di Waldemaro Morgese

Questo il ricordo che io, Waldemaro Morgese, desidero offrire di Giuliana Calvani. Lo consegno a chiunque sia interessato:
Giuliana Calvani
“Giuliana Calvani, figlia di Bruno, non è più. Morta in agosto 2015, all’improvviso, nella sua casa di Brunate in provincia di Como. Era nata a Mola di Bari nel 1945. Avevo con lei conversato per telefono pochi giorni prima, perché insieme ad un artista siciliano ma in attività a Como, Giacomo Oneto, stavamo preparando una mostra di chine su carta presso la Biblioteca Sormani di Milano, il cui direttore, Stefano Parise, è un mio caro amico.

L’idea era di presentare 10 chine per ciascun artista, dedicate al tema dei tarocchi, così come interpretati dal Mantegna (sono al British Museum).

La mostra, con un calembour, aveva un titolo: “Tar-occhi alla Sor-mani”. Il poster, ormai e aimé non più attuale, della mostra indicava anche la data: dal 2 al 14 settembre, giorno quest’ultimo in cui presso la Sormani presenterò la mia autobiografia intitolata “Multitask”, sulla copertina del cui libro vi è un disegno di Giuliana che mi ritrae.

Con Giuliana decenne, anch’io decenne, giocavo a Mola in estate, forse anche quando eravamo undicenni. Poi non la ho rivista più fino all’anno 2012, quando lei mi cercò per regalarmi una vecchia lettera autografa del padre che annunciava a mio nonno materno, Ottone Pesce, direttore d’orchestra, che stava lavorando ad una “testina” di Franca, sua figlia (e mia madre). Effettivamente Giuliana mi regalò questa lettera, che conservo come un prezioso documento degli affetti.

Colsi in quell’incontro l’occasione per decidere con lei di preparare presso la Biblioteca Rurale di Brenca una mostra documentaria sul padre nel 2015, in occasione del trentennale della morte di Bruno.

Il comunicato ufficiale di questo incontro, avvenuto il 27 luglio 2012, è al link: http://www.casinamorgese.it/1/27_07_2012_incontro_fra_waldemaro_morgese_e_giuliana_calvani_7279925.html
Stavamo lavorando a questa mostra, che sarebbe confluita nella XIII rassegna dell’Associazione “Le Antiche Ville Onlus” BARICENTRO DI CULTURA IN COLLINA in un apposito evento del 3 ottobre 2015 intitolato “BRUNO CALVANI: UNA FAMIGLIA NON COME LE ALTRE”.

Probabilmente questo evento lo realizzeremo comunque insieme a Giacomo Oneto, giovane artista con laurea al DAMS di Messina, anche scenografo teatrale, cambiandone il contenuto perché purtroppo il materiale documentale in preparazione non è più nella disponibilità. Il nuovo contenuto dell’evento riguarderà anche un appello al Comune di Mola affinché non dimentichi i Calvani e si adopri per raccogliere ed evitare la dispersione dei fondi artistici e documentali che Giuliana conservava gelosamente presso di sè.

Dal 2012 in poi i nostri incontri sono stati frequenti ed anche proficui. Oltre al progetto della mostra milanese, cui ho già accennato, Giuliana volle disegnare il mio profilo per la copertina della mia autobiografia “Multitask. Una vita complicata fra liberalismo e laburismo” (Edizioni dal Sud, 2014). Del mio ritratto da lei creato ho anche un’altra versione originale, diversa da quella scelta per la pubblicazione.

Dalla sua casa di Brunate, ove si era trasferita dopo la morte della madre, Giuliana poteva ammirare dall’alto il lago di Como in tutto il suo splendore. Quando mi invitò da lei, cogliendo al volo un mio viaggio a Milano per altre ragioni, spalancò la finestra e potetti inebriarmi di una vista meravigliosa. Mi disse che davanti a quella finestra trovava la calma e il silenzio necessario per ispirarsi e disegnare.

Nel 2013 Giuliana mi regalò una sua china, creata il 15 novembre di quell’anno, cui ho dato il nome “Nudo di donna”. Nelle frequentazioni presso la sua casa di Mola Giuliana mi fece ammirare molti suoi disegni e chine, tutti veri e propri studi anatomici, costruiti secondo una sua personale teoria geometrica e matematica: ci teneva a sottolineare la sua originalità artistica e il suo personale percorso di studi, distinti da quelli del padre.

