di Nicola Rotondi

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Il tavolo dei relatori al dibattito sul referendum

La dialettica sul referendum costituzionale del 4 dicembre irrompe in ambito locale con il confronto, tra le due posizioni alternative, tenutosi ieri nella sala convegni del Castello. A rappresentare il “Sì” Vito Scarimbolo, studente di giurisprudenza; per il No, Rodolfo Vaccarelli, ex consigliere comunale e assessore provinciale.

Incalzati dalle domande del moderatore Lorenzo Giliberti, i due relatori hanno espresso e rilanciato le ragioni del rispettivo schieramento: le necessità di una democrazia decidente e di superare il bicameralismo perfetto, per il primo; la forzatura compiuta su 47 articoli a colpi di maggioranza, priva di un coinvolgimento aperto e democratico, per il secondo.

A giudicare dalle presenze di alcuni volti più o meno noti del panorama politico e dagli interventi fuori campo della platea, l’evento si è caratterizzato anche come contrapposizione ruvida tra tradizione e nuovo corso renziano all’interno del Pd molese: una riedizione in piccola scala della lotta intestina tra minoranza interna e il fronte vicino al segretario nazionale.

Tra tecnicismi giuridici e “mozioni degli affetti” sull’inviolabilità della Carta Costituzionale, non emerge un vero vincitore ai punti: al di là delle ingerenze esterne e della retorica della semplificazione, sarà il risultato decretato a urne chiuse a determinare quale delle due posizioni avrà avuto maggiore consenso.

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