di Andrea G. Laterza

6Nel numero di Maggio 2013 di “Città Nostra”, quando la magistratura sequestrò la discarica “Martucci”, mettemmo in copertina la scritta: “Molesi, sveglia! Disastro ambientale in corso!”

E Mola, per fortuna, in un soprassalto di dignità ferita e di giusto timore per la salute dei suoi cittadini, si svegliò con il gigantesco corteo del 24 maggio, chiamata all’azione dall’Associazione “Chiudiamo la discarica Martucci”.

Migliaia di persone di ogni età e ceto portarono per le vie del paese la protesta contro la discarica dei veleni. Tuttavia, dopo l’ulteriore, formidabile, manifestazione che seguì, il 15 ottobre successivo, in Via Capruzzi, davanti al Consiglio Regionale, Mola è ripiombata nel solito torpore e nell’atavica apatia sociale.

Ieri sera, l’Associazione “Chiudiamo la discarica Martucci” ha suonato nuovamente la sveglia ad una popolazione addormentata, disillusa e rassegnata. Purtroppo, e spiace constatarlo, i molesi non hanno risposto come avrebbero dovuto. La saletta di Palazzo Roberti era quasi piena, ma è quel “quasi” che stona. Avrebbe dovuto esserci una folla strabocchevole per un evento del genere, peraltro pubblicizzato adeguatamente, ma così non è stato.

Il prof. Franco Fanizzi, rappresentante degli ambientalisti all’interno del Comitato tecnico regionale per la valutazione dell’inquinamento provocato dalla discarica (insediato dal Consiglio regionale soltanto grazie alla protesta popolare del 2013), ha spiegato le notevoli criticità che stanno emergendo dall’esame aereo del suolo agricolo circostante alla discarica. E ha informato sulle previste analisi delle acque dei pozzi nell’agro circostante.

Soltanto per ascoltare le informazioni del prof. Fanizzi, i molesi avrebbero dovuto avvertire l’esigenza di essere presenti in massa. Eppure, così non è stato.

Non solo. Ad essere assenti, con la lodevole e riconfermata eccezione di Stefano Gaudiuso, sono stati tutti gli amministratori: sindaco, assessori, consiglieri comunali di maggioranza e di opposizione. Nessuno ha sentito la necessità di partecipare. Eppure il Comune di Mola è stato designato capofila per la conduzione del monitoraggio delle acque di falda, ricevendo in dotazione dalla Regione circa € 500.000,00 per le analisi in un vasto quadrilatero, che comprende tutti i pozzi che vi ricadono, prevalentemente nel nostro territorio ma anche in quelli di Conversano e Rutigliano.

Né il Sindaco, né l’Assessore all’Ambiente erano presenti, e neppure hanno inviato un delegato a rappresentarli, per informare la cittadinanza di come e quando intendono procedere nell’esecuzione del monitoraggio. Perché? Un amministratore non dovrebbe soltanto tagliare nastri…

E perché nessun consigliere (ripetiamo, tranne Gaudiuso), ha avvertito il dovere istituzionale di essere presente? E che dire dei segretari e membri di partito, così solerti quando si tratta di organizzare manifestazioni propagandistiche a favore dei “pezzi grossi” di Bari e di Roma, calati a Mola per precisi e intuibili scopi di potere…

Assenti pure i falsi profeti che, da un po’ di tempo, tuonano fuoco e fiamme negli squallidi e solitari spazi del web, dove l’autoreferenzialità e la megalomania la fanno da padrone, senza alcun costrutto ma tanto livore. E assenti anche i gaudenti organizzatori di feste e di eventi mondani a ripetizione: mai che sentano l’esigenza di confrontarsi con la vita “vera” e con i suoi problemi.

Non da meno assenti gli intellettuali da salotto e i rivoluzionari da tastiera: i professionisti del “mi piace”, coloro che passano la vita dietro un pc, nei social network e affini, senza mai metterci la faccia e il corpo in carne e ossa. Gente che attacca i vertici dell’associazione tacciandoli di fare “campagna elettorale”, dimenticando che l’azione degli attivisti è iniziata quasi quattro anni fa e che l’inquinamento a Martucci continua anche ad urne aperte…

E c’è voluto un uomo venuto da Bari, Andrea Talarico presidente dell’Associazione “Village”, una Onlus che si occupa di anziani malati di Alzheimer, per ricordare alla platea la stretta analogia di Martucci con la “terra dei fuochi” e per invitare i molesi a raccogliere  l’appello di Vittorio Farella per il ritorno all’azione.

Il 15 gennaio, cioè tra poco più di un mese, si aprirà il procedimento penale nei confronti di oltre una decina di persone inquisite dalla Procura di Bari per vari capi d’imputazione, in relazione alla discarica Martucci. Si tratta di un’inchiesta giudiziaria lenta e che ha proceduto con passo eccessivamente felpato. Le lungaggini, intanto, stanno per mandare in prescrizione una buona parte dei reati contestati, ancor prima che il processo abbia vero inizio.

Resisterebbe soltanto quello di disastro ambientale, ma sarà duro da provare se una popolazione dormiente non farà sentire il fiato sul collo alla politica e alla stessa magistratura.

Sappiamo come vanno queste cose: “Sopire, troncare, padre molto reverendo: troncare, sopire…”, fa dire il Manzoni al conte zio nei “Promessi sposi”.

E qui e ora, ci sono tanti “conte zio” all’opera nelle retrovie. E tanti “padre reverendo” pronti ad ascoltare e recepire… Quando prenderemo coscienza che queste deleterie, ma sempre attuali, figure, così ben tratteggiate dal Manzoni, vanno spazzate via con la forza della partecipazione popolare?

Il futuro e la salute nostra, dei nostri figli, nipoti e pronipoti ci appartiene. La bomba ecologica farà danni per molti decenni se non verrà disinnescata subito. E noi, soltanto noi, popolo molese, ne saremo i responsabili se non sapremo tutelare adeguatamente le prossime generazioni. Non è tempo per pavidi. Non è tempo di stare a guardare.

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copertina dicembre

 

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