Comunicato stampa

Mappa dei pozziI disastri di Martucci e dintorni rinnegati e distorti.

Stupefacenti le dichiarazioni rilasciate dal difensore della Lombardi Ecologia a Telenorba il 31 marzo sulle vicende giudiziarie in corso presso il Tribunale penale di Bari che vedono sotto accusa dirigenti della stessa Ditta, assieme ad altri rinviati a giudizio. Secondo la tesi  dell’esimio ed onorevole avvocato tutto ciò che le indagini della Magistratura hanno rilevato sono solo “un sogno di mezza estate”.

La perizia (?!!?)  sarebbe il punto di forza della difesa ed avrebbe dimostrato che tutte le accuse di rifiuti interrati di tutti i tipi e generi, pericolosi e quant’altro non hanno nessuna consistenza”.

Affermazioni stravolgenti che fanno strame di mesi di indagini della Procura barese, del lavoro della Commissione Tecnica Regionale che è arrivata a determinazioni interessanti con rilievi aerofotogrammetrici e con  tecnica GPS- GIS che rivelano terreni “sospetti” dal punto di vista antropologico meritevoli di indagini mirate. Ma di cosa parla, allora, l’avvocato difensore? Di perizia “punto di forza della Lombardi Ecologia”? Ma di quale perizia?

L’unica che conosciamo è quella affidata all’ing. Boeri, C.T.U. del Gip Mastrorilli per l’incidente probatorio, che inchioda invece a responsabilità ben precise sia gli esecutori sia la Commissione di collaudo dei lavori della vasca A di servizio soccorso, a corredo dell’impianto complesso in gestione alla “Progetto Gestione Ba 5”, per le diverse anomalie riscontrate.

Noi siamo convinti che gli stessi difetti ed illegittimità riscontrate nella vasca A siano presenti nella vasca B, gemella e coeva alla prima, che, però, è già semipiena e produce percolato non raccolto e ormai debordante, che probabilmente si infiltra nel sottosuolo per gli eventuali strappi, fessurazioni e mancanza di adeguata protezione delle barriere di argilla già registrati nell’altra vasca.

E dunque tale perizia ha dimostrato l’esatto contrario di quanto si afferma e cioè costituisce eventualmente un corposo atto d’accusa di misfatti consumati nella costruzione delle vasche. Altro che “piccoli difetti”, certo rimediabili (e cosa non lo è, basta rifarle, magari sapendo a chi addebitare il conto) ma sicuramente inibenti la prosecuzione dell’attività di discarica. Ci si spieghi allora a cosa servono le minimizzazioni e le distorsioni della realtà? Sono forse queste le schermaglie giuridiche di cui parla l’esimio avvocato?

Noi vogliamo solo la verità e la messa in sicurezza di tutti i siti mal utilizzati nel passato, quelli ufficiali e quelli clandestini (i più pericolosi in assoluto) per evitare ulteriori danni alla salute dei cittadini di oggi e delle future generazioni.

Associazione “Chiudiamo la discarica Martucci”

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