Comunicato stampa
Archiviata la querela contro le minoranze.
Il Giudice per le indagini preliminari, condividendo le motivazioni del Pubblico Ministero, ha bocciato senza appello l’incauta querela che il presidente del Consiglio comunale Giovanni Vincesilao aveva presentato contro tutti i consiglieri di minoranza ritenendo diffamatori i contenuti della mozione di sfiducia nei suoi confronti.
“Il fatto dedotto in querela –afferma il Giudice- è privo di effettivo rilievo penale” in quanto “si è inserito, nel dibattito consiliare l’opportunità di mantenere quale Presidente il Vincesilao, evidenziando quelle che, secondo i consiglieri di opposizione, erano delle condotte non consone: ovvero si è aperto un tema di discussione consiliare. Infatti, i consiglieri di opposizione, a conoscenza di alcuni fatti ritenuti d’interesse, hanno così aperto un tema di discussione nel consesso naturale istituzionalmente deputato a trattare la questione: il Consiglio comunale. Trattasi, pertanto, di questione del diritto di critica politica”.
Queste, in estrema sintesi, le motivazioni del Giudice che ha disposto l’archiviazione della querela.
Ma estrapoliamo le motivazioni in punto di diritto invocate dal rag. Vincesilao nella sua querela, presentata il 12 Ottobre 2012 alla Stazione dei Carabinieri di Noicattaro (sic!).
“DIIRITTO:è evidente che la condotta posta in essere dai sette suindicati (i consiglieri di minoranza Alberotanza, Battista, Berlen, De Silvio, Gaudiuso, Lepore, Mola) NELLA LORO QUALITA’ DI PUBBLICI UFFICIALI, materiali redattori della mozione di sfiducia, che con la sottoscrizione della stessa se ne sono assunti la paternità, integra a ben ragione gli estremi dei reati degli artt. 81,110,479, 595 c.p., in quanto gli stessi con più atti esecutivi di un medesimo disegno criminoso, offendevano la reputazione del sottoscritto, propalando espressioni offensive, consistenti in dichiarazioni falsi (sic!) e mendaci volte ad attribuire fatti determinati e comunque falsi e calunniosi, affatto (sic!) concernenti con l’oggetto della mozione proposta”.
La querela si conclude “espressa istanza di punizione nei loro confronti”riservandosi “la costituzione di parte civile nell’istaurando procedimento penale”.
Come si vede dal contenuto della querela, il rag. Vincesilao ha puntato …a far male, ma …gli è andata male!
Risolta la questione sul piano giuridico/legale (salvo le eventuali azioni che i singoli consiglieri querelati intenderanno inoltrare), va affrontata la questione politica essendo del tutto evidente l’inadeguatezza del rag. Vincesilao a ricoprire il ruolo di presidente del Consiglio essendo definitivamente venuto meno il suo ruolo di garanzia e di super partes.
Va ricordato che la mozione di sfiducia, nella seduta del 14 Settembre 2012, su 19 presenti (compresi il sindaco e lo stesso Vincesilao), fu votata oltre che dai 7 consiglieri di minoranza, anche da 3 consiglieri di maggioranza che resero ancor più palese la sfiducia nei confronti del Vincesilao, che, nonostante ciò, ignorando la portata politica di quel voto, ha voluto pervicacemente rimanere incollato alla sua carica.
Ad avvenuta archiviazione della querela, il Sindaco Diperna e la sua maggioranza tirino l’unica logica conclusione: dimissioni del rag. Vincesilao da presidente del Consiglio per riportare il dibattito del consiliare alla normale dialettica politica.
Le carenze di questa Amministrazione nell’affrontare i tanti irrisolti problemi dei cittadini di Mola hanno bisogno di una guida autorevole per il Consiglio comunale, qualità che non riscontriamo nell’incauto rag. Vincesilao!
Con l’occasione, ringraziamo l’avv. Michele Laforgia e i suoi collaboratori per l’amichevole assistenza durante tutte le fasi dell’incresciosa vicenda.
Mola di Bari, 31 Luglio 2014
I consiglieri di minoranza: Giovanni Battista Alberotanza – Francesco Battista – Nico Berlen – Giuseppe De Silvio – Stefano Gaudiuso – Mario Lepore – Francesca Mola
Bene. Finalmente è finita la telenovela giudiziaria. Ora si torni a fare politica, sapendo benissimo che Vincesilao non si dimetterà, nè che il Sindaco gli chiederà le dimissioni. E che il Prefetto ha invitato maggioranza e minoranza a ricercare il dialogo per l’elezione del nuovo Vice-presidente del Consiglio comunale.
Ormai mancano otto mesi alle prossime elezioni comunali.
Sindaco, Giunta e tutto il Consiglio comunale farebbero bene a lasciar perdere queste questioni ormai definitivamente appurate e a concentrarsi invece sulle emergenze VERE del paese: strade, scuole, opere pubbliche, attività produttive, casa, solidarietà sociale.
Peraltro, mi sia consentita la digressione, ma non ricordo altrettanta presa di posizione delle forze politiche quando fu archiviata la querela del maggio 2002 nei confronti di un consigliere comunale, “reo” di aver scritto la verità su una importante questione urbanistica sul numero 0 di Città Nostra.
Come mai ci fu il silenzio assoluto? Come mai nessuno chiese le dimissioni del Sindaco e dell’Assessore all’Urbanistica e ai Lavori pubblici del tempo, per manifesta volontà di prevaricare il pensiero di un consigliere comunale nonché di colpire un organo di stampa alla sua prima uscita?
Eppure la Magistratura fu molto chiara all’epoca: si trattò di pieno esercizio della libertà di pensiero sancito dall’art. 21 della Costituzione e, anzi, lo stesso GIP, nel rigettare la querela, condivise l’analisi urbanistica e normativa condotta dal consigliere comunale querelato in merito alla lottizzazione edilizia criticata.
Nessun consigliere tra quelli querelati da Vincesilao si sentì in dovere di fare autocritica a quel tempo, pur sapendosi benissimo che la querela del 2002 era stata orchestrata nelle stanze dell’allora maggioranza. E che, nel 2002, alcuni di coloro che oggi sono stati querelati da Vincesilao facevano parte a pieno titolo di quella maggioranza.
Onestà intellettuale vorrebbe che chi oggi (giustamente) si risente per una querela infondata ricordi quale atteggiamento ha invece tenuto diversi anni fa.
Agli smemorati odierni ricordo che, nel 2002, prima del pronunciamento definitivo del GIP (che aderì alla richiesta di archiviazione del PM), ci fu peraltro un consigliere comunale (oggi tra i querelati da Vincesilao) che chiese al consigliere querelato di fare pubblica abiura delle critiche fatte nei confronti dell’Assessore querelante. In cambio egli si sarebbe speso in sede politica per far ritirare la querela… Naturalmente, quella irricevibile richiesta fu respinta al mittente.
Giova ripetere i precedenti analoghi perchè la politica è spesso caratterizzata dai corsi e ricorsi di vichiana memoria. E il politico deve avere buona memoria prima di tirare le sue conclusioni a esclusivo proprio vantaggio.