di Marco Sciddurlo
Statisticamente l’età dei residenti in età scolare va dagli 0 ai 18 anni. A Mola, nell’ultimo decennio, abbiamo visto ridursi notevolmente il numero degli scolari, infatti, al 1° gennaio 2006 erano 5.049, mentre al 1° gennaio 2016 sono soltanto 4.200; dunque, ben 849 unità in meno.
Se consideriamo i bambini della scuola primaria (le “vecchie” elementari), cioè quelli da 6 a 10 anni, nel 2006 a Mola avevamo 1.254 bambini, che nel 2016 scendono a 1.115; dunque 139 in meno. Considerando una classe scolastica di 25 persone, abbiamo una riduzione di circa 5-6 classi.
Per le scuole medie (ragazzi dagli 11 ai 13 anni), gli scolari nel 2006 a Mola erano 826, mentre agli inizi del 2016 il loro numero si riduce a 724; pertanto, ci sono 102 ragazzi in meno ed una riduzione di 4 classi.
Riguardo alle scuole superiori (ragazzi dai 14 ai 18 anni), se nel 2006 erano 1.517, nel 2016 sono soltanto 1.213, quindi, 304 in meno; con una riduzione potenziale di 12 classi (in quest’ultimo caso vanno però considerati gli studenti che studiano in altri paesi o che provengono a Mola dal circondario).
Per completezza, vediamo che nel 2006 i bambini da 0 a 5 anni, residenti a Mola, erano 1.452, mentre agli inizi del 2016 sono 1.148 (pertanto con 304 unità in meno).
In questi dati sono ricompresi anche i cittadini stranieri residenti a Mola, che, a differenza dell’andamento generale, sono aumentati. Gli stranieri a Mola d’età da 0 a 19 anni erano 74 nel 2006 e sono 82 nel 2016 (per loro abbiamo i dati divisi per fasce di cinque anni), precisamente quelli da 0 a 4 anni erano 20 e ora sono 27 (consideriamo sempre l’anno 2006 e poi il 2016), quelli da 5 a 9 anni erano 25 e adesso sono 24, quelli da 10 a 14 anni erano 17 ed ora sono 14, quelli da 15 a 19 anni erano 12 ed ora sono 17.
Considerando la fascia da 0 a 19 anni, nel 2006 i residenti molesi (italiani e stranieri) erano 5.346, pertanto gli stranieri di quella fascia d’età (74) rappresentavano l’1,4%; mentre nel 2016 diventano 4.450, quindi gli stranieri (84) corrispondono all’1,8%.
Se ne deduce che i residenti stranieri “tamponano” un po’ il fenomeno della riduzione degli scolari nella nostra cittadina, ma non riescono a frenare la caduta numerica di ragazzi e bambini.
In altri articoli abbiamo parlato del fenomeno dell’invecchiamento della popolazione molese e del tasso di natalità che si sta riducendo negli anni, pertanto, con ogni probabilità, la popolazione scolastica si ridurrà ulteriormente nei prossimi anni (chi vuole un quadro più completo di questo fenomeno può leggere l’articolo Più morti che nascite nella nostra città, pubblicato sul numero di Città Nostra in edicola ancora per pochi giorni).
Forse bisognerebbe iniziare a pensare di chiudere qualche edificio scolastico comunale, concentrando le classi in meno plessi, così da risparmiare in manutenzione e spese (riscaldamento, elettricità, ecc.).
I dati statistici vanno espressi in percentuale.
varie percentuali sono riportate nell’articolo cartaceo, corredato di tabelle, richiamato in questo articolo on-line. Comunque, l’osservazione di postulante (anche se questo non è un “articolo statistico”, ma c’è solo una precisazione iniziale riguardo a residenti in età scolare) ci invoglia a dare le percentuali, ricordando che la popolazione molese era di 26.564 abitanti nel 2006 ed è scesa a 25.695 nel 2016.
I residenti in età scolare sono passati dal 19% della popolazione al 16,3% (sempre con riferimento al periodo 2006 – 2016); precisamente, quelli da 0 a 5 anni dal 5,5% al 4,5%, quelli da 6 a 10 anni dal 4,7% al 4,3%, quelli 11 a 13 anni dal 3,1% al 2,8% e quelli da 14 a 18 anni dal 5,7% al 4,7%.
Marco, non è vero quello che dice postulante (chi sei?): le elaborazioni statistiche dei dati vanno fatte con i valori assoluti, così come ……le classi si fanno con i numeri degli scolari e studenti! Le percentuali servono prevalentemente a far comprendere meglio l’ampiezza delle differenze nei fenomeni osservati. Quindi, Marco, hai fatto un buon lavoro!
La riduzione del numero di studenti è il prevedibile corollario di una tendenza di fondo presente in tutta Italia e accentuata a Mola, della quale Marco Sciddurlo ha dato conto sull’edizione cartacea del giornale. Non sto a ripetere l’elenco delle cause.
Preferisco sottolineare l’ultima frase del post, ossia l’invito a razionalizzare la rete dei plessi scolastici, sempre che non si stia passando da una condizione di sovraffollamento a una di normalità: non ho informazioni in proposito ma credo che presso le istituzioni scolastiche possano essere agevolmente reperiti dati certi e non opinabili (numero di aule, metri quadri per alunno, etc.) da confrontare con gli standard per stabilire eventuali margini di intervento.
Eventuali edifici e risorse che dovessero rendersi disponibili potrebbero più proficuamente essere destinati ad altre iniziative sempre orientate alle famiglie con bambini. Penso alla realizzazione di un un asilo nido comunale, la cui presenza in un territorio costituisce una forma estremamente concreta di contrasto alla denatalità.