di Andrea G. Laterza
Abbiamo pubblicato una puntuale analisi tecnica delle variazioni della TARI 2015, a cura del nostro redattore Nicola Bellantono.
Vediamo ora cosa è accaduto sotto il profilo politico-amministrativo.
Innanzitutto, vi è da dire che, lo scorso anno, la Giunta Diperna al fine di calmare i bollenti spiriti dei commercianti in rivolta per la TARI 2013, aveva finito con l’effettuare una gattopardesca operazione contabile.
Ovvero, far pagare nel 2014 soltanto il 66% del costo del servizio di appalto, rinviando al 2015 il recupero del 34% restante. Inoltre, il costo parziale del 66% fu spalmato in maniera tale da determinare forti riduzioni per le attività commerciali, in specie di quelle che furono duramente penalizzate nel 2013 (ortofrutta, pizzerie al taglio, fiorai, pescherie).
Ora, però i nodi sono arrivati al pettine: la legge impone di recuperare entro l’esercizio successivo quanto non è stato fatto pagare nell’anno precedente. E, quindi, nel 2015 c’è da recuperare il 34% del servizio non coperto nel 2014. Tuttavia, il recupero del 34% (che, ovviamente, si aggiunge al costo del 100% del servizio 2015) deve essere ripartito sia sulle utenze domestiche che su quelle non domestiche.
La nuova amministrazione ha deciso di non gravare eccessivamente sulle attività produttive, al fine di impedire che un inasprimento fiscale colpisse i settori economici già gravati dalla crisi. Tuttavia, a pagarne di più le conseguenze sono le famiglie (in specie, quelle con tre e più componenti, cioè quelle che spesso devono ripartire un unico reddito su più soggetti).
Tali famiglie continuano a veder aumentare la bolletta TARI pur in assenza di sgravi (aboliti dalla Giunta Diperna) ai nuclei più svantaggiati (con disoccupati, con presenza di portatori di handicap, ecc.). Addirittura, il peso del 34% di recupero è stato ripartito con una sproporzione evidente: 80% sulle famiglie e 20% sulle utenze non domestiche. Una dubbia operazione contabile, probabilmente iniqua.
Peraltro, se l’Amministrazione comunale fosse nata per tempo (e non con le ingiustificabili lungaggini da prima Repubblica, a causa dei veti incrociati tra notabili in cerca di un “posto al sole”), vi sarebbe stato il tempo per modificare il regolamento TARI e, quindi, per introdurre i corretti abbattimenti alle categorie più deboli.
Ma così non è stato e a poco serve l’assicurazione dell’Assessore al Bilancio Francesca Mola che si provvederà nel prossimo anno… Eppure, quello delle riduzioni alle famiglie bisognose fu uno dei “cavalli di battaglia” dell’ex opposizione di centro-sinistra in Consiglio Comunale…
Su tutto grava comunque il pesante fardello dell’evasione fiscale TARI, quantificata in ben 1 milione e 800 mila euro. E’ ovvio che il recupero di quella cifra ricade su chi già paga…
E, in ogni caso, non è più tollerabile che ci siano interi nuclei familiari che non hanno mai ritirato il kit delle pattumiere dall’apposito ufficio del gestore del servizio, situato in un locale del mercato coperto di Via De Gasperi.
E’ ben intuibile che quanti non hanno, a suo tempo, ritirato il kit non effettuino la raccolta differenziata (con le ovvie e pesanti ricadute sull’ambiente attraverso il deprecabile fenomeno di “busta selvaggia”) e, molto probabilmente, non paghino neppure la TARI.
La Giunta Diperna, nonostante i ripetuti appelli fatti anche da “Città Nostra”, non ha mai effettuato un censimento delle utenze domestiche che non hanno ritirato il kit della differenziata: in ciò dimostrando una vasta tolleranza verso gli inquinatori (nonostante la stesura di un’ordinanza roboante. ma mai di fatto applicata), che hanno ricevuto statisticamente pochissimi controlli e ancor meno le giuste stangate sanzionatorie.
Staremo a vedere se la Giunta Di Rutigliano vorrà operare diversamente: a cominciare dal puntuale censimento degli evasori per continuare con controlli sul territorio efficaci ed efficienti; non le solite burlette e pantomime “una tantum” che non impressionano nessuno, meno che mai gli “sporcaccioni” e gli evasori di professione.
D’altra parte, è ora che si ponga finalmente in atto un vero e proprio “sistema premiale” per le utenze virtuose: chi più e meglio raccoglie deve ottenere uno sgravio consistente della TARI, non un aggravio come si è ancora una volta scelto di fare.
Infatti, è finalmente arrivato il tempo che la raccolta differenziata si ponga ad alti livelli (almeno eguagliando l’80% raggiunto a Rutigliano), tendendo verso l’obiettivo di una città a “Rifiuti zero”, e che se ne raccolgano i frutti, a cominciare dal ristoro economico proveniente dal conferimento delle varie frazioni merceologiche (carta, vetro, plastica, alluminio, ecc.) alla filiera del CONAI (un ristoro finora modesto e, per la verità, mai quantificato in termini certi). Tale valorizzazione economica va dedicata, prima di tutto, alla premialità delle utenze virtuose.
In definitiva, se la Giunta Diperna ha compiuto in materia molte scelte sbagliate, non si può certo dire che l’Amministrazione Di Rutigliano sia partita con il piede giusto.
La visione illustrata in Consiglio Comunale dall’Assessore e Vice- Sindaco Mola è stata meramente burocratica, mentre è mancata una relazione dell’Assessore all’Ambiente Niki Bufo, oltre che una presa di posizione politica del Sindaco.
Peraltro, la nuova opposizione non ha fatto altro che difendere il proprio orticello pregresso (mal coltivato…), mentre il PD e Alberotanza hanno soltanto voluto marcare la differenza, senza alcuna proposta concreta se non generiche (e comunque lacunose) buone intenzioni.
L’assessore all’ambiente dovrebbe darci un segnale di discontinuità rispetto alla precedente amministrazione. Come ho già scritto la TARI si può ridurre rimodulando le voci di spesa che quindi nel nuovo appalto sarebbero depennate. Ovviamente con il bastone e la carota devono essere premiati i virtuosi e sanzionati gli sporcaccioni. Con una maggiore differenziata si pagherebbe di meno per lo smaltimento. Vedremo se cambierà qualcosa. Intanto saranno bastonati i contribuenti che già pagano.