di Nicola Rotondi
La strada è spianata per l’ingresso del Pd nella giunta comunale. Questione di giorni, stando a quanto riportato da esponenti di primo piano del circolo molese, ma senza accelerate improvvise.
Nella riunione di maggioranza di mercoledì scorso, alla quale hanno partecipato le componenti della coalizione Bene Comune per Mola, è emersa piena convergenza sulla necessità di aprire un nuovo orizzonte caratterizzato dal riassetto della macchina comunale, in funzione delle priorità del programma elettorale, e dal riequilibrio delle deleghe assessorili.
Presupposti decisivi in questa fase di dialogo e condivisi anche dal sindaco Giangrazio Di Rutigliano, il quale ha dato atto al Pd che il sospirato approdo nella compagine di governo conferisce maggior peso alla sua amministrazione. Un valore aggiunto politico per il primo cittadino; morale e imprescindibile, per i democratici.
“Il riconoscimento del nostro operato e della nostra struttura partitica era una delle nostre richieste”, ci dice un esponente di Piazza degli Eroi. “La cosa importante è ricominciare a rimettere in funzione gli ingranaggi, a fronte delle incomprensioni tra sindaco, amministratori e funzionari tecnici che hanno accidentato il percorso. E’ fondamentale che inizi un dialogo congiunto, mirato a un ripristino operativo della struttura amministrativa, a cominciare dal rapporto con i dipendenti”. Istanze accolte dal sindaco, il quale ha dato appuntamento a un’altra riunione “plenaria” di coalizione che si terrà presumibilmente nella prossima settimana, dopo il consiglio comunale di lunedì.
Le antiche ruggini sono lasciate alle spalle: nessuna pregiudiziale anche da parte delle altre forze politiche di sostegno a Di Rutigliano sul riequilibrio delle deleghe assessorili che la figura tra breve incaricata tra i democratici andrà a determinare. Non un bilanciamento fine a se stesso, al di là del settore di pertinenza, e nemmeno un guscio vuoto: “Non conta il prestigio della delega: qualunque essa sia, deve essere funzionale e funzionante”, supportata dal personale comunale dedicato.
Va da sé che il Pd darà indicazione per Pino De Silvio, dati l’esperienza e il consenso elettorale ottenuto alle elezioni dell’anno scorso. Fiducia e ottimismo su questa scelta da parte dei vertici democratico, ma senza dare nulla per scontato, compresa l’ultima parola che spetta a Di Rutigliano.
Una volta terminato questo momento di confronto con gli esiti auspicati da tutti gli attori coinvolti, il Pd avvierà un congresso straordinario per ridisegnare gli organismi locali. A tale scopo, il garante del partito Antonio Bonamassa ha costituito due commissioni: una per l’organizzazione del congresso e l’altra dedicata alla dirigenza della sezione e incaricata di seguire il passaggio del Pd nella giunta comunale.
Il percorso che condurrà il PD di Mola in giunta è la conclusione di un iter non edificante. E’ una scelta di pancia, senza pensiero, senza idealità. Non risponde ad una visione di mission politica, prospettiva stabilmente estranea al nostro scenario. E’ frutto di un percorso rozzo e contorto.
Neppure l’intervento di organismi provinciali del PD ha favorito l’induzione ad uno sguardo del partito verso se stesso, come soggetto politico: questa consultazione ha semplicemente favorito l’agio della convenienza.
IL PD di oggi è facilmente descrivibile in pochi click: un consigliere comunale che consegue un buon numero di consensi, una consigliera eletta anche con l’effetto “andar a ruota” grazie al beneficio del meccanismo elettorale, e poi il grande vuoto che porta ad un pugnetto di preferenze.
In realtà non è tanto questo dato, che è solo elettorale, a preoccupare. La delusione discende dallo sguardo sulla grama vita di partito, che si trascina stentando intorno alle solite povertà delle questioni pre -amministrative. Il Dr. Bonamassa ha un grande fardello sulle spalle, un compito che non è tecnico, ma di conduzione verso la qualità; mi auguro abbia la capacità di “schiaffeggiare” il partito, per accompagnarlo ad una consapevolezza che appare lontana.
Insomma: nell’Anno del Giubileo della Misericordia la conclusione (?) di questa vicenda è un ennesimo atto di non misericordia verso il Paese: si discute di poteri da attribuire e non ancora di servizio da rendere, cominciando dalle emergenze.
L’unico commento che si può fare a questa storia è un fragoroso buuuuuuuhhh, buuuuuuuuhhh, Buuuuuuuuhhh….