Comunicato stampa

CiccioAddolorata ed inorridita, la Lega del Cane sezione di Mola di Bari denuncia con forza gli orribili episodi che si stanno verificando negli ultimi tempi nel nostro Comune, legati alla morte inspiegabile ed alla sparizione improvvisa di numerosi animali, prevalentemente randagi ma anche di proprietà.

La nostra associazione, attiva da circa due anni, è impegnata in numerose attività di lotta al randagismo tra le quali c’è l’accudimento di numerosi gatti e di oltre trenta cani randagi sul territorio, alcuni dei quali vivono in branco, quasi tutti sterilizzati e dotati di microchip comunale.

Intorno alla metà di giugno, abbiamo iniziato a riscontrare strane sparizioni di cani da noi storicamente accuditi, insieme ad altri cittadini, in zona “Torre di Peppe”, in via Caracappa. Al momento tre cani mancano all’appello, mentre quelli rimasti spesso mostrano atteggiamenti di paura e ferite di vario genere.

Sono poi seguite due segnalazioni di altri cani in difficoltàa distanza di pochi giorni: gli animali non avevano alcuna ferita ma mostravano gravi problemi neurologici e impossibilità di muoversi.Entrambi sono stati trasferiti nella clinica universitaria di Valenzano dove una di loro è morta alcuni giorni dopo, mentre l’altro si è fortunatamente ripreso. Si tratta di cani a noi ben noti, quella deceduta apparteneva allo stesso branco dei tre cani scomparsi e vogliamo ricordarla con il suo nome, Asia. Dati i sintomi riscontrati non escludiamoche si sia trattato di episodi di avvelenamentoe sono in corso tutte le procedure e le analisi per poterlo accertare. Ovviamente abbiamo provveduto ad effettuare una denuncia dell’accaduto presso le autorità competenti, e non appena sarà fatta chiarezza su queste morti ne daremo immediatamente riscontro.

Ma questo incubo non si limita soltanto ai cani, negli ultimi due mesi la nostra associazione è stata informata della sparizione o della morte improvvisa anche di numerosi gatti in buono stato di salute, alcuni dei quali facenti parte di una colonia felina in zona Via del Frascinaro. L’ultimo caso risale al 24 luglio, circostanza nella quale è stata sporta una ulteriore denuncia con richiesta di effettuazione dell’esame tossicologico sul corpicino del micio ritrovato.

Non si tratta quindi di casi circoscritti e soprattutto negli ultimi mesi il fenomeno sta diventando incredibilmente diffuso. Ci sono stati segnalati casi di morte improvvisa e presunto avvelenamento anche di cani e gatti di proprietà, in zona Cozzetto e a San Materno. Insomma stiamo assistendo ad una vera strage e le vittime non sono solo i randagi.

A riguardo ci preme ricordare che il maltrattamento e l’uccisione di animali è un crimine perseguibile penalmente ai sensi dell’Art. 544 del Codice Penale, di cui riportiamo un estratto:

AsiaArt. 544-bis – (Uccisione di animali) – Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da quattro mesi a due anni.

Art. 544-ter – (Maltrattamento di animali) – Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale […] è punito con la reclusione da tre a diciotto mesi o con la multa da 5.000 a 30.000 euro. La stessa pena si applica a chiunque somministra agli animali sostanze stupefacenti o vietate […]. La pena è aumentata della metà se dai fatti di cui al primo comma deriva la morte dell’animale.

Inoltre nel caso in cui gli animali morti siano di proprietà, il reato è perseguibile con pene aggiuntive anche ai sensi dell’Art. 638 del C.P.

Ma cosa bisogna fare se ci troviamo in una condizione di presunto avvelenamento? Innanzitutto è importante sapere che esiste una specifica Ordinanza del Ministero della Salute del 14 gennaio 2014, che concerne le nuove “Norme sul divieto di utilizzo e di detenzione di esche o di bocconi avvelenati”, e definisce chiaramente le competenze dei medici veterinari, delle ASL e dei Comuni. Innanzitutto il proprietario di un animale vittima di presunto avvelenamento o qualunque cittadino che venga a conoscenza di simili episodi deve sporgere denuncia presso le autorità competenti (Carabinieri, Corpo Forestale, Organi di Polizia di Stato, Provinciale o Municipale). La denuncia va effettuata anche nel caso in cui lo spargimento delle sostanze velenose sia stato messo in atto da ignoti. I medici veterinari che, sulla base della sintomatologia, emettano diagnosi di sospetto di avvelenamento devono darne immediata comunicazione al Sindaco e al Servizio veterinario della ASL territorialmente competente. In caso di decesso dell’animale, la ASL invierà i campioni biologici utili per l’identificazione della causa di morte all’Istituto Zooprofilattico competente, al fine di confermare l’ipotesi di avvelenamento ed identificare la specifica sostanza o veleno. Il sindaco, nel caso in cui venga accertato un illecito, provvederà ad attivare tutte le iniziative necessarie alla bonifica dell’area interessata.

Per approfondimenti rimandiamo alla lettura della Circolare e alle informazioni contenute sul sito del ministero della salute www.ministerosalute.it.

Chiediamo pertanto ai cittadini di collaborare con noi in questa battaglia di civiltà, denunciando sempre questi episodi alle autorità. Tanto più perché lo spargimento nell’ambiente di sostanze velenose, oltre a determinare l’uccisione di animali, può costituire un serio pericolo anche per gli esseri umani in quanto queste sostanze letali potrebbero essere accidentalmente ingerite, anche da un bambino.

copertina Luglio-agosto

 

 

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