concessioni (cosa buona) il controllo del territorio rimane “in mano pubblica”, che dovrà controllare anche che i titolari delle concessioni rispettino l’ordinanza balneare per le norme specifiche alle quali sono tenuti.
unoqualunque … ma che dici … impervio … ma dove vivi sui monti? … se ci dici dove abiti ti veniamo a trovare, così per un week end!
sull’esempio della riviera che tutti conosciamo, chi ha una concessione la tiene in ordine perchè ha tutto da guadagnarci. Rischia la decadenza della concessione, e la denuncia penale in quanto la proprietà resta dello stato. Quindi il comune gestore può fare controlli di polizia amministrativa a campione. Inoltre la manutenzione è obbligatoria.
Funzioni di polizia demaniale le ha anche ancora la capitaneria in quanto non sono state trasferite, meno male, ai comuni.
zi lucc dove non puliscono da sempre e crescono erbacce, o costruiscono manufatti per ostacolare l’accesso, io lo definisco impervio perchè non è accessibile a tutti, tipo cala caloria. A piacere si potrebbe definire diversamente.
sull’esempio della riviera che tutti conosciamo, chi ha una concessione la tiene in ordine perchè ha tutto da guadagnarci. Rischia la decadenza della concessione, e la denuncia penale in quanto la proprietà resta dello stato. Quindi il comune gestore può fare controlli di polizia amministrativa a campione. Inoltre la manutenzione è obbligatoria.
Funzioni di polizia demaniale le ha anche ancora la capitaneria in quanto non sono state trasferite, meno male, ai comuni.
zi lucc dove non puliscono da sempre e crescono erbacce, o costruiscono manufatti per ostacolare l’accesso, io lo definisco impervio perchè non è accessibile a tutti, tipo cala caloria. A piacere si potrebbe definire diversamente.
attualmente le funzioni di polizia sono state ripartite (con una legislazione non sempre chiara) tra Autorità Marittima e Polizia locale
Dovrebbero collaborare, come spiegano le circolari della capitaneria. Diciamo che la polizia urbana si limita all’aspetto amministrativo cioè le cose che sanno fare.
Comunque la legge è chiara in merito perchè il Decreto Leg. 112/98 non ha trasferito alle Regioni e quindi ai Comuni le funzioni di polizia demaniale. Lo stato le ha tenute per sè come altre che interessano l’Agenzia delle Entrate, l’Agenzia delle Dogane e il controllo del territorio.
In pratica lo stato si è cautelato e può sempre intervenire quando vuole tramite capitaneria ma anche guardia di finanza e carabinieri oppure negando i nulla osta di legge.
Per una corretta informazione. 1) Cala Caloria è ora accessibile grazie all’intervento di un privato che ha ripulito la stradina che porta al mare. Tante famiglie con bambini utilizzano quella piccola cala, che ora è nelle mire di un imprenditore della zona. 2) Gli altri accessi sulla Mola-Cozze (solo tre o quattro) consentono l’arrivo sulla spiaggia di auto, caravan e roulottes che determinano ad ogni fine giornata condizioni precarie per via dei tanti rifiuti abbandonati ovunque. L’altra domenica militi della Capitaneria e Carabinieri sono intervenuti ad hanno elevato decine di multe, costringendo tanti alla fuga precipitosa. Ma il problema resta, perché sono assolutamente assenti le aree di parcheggio e sulla Mola-Cozze è vietato parcheggiare. Abbiamo la risorsa del mare, ma mai nessuno si è preoccupato di assicurare i servizi.
Purtroppo, nel tempo mi sono fatto la convinzione che le nostre terre siano abitate da una consistente minoranza di gente incivile. Tutto quello che è pubblico viene imbrattato, degradato, vilipeso.
E’ ben vero che, in generale, le autorità amministrative non fanno il proprio dovere, omettendo di vigilare e di reprimere adeguatamente i fenomeni vandalici e di degrado, però è altrettanto vero che non si può disseminare il territorio di telecamere in ogni angolo nè si può mettere un vigile a guardia di ogni cittadino.
Il molese (e più in generale le popolazioni del barese) non hanno coscienza di cosa significhi “bene comune” e tutela dell’ambiente e del territorio.
Alle nostre popolazioni piace più che altro il clima di baldoria, non accompagnato però dal dovere di lasciare i luoghi pubblici puliti e decorosi.
Forse dovranno passare molti decenni prima ancora che si sviluppi un diverso e più virtuoso modo di concepire la cosa pubblica.
Rifacendomi a quanto scritto da Lucarelli, l’imprenditore che mira a Cala Caloria al momento non può fare nulla in attesa che il Comune adotti i Piani Comunali delle Coste che poi deve approvare la Regione, ammesso che lì sia previsto ciò che vorrebbe fare l’imprenditore.
In ogni caso le concessioni si possono rilasciare con procedura ad evidenza pubblica, fatti salvi l’accertamento dei requisiti personali e professionali.
L’intervento della capitaneria e carabinieri conferma quanto da me scritto in precedenza. Se viene rilevata occupazione abusiva del demanio viene perseguita come reato penale con denuncia alla Procura, oltre al risarcimento al demanio. L’imprenditore che faccia qualcosa di illegittimo sarebbe perseguito penalmente.