di Andrea G. Laterza

L'insabbiamento sul fronte mare con lo spiaggiamento della posidonia e il rilascio di cattivi odori

L’insabbiamento sul fronte mare con lo spiaggiamento della posidonia e il rilascio di cattivi odori

Giusto un anno fa, nel numero di Settembre 2015 di “Città Nostra”, pubblicammo un editoriale a mia firma dal titolo “Le dieci regole per una città turistica”.

Poiché un anno è trascorso senza che nemmeno uno di quegli obiettivi sia stato centrato, ma neppure avvicinato, riteniamo di fare cosa utile ripubblicando qui l’articolo.

Mentre altri Comuni costieri a noi prossimi, come Polignano e Monopoli, hanno raggiunto buoni standard di presentabilità turistica ma anche di qualità della vita per i propri cittadini, Mola continua a manifestare vasti segni di degrado. E la situazione si aggrava anziché attenuarsi.

Il Sindaco, gli assessori, i consiglieri comunali di maggioranza e di minoranza, i funzionari comunali si interroghino sulla grave situazione di ingovernabilità del nostro centro cittadino, della sua area portuale, del suo fronte mare. E trovino risposte serie e credibili per fare uscire Mola da una decadenza che sembra inarrestabile.

Non sono soltanto il porto e il lungomare ad insabbiarsi: le sabbie mobili della vecchia politica e dell’improduttiva “macchina amministrativa” stanno affondando Mola.

Ecco l’articolo di un anno fa, ancora pienamente valido e attuale:

LE DIECI REGOLE PER UNA VERA CITTA’ TURISTICA

di Andrea G. Laterza

Mentre scrivo queste note, gran parte dell’estate è ormai alle nostre spalle. Tra poco, dopo la Festa patronale, che fa da tradizionale spartiacque, Mola tornerà alla “normalità”: le scuole riapriranno, le spiagge torneranno a farsi deserte, il fronte mare si spopolerà e restituirà il ritmo della risacca sugli scogli, la piazza e le principali vie cittadine perderanno la loquacità degli incontri estivi.

Tra la seconda metà di settembre e la fine di ottobre, quando il clima è ancora dolce, Mola conosce forse la sua stagione migliore: il traffico è meno aggressivo, le passeggiate sono più salutari e benefiche, le chiacchiere con gli amici si fanno più rilassanti e quiete.

Sono in tanti ad aspettare che passi la “buriana” estiva per riprendere un ritmo normale ai propri giorni. Eppure, l’estate dovrebbe essere vista dai molesi come la stagione dalle uova d’oro: apportatrice di benessere e ricchezza per l’intera città. Vi sono in tutta Italia centinaia di comuni medio-piccoli, come il nostro, che, grazie all’intensa e ben organizzata attività turistica estiva, accantonano notevoli risorse per il resto dell’anno, alla stregua di formiche che riempiono la dispensa per i mesi invernali. Il reddito si distribuisce a cascata sull’intera popolazione, direttamente o indirettamente, beneficiata dal turismo.

A Mola questo non accade: il caotico periodo estivo riempie le tasche di pochi, mentre procura disagi in gran parte della cittadinanza. Come ben scrive Nicola Lucarelli, nell’articolo che leggerete nelle prossime pagine, il nostro è uno pseudo-turismo alla “mordi e fuggi”. Un arrembaggio a poche e delimitate zone centrali, per tre mesi all’anno, di gente in arrivo dalle periferie baresi e dalle cittadine dell’entroterra per consumare un “fast food” alla buona, che genera cumuli di rifiuti, sporcizia, disordine, caos automobilistico. E che porta un flusso di denaro limitato a qualche decina di esercizi commerciali, senza alcuna estensione concreta alla catena economica cittadina.

Per di più, questo sgangherato turismo “mangereccio” non fa altro che aggravare la condizione già precaria della nostra qualità di vita. E così, un’intera area (quella che gravita intorno al mercato ittico) si trasforma in una “terra di nessuno”, dove si sovrappongono, in un caos indescrivibile, auto parcheggiate alla meglio, tavolini all’aperto a perdita d’occhio, griglie e braci, inutili e ingombranti tendoni, giostre fuori luogo, fruttivendoli improvvisati e una distesa di macchine che occupa (purtroppo da sempre) la banchina portuale. Non se la passa meglio il nuovo fronte mare, con aiuole ridotte a terra brulla semi-occupate da tavolini e gazebo, bidoni di rifiuti lasciati alla rinfusa, pavimentazione sporca.

Mola può aspirare a diventare un paese turistico di medio livello, soltanto se uscirà dal deleterio cliché del “mordi e fuggi”, innanzitutto valorizzando le proprie risorse storico-artistiche-architettoniche, e dandosi delle regole ben precise. E’ quanto fanno tutte le cittadine che possono fregiarsi per davvero di un turismo di qualità, apportatore di benessere diffuso.

Ecco 10 regole che determinano il successo dei veri paesi turistici:

1) Polizia Municipale efficace ed efficiente, con agenti dislocati in strada in numero adeguato e operativo, con almeno un presidio fisso in zona centrale.

2) Strade ben asfaltate, basolati e marciapiedi ben tenuti, con pulizia scrupolosa di ogni ambiente pubblico (vie, piazze, lungomare, fontane monumentali, palazzi comunali) e igiene diffusa in tutto il tessuto urbano con porta-rifiuti in numero sufficiente, disinfezioni e lavaggi costanti e accurati di strade e piazze.

3) Nessun rifiuto abbandonato per le strade: raccolta differenziata efficiente con incentivi alle famiglie virtuose e punizioni esemplari per i trasgressori.

4) Viabilità ordinata e ben regolata da semafori funzionanti, con estese zone pedonali e a traffico limitato disciplinate da sistemi di video-sorveglianza per il controllo degli accessi, anche in funzione antivandalismo, aree a parcheggio ampie e decentrate con costanti collegamenti al centro tramite bus navetta non inquinanti (elettrici e/o a metano).

5) Decoro cittadino e arredo urbano ottimale: facciate degli edifici pulite e ben tenute con un “piano cittadino del colore”, buona illuminazione, panchine in ordine, nonché gazebo, ombrelloni, sedie e tavolini esterni di bar, pizzerie e ristoranti uniformi per forma, stile e colore. Parco pubblico per il tempo libero o, comunque, aree a verde diffuse, ben curate e rigogliose per varietà di piante e di fiori.

6) Rispetto del suolo pubblico da parte degli esercizi commerciali senza occupazioni ed estensioni improprie.

7) Punti turistici informativi gestiti da personale esperto, in grado di parlare le principali lingue estere.

8) Marketing territoriale esercitato dalla Pro-Loco (o da agenzia specializzata), in grado di attrarre tour-operator di livello internazionale per un turismo di fascia medio-alta: mettendo “in rete” palazzi, chiese, teatri, musei, beni storico-artistici e caratterizzandoli con spettacoli, mostre, rassegne musicali, feste religiose, sagre di buon livello, offerte culturali ed eno-gastronomiche per una migliore fruizione dei turisti ad elevata capacità di spesa, peraltro agganciando l’offerta locale a quella del sud-est barese (mare, trulli, grotte).

9) Ricettività qualificata e di buon livello con alberghi e bed & breakfast condotti in maniera professionale, anche dislocati sul territorio con il sistema dell’”albergo diffuso”, nonché un sistema di negozi convenzionati (abbigliamento, oggettistica, prodotti di gastronomia tipica, vini pugliesi, ecc.) per offerte competitive e promozionali ai turisti.

10) Zone balneari pubbliche ben attrezzate, pulite e mantenute da personale specializzato con attenzione alla salubrità delle acque e alla sicurezza dei bagnanti; aree portuali per il diporto nautico, ordinate e presidiate, con adeguati servizi a terra.

In tutta onestà, chiediamoci: quanti e quali di questi dieci fattori di successo soddisfa Mola? Probabilmente quasi nessuno. E allora – a cominciare dal Sindaco, dalla Giunta Comunale e dal Consiglio comunale, per finire a ciascun cittadino, passando per l’associazionismo locale -, bisogna prendere coscienza che c’è moltissima strada da fare.

Occorrono idee e programmi, ma innanzitutto la volontà politica delle istituzioni e la consapevolezza diffusa dei singoli che soltanto attraverso una vera rinascita e rigenerazione della mentalità collettiva potremo traguardare l’obiettivo di un vero paese turistico, iniziando dal benessere generale dei suoi abitanti, affinché a Mola sia bello e piacevole viverci per 365 giorni all’anno.

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