di Donatello Biancofiore

Foto Mola VastoVola via anche l’imbattibilità del Pala Pinto dopo quasi un anno, a violarlo un Vasto concreto che conquista i primi due punti della stagione con un canestro preziosissimo di vantaggio (65-67).

Ferro e tabellone dicono no all’ultima palla disperata di Chiriatti che ci prova dalla sua area con gli spalti pronti a venir giù. Peccato.

Gara in equilibrio quasi per l’intera durata, ma alla Geofarma resta il rammarico di averla giocata al di sotto delle proprie possibilità, sciupando in più occasioni possessi che avrebbero potuto cambiarne il finale.

Che sarebbe stata gara estremamente complessa lo si sapeva, coach Lotesoriere aveva messo in guardia i suoi, tuttavia, l’approccio della squadra non è stato dei migliori, partenza a fari spenti per l’intero primo quarto, amnesie difensive e poca lucidità di alcuni uomini lungo tutto il percorso dei 40′.

Per l’approccio al parquet si riparte dagli stessi cinque di Palermo, Salamina, Didonna, Teofilo, Chiriatti e Leo, il Vasto si dispone in campo con Dipierro, Di Tizio, Martelli, Mirone e La Gioia. Avvio in sordina troppo in sordina dei padroni di casa e abruzzesi che vanno subito sul 6-0, Teofilo prova a scuoterli e ne mette sei in fila, ma l’inerzia è ospite e i canestri di Durini e Di Tizio consegnano il primo parziale (11-18) nonostante Dipierro in panca dal quinto minuto dopo aver commesso due falli in pochi secondi.

La seconda frazione vede una Geofarma più volitiva, entra Mazzarano che prova a sottrarre ossigeno alla regia di Dipierro, le triple di Salamina e Chiriatti servono a recupare terreno ma Durini con quattro punti riaccende la miccia della fuga ospite (21-30). E’ la premiata ditta Teofilo-Salamina a mantenere in scia il Mola (27-30) anche se il capitano regala un antisportivo in chiusura di frazione e così si va al riposo lungo con gli ospiti sempre davanti (30-35).

Il terzo quarto sembra essere quello decisivo sponda Geofarma, Vasto perde concretezza al tiro, Salamina in serata impallina il canestro, il debito è presto annullato e la squadra di coach Lotesoriere trova il primo vantaggio della serata con i primi due punti di Lillo Leo, fin qui ben controllato dalla difesa abruzzese (39-37). Dal minuto 25 al 28 è braccio tremante per entrambe le compagini, gli unici punti a referto li piazzano un Musci spesso impreciso nel pitturato, che fa uno su due dalla lunetta, e La Gioia, sempre dalla linea della carità, poi nuova impennata in casacca bianco-blu sull’asse Calò- Salamina (50-45), mentre l’ultimo canestro di periodo lo mette a segno Mirone e si giunge così all’ultima tornata con la convinzione che sarà una gara dalla soluzione al fotofinish.

Sale in cattedra Leo che al 33′ piazza la tripla del 55-51, ma il crack è del Vasto che con tre bombe nel giro di un minuto (2 Dipierro 1 Durini) riporta l’inerzia del match tra le proprie mani (59-64). Salamina, sempre lui, – 26 punti, 5 triple 3 assist 28 di valutazione – trascina i suoi a contatto, gli ultimi due minuti sono la sagra delle occasioni mancate e del cuore in subbuglio: Vasto a cinque falli, Teofilo conferma il trend anoressico dalla lunetta e fa 1/2 (60% di squadra, statistica cruciale per le sorti della gara) sul possesso successivo ancora fallo e ancora lunetta per lui che stavolta non sbaglia. Possesso seguente, Durini va in slalom fino a canestro e Didonna lo stoppa con le cattive, uno su due anche per gli ospiti, 65-67.

Negli ultimi convulsi secondi la Geofamra ha tra le mani due volte il tiro della partita, ma il primo di Didonna (0/4 da due e 0/3 da tre) trova il ferro, il secondo del capitano che prova a farsi strada nella morsa Mirone-Durini si spegne oltre la linea di bordo campo.

Due secondi alla sirena e fallo su Durini prima che il tempo riprenda a scorrere: il 12 abruzzese dopo aver mancato il primo sbaglia volutamente il secondo, il rimbalzo lo coglie Andrea Chiriatti che scaglia con tutta la forza la palla a spicchi dalla propria area. La traiettoria è quella giusta, il cuore del pubblico si ferma per un lunghissimo secondo. Proposta di vittoria in volo che però ferro e tabellone non condividono e rimandano al mittente, l’urlo resta strozzato in gola e il Pala Pinto pronto a venir giù resta in piedi con la bocca spalancata e il rammarico che si fa strada Peccato, ma è una sconfitta che ha radici in un approccio e in una gestione poco attenta della sfida. Meditiamo.

libro schittulli

 

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