Redazionale

cesteelena-680x365Un impresario edile savonese 38enne, originario di Mola di Bari, è stato denunciato dai carabinieri di Asti per ‘false dichiarazioni rese al pm‘ e ‘falsificazione del contenuto di comunicazioni informatiche” nell’ambito del caso Ceste.

L’uomo, lo scorso 9 novembre, aveva contattato telefonicamente la centrale operativa del comando provinciale dei carabinieri di Asti riferendo di avere informazioni importanti sul caso e proponendosi quale super testimone, poiché aveva detto di possedere notizie, alcune inedite ed eclatanti, acquisite in passato nel corso di contatti intrattenuti su una chat line con la signora di Costigliole d’Asti scomparsa da casa lo scorso gennaio e ritrovata cadavere alcune settimane fa.

L’impresario era stato, pertanto, invitato a presentarsi presso i carabinieri di Savona, dove sentito forniva ragguagli che già destavano alcuni dubbi circa la loro credibilità.

Di seguito, i militari di Asti, lo scorso 14 novembre, nel corso delle preliminari indagini hanno constatato che quanto dichiarato dall’uomo appariva alquanto strano ed incongruente rispetto al quadro investigativo acquisito in dieci mesi di meticolose indagini. Inoltre, da una prima verifica tecnica effettuata sulla chat line citata, verificavano che la documentazione informatica prodotta dall’uomo a supporto delle sue dichiarazioni era artefatta.

Pertanto, gli inquirenti hanno convocato ad Asti il presunto testimone per approfondire le sue dichiarazioni rese ai militari di Savona. Nel corso dell’interrogatorio, durato tre ore, dapprima l’impresario, dicendosi fiero di poter fornire un concreto contributo alle indagini, dichiarava di avere avuto, circa un anno fa, contatti via chat con una donna che si era presentata come una 37 enne, di chiamarsi Elena, di abitare a Costigliole d’Asti, di essere la madre di quattro figli e la moglie di un vigile del fuoco e che il rapporto virtuale, a suo dire, nel tempo consolidatosi, avrebbe portato la donna ad avere più fiducia in lui, al punto da spingerla più volte a contattarlo telefonicamente e a confidargli particolari anche intimi della sua vita coniugale, che la turbavano profondamente e che l’avrebbero convinta, anche grazie al suo sostegno morale, a lasciare definitivamente il marito.

A supporto delle sua storia l’uomo ha mostrato ai carabinieri una documentazione fotografica dei messaggi ricevuti in chat dalla donna, dicendo che proprio dopo il ritrovamento del cadavere avrebbe deciso di portare all’attenzione degli inquirenti.

A questo punto, messo alle strette di fronte alle sue evidenti contraddizioni, ammetteva di essersi inventato tutto, spiegando di averlo fatto per avere un momento di popolarità tramite le trasmissioni televisive che si stavano occupando del caso, che aveva già contattato. Pertanto, l’imprenditore è stato denunciato per “false dichiarazioni rese al pm” e “falsificazione del contenuto di comunicazioni informatiche”.

(Fonte: Il Messaggero.it)
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