di Andrea G. Laterza

La mappa dei pozzi

La mappa dei pozzi

Il Comune di Mola, capofila delegato dal Comitato Tecnico Regionale, non ha ancora proceduto al prelievo dai pozzi, individuati nel territorio a valle della discarica Martucci, pur avendo ricevuto da tempo, dalla Regione Puglia, la dotazione finanziaria per far eseguire le analisi dei campioni delle acque di falda.

Una situazione di negligente ritardo che non depone a favore della trasparenza e dell’accertamento della verità sul disastro ambientale di contrada Martucci.

Peraltro, ieri pomeriggio è andata in scena un’ulteriore puntata dell’udienza preliminare per il rinvio a giudizio di numerosi funzionari pubblici e di tecnici e amministratori delle società coinvolte nella gestione della discarica. Erano assenti gli amministratori del nostro Comune, mentre è da rilevare la presenza dell’Associazione “Chiudiamo la discarica Martucci”.

Al contempo, si deve registrare l’ennesima manovra dilatoria dei difensori degli imputati: infatti, gli avvocati hanno esibito un “Rapporto tecnico della prima campagna di indagine sulla situazione ambientale nell’intorno dell’impianto per il trattamento dei rifiuti solidi urbani”.  Si tratta di uno studio di parte, elaborato tra l’ottobre e il novembre 2014, dal quale emergerebbe un quadro assolutamente assolutorio per i gestori della discarica Martucci.

A parere della società che gestisce l’impianto, la Progetto Gestione Bacino Bari 5 (che vede tra i principali azionisti la Lombardi Ecologia e il Gruppo Marcegaglia), le gravi anomalie registrate sulle acque dei pozzi (furono rinvenuti anche metalli pesanti, di natura cancerogena) , sequestrati  a suo tempo dalla Procura di Bari, sarebbero ascrivibili all’eccessivo utilizzo di pesticidi in agricoltura. In sostanza, secondo questo studio, la discarica non avrebbe mai avuto alcun impatto ambientale significativo sui terreni della zona e sulle acqua di falda.

Affermazioni che contrastano con l’evidenza dello stato dei luoghi accertata negli anni: coltivazioni ammalate, rifiuti sepolti sotto i tendoni d’uva da tavola confinanti, gas derivanti dalla decomposizione dei rifiuti che affiorano dal terreno, percolato che deborda dai lotti della discarica.

Intanto, il giudice per l’udienza preliminare (GUP) Antonio Diella ha ammesso la richiesta di citazione nei confronti della “Progetto Gestione Bacino Bari 5” e della “Lombardi Ecologia”, quali responsabili civili ai quali sia da ricondurre la condotta illecita e la responsabilità amministrativa.

La prossima udienza si terrà lunedì 11 maggio, con la speranza che cessino le schermaglie procedurali e il GUP si pronunci finalmente per il rinvio a giudizio degli imputati e per l’inizio del dibattimento.

Donazione 24 Maggio

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