di Gilberto Dondi

La discarica di Imola

La discarica di Imola

Imola, 29 maggio 2015 – La goccia che fece traboccare il vaso fu l’offerta di un rotolo di soldi, un corposo rotolone di banconote da 50 euro, che quell’uomo tentò di infilargli nel taschino del gilet aziendale. Era il 26 maggio 2010 e i protagonisti di questa brutta storia erano, nella parte del corruttore, un dirigente dell’azienda pugliese Lombardi Ecologia Srl, che all’epoca gestiva la discarica Tre Monti, e, nella parte della persona da corrompere, un funzionario di Hera Ambiente addetto al controllo della discarica.

Ma la mazzetta fu rifiutata, come le precedenti offerte di denaro e vacanze, e il funzionario di Hera riferì tutto ai superiori, che presentarono subito denuncia in Procura.

IERI per quei fatti in Tribunale è arrivata la prima sentenza: Domenico Di Mise, 42 anni, nato e residente a Conversano, in provincia di Bari, è stato condannato dal collegio dei giudici presieduto da Grazia Nart a un anno di carcere (pena sospesa) per istigazione alla corruzione e violenza a pubblico ufficiale. Lui e l’altro imputato, Nicola Lombardi, offrirono il rotolo di banconote, vacanze al mare e altri soldi e regali. De Mise è stato condannato anche a risarcire in sede civile Hera, costituita a processo con l’avvocato Guido Magnisi. Il pm aveva chiesto due anni. La posizione di Lombardi è invece stata stralciata ed è tornata in Procura perché, per un caso di omonimia, era finita alla sbarra la persona sbagliata. Ora il pm Giuseppe Di Giorgio dovrà identificare il Lombardi giusto e portarlo davanti ai giudici.

LA LOMBARDI Ecologia Srl, azienda barese che gestisce impianti in Puglia e Lombardia, aveva vinto la gara per la discarica Tre Monti nel 2010, aggiudicandosi un appalto da oltre 4 milioni di euro. Appena arrivati a Imola, però, i due emissari della ditta iniziarono subito una manovra di avvicinamento al funzionario di Hera Ambiente che avrebbe dovuto controllare il loro lavoro. Secondo le accuse, cercarono di indurlo a fare atti contrari ai doveri d’ufficio, cioè controlli addomesticati. I due parlavano, scrive il pm, di «coordinamento dei nostri operatori… di una gestione delle lavorazioni», alludendo ovviamente a un trattamento di favore nelle verifiche. In cambio, offrirono nell’ordine: una vacanza a tutta la famiglia del funzionario in Puglia o Sardegna per una settimana (per l’accusa fu Lombardi a prometterla nell’aprile 2010), denaro o altri regali a scelta (De Mise il 6 maggio) e, dulcis in fundo, il famoso rotolone di soldi (Lombardi il 26 maggio). Oggi la discarica è gestita da altre aziende perché il contratto con la Lombardi è stato rescisso da Hera nell’aprile 2013.

«SI TRATTA di un caso insolito di istigazione alla corruzione non accolta a compiere un atto contrario al proprio ufficio – commenta l’avvocato Magnisi –. Infatti Hera ha sensibilizzato da sempre, attraverso un preciso codice etico, dirigenti e dipendenti a denunciare qualunque ‘approccio’ o ‘avvicinamento’ che possa apparire più che sospetto».

(Fonte: Il Resto del Carlino)

DIRETTA

 

Condividi su: