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FORTHYTO – RADIO INTERFERENCE

Vito ‘Forthyto’ Quaranta – chitarre, voce, elettronica – Giorgio Vendola – contrabbasso  – Mimmo Campanale – batteria

Giovedì 29 settembre ore 21:00  – Castello Angioino

Mola di Bari

Ingresso Libero

 

Radio Interference è il nuovo progetto discografico del chitarrista e cantante pugliese Vito Quaranta alias Forthyto. Nel disco – prodotto dall’etichetta Dodicilune Edizioni Discografiche e Musicali – il compositore è affiancato dal contrabbassista Giorgio Vendola e dal batterista Mimmo CampanaleFull e da tre ospiti: il trombettista Luca Aquino, il fisarmonicista Antonello Salis e il suonatore di tabla Arup Kanti Das.

Radio Interference è un lavoro di totale riscrittura di brani che hanno interferito nella sfera non solo musicale ma emozionale dell’artista. Un percorso nella memoria di brani che hanno un valore inevitabilmente musicale, ma altresì segnate da un legame fortemente personale, non a caso condiviso con musicisti con i quali l’intesa è anche di carattere squisitamente umano come Antonello Salis. Il fisarmonicista sardo è presente in tre brani che regalano momenti di grande lirismo sia nella quasi operistica Prism di Keith Jarrett, che in Last Train Home di Pat Metheny, dal connotato fortemente west coast, per i quali, sono state scritte liriche originali, concludendo con Lucignolo di collodiana memoria, di Fiorenzo Carpi, dal sapore squisitamente folk. Luca Aquino presta il suo “fiato” in altri due brani; la rarefatta versione di How far can you Fly? di Luca Flores, anch’essa a sua volta correlata da liriche originali, e la metropolitana Esteem di Steve Lacy, qui come dedica aperta all’uomo comune. Le tabla di Arup Kanti Das tessono le loro ritmiche in una mantrica versione di Caravan di Juan Tizol cosi come nella poliritmica ritualità di Four Sticks presa in prestito dai Led Zeppelin.

A sostenere questo fermento creativo una ritmica solida e puntuale formata da Giorgio Vendola al contrabbasso che in Cavatina di Stanley Myers esprime tutto il suo potenziale narrativo e Mimmo Campanale alla batteria che in On Green Dolphin Street di Kape/Washington si cimenta in fill di alta scuola. Un’analisi più approfondita meriterebbero i tre soli del leader stesso. Una versione acustica di The Cure di Keith Jarrett crea l’illusione di due chitarre che eseguono il tema, mentre nel Preludio #1 di Johann Sebastian Bach composizione e improvvisazione si inseguono in un flusso continuo, si conclude con l’eterea versione di You don’t know what love is di Don Raye e Gene de Paul dove a cappella, il brano viene cantato sfruttando le risonanze della chitarra acustica.

Il concerto sarà un escursione nel poliedrico ed articolato mondo musicale del leader mosso fra standards, brani originali ed improvvisazioni.

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