Nel frattempo Giuliana volle regalare alla mia Biblioteca Rurale di Brenca numerosi volumi, che facevano parte della sua biblioteca personale. Alla data del 2 luglio 2013 il fondo librario a me donato aveva raggiunto la consistenza di ben 250 opere, alcune delle quali molto interessanti. Maggiori particolari si possono leggere al link:
http://www.casinamorgese.it/1/il_fondo_giuliana_calvani_7578473.html

Giuliana ebbe molto a soffrire per l’incuria in cui il Comune di Mola ha tenuto finora la possente statua del padre Bruno, che campeggia nella piazza XX Settembre, raffigurante il personaggio di una famosa opera di Niccolò van Westerhout. Anzi ebbe a criticare fortemente l’intervento dissennato operato di recente, con l’apposizione di una targa di sponsor e soprattutto con la pitturazione in nero delle frasi scolpite sulla lunga stele: operazioni assolutamente proibite in vita dallo scultore stesso; Giuliana minacciò anche il ricorso alla Soprintendenza se il Comune avesse persistito nell’intenzione di affidare a ditta non qualificata la pulizia della statua!

Ma la città di Mola, è noto, è avara con i suoi figli illustri: si infervora sul trasloco delle ossa di Niccolò van Westerhout, ma non si è degnata di dedicargli neppure una camera museale, per non accennare al fatto che si potrebbe realizzare un appuntamento musicale ricorrente dedicato al suo nome. Finora su Enzo Del Re ha solo “aiutato” kermesse musicali, mentre la sua figura e i documenti che lo riguardano non sono stati degnati neppure di un pensiero (almeno finora). Ma la lista è anche più lunga: Onofrio Martinelli, Ottone Pesce, Piero Delfino Pesce e varie altre personalità di spicco. In compenso facciamo la sagra del polpo e il palio dei capatosta…

Mola, insomma, non onora i suoi figli, quando meritano ovviamente, e ciò significa che i nostri figli e i figli dei nostri figli ignoreranno la storia della loro (nostra) città, che meriterebbe – forse – di essere conosciuta fuori di sè per altro e non solo per kermesse goderecce o giochi di invenzione.

Giuliana Calvani era un’intellettuale sensibilissima e molto colta, anche di spirito libero. In gioventù aveva soggiornato per lunghi periodi a Parigi, Londra, Francoforte. Il matrimonio con il violinista Theodor Kreis la portò a vivere per oltre 20 anni in Svizzera. Conosceva a menadito varie lingue e leggeva i classici nelle lingue originali, su un suo mitico piccolo telefonino! Giuliana mi confidò che il nonno materno, un avvocato, era molto orgoglioso non tanto delle cause che vinceva ma del fatto di aver ricevuto la liberatoria per tradurre i sonetti di Trilussa in lingua tedesca! Ma potrei confidare al lettore paziente molte altre notizie belle e commoventi di e su Giuliana e sulla sua famiglia: ci sarà forse l’occasione per farlo. Posso comunque segnalare al lettore almeno un documento interessante sul padre Bruno, che riguarda anche Vitantonio Barbanente, consultabile al link:
http://www.casinamorgese.it/1/archivio_2167851_2.html
Nonché un link con una preziosa “foto-gallery” di 20 immagini che riguardano Bruno e Giuliana:
http://www.casinamorgese.it/1/bruno_calvani_scultore_foto_gallery_136787.html

Giuliana era legata anche ad altri suoi estimatori nella città di Mola: desidero ricordare almeno solo Margherita Sciddurlo, per la cui splendida rassegna organistica Giuliana soleva disegnare le brochures e scrivere recensioni, nonché Pietro Ungaro e Nico Lioce, che assunsero l’iniziativa lodevolissima di pubblicare un catalogo in edizione fuori commercio sulle opere del padre Bruno (intitolato “Bruno Calvani. Percorsi d’Arte”).

Con questo ricordo, avendo avuto il terribile peso di annunciare la sua morte a quanti a Mola e fuori conoscevano Giuliana, penso di aver onorato in alcuni tratti essenziali e di getto (ma dopo alcuni giorni, per superare la tristezza profonda) la sua complessa e ricca figura. Speriamo di poter fare di più””.

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