Redazionale

Gli studenti della 3^D del Liceo Majorana con la prof. Dellegrazie, Nicola Lucarelli e Andrea Laterza

“Città Nostra”, aderendo all’invito della Dirigente scolastica prof.ssa Caterina Silvestre, sta conducendo con gli studenti delle classi 3^C e 3^ D del Liceo Scientifico “Majorana” di Mola un’esperienza di alternanza scuola – lavoro, con l’ausilio delle prof.sse Mariella Dellegrazie, Antonella Paldera e Laura Redavid.

Obiettivo principale del progetto è quello di avvicinare i giovani alla teoria e alla pratica del giornalismo, con particolare attenzione ai temi locali.

L’output finale sarà la redazione e la stampa di un supplemento di “Città Nostra” curato dagli studenti.

Un primo risultato degli incontri finora tenuti è rappresentato dall’elaborazione di un articolo che riguarda un problema cittadino di stretta attualità: l’insabbiamento del porto peschereccio.

Abbiamo scelto per i nostri lettori gli articoli di Maria Teresa Deserio della 3^C e di Romina Santoro della 3^D.

Eccoli:

I marinai chiedono che le attività di escavazione dei fondali inizino al più presto

DRAGAGGIO: C’È ANCORA TANTO DA ASPETTARE?

Nave incagliata nel porto di Mola: tanta preoccupazione e voglia di riscatto! “Questa è una vergogna molese”, dicono i cittadini!

di Maria Teresa Deserio – 3^ C

Ancora una volta, si sente parlare dei disagi causati dall’insabbiamento del porto di Mola.

Il motopesca “Ninetta” incagliatosi all’imboccatura del porto navale, ormeggiato presso il cantiere navale

Un recente episodio, avvenuto il 5 gennaio 2017, ha visto il motopesca molese “Ninetta” incagliarsi all’imboccatura del porto, provocando panico tra i membri dell’equipaggio.

Nell’occasione si è potuto apprezzare la prontezza con cui sono intervenuti gli altri pescatori accorsi sul posto, adoperando i cavi d’acciaio per tirare a riva il motopesca e ormeggiarlo presso il cantiere navale, al fine di accertarne gli eventuali danni.

Un tempo, come raccontano anche i nostri genitori e i nostri nonni, era possibile, all’estremità del porto, anche tuffarsi e fare il bagno: il fondale aveva una profondità di quasi 7 metri. Ora, invece, non è più così.

A tal proposito, è opportuno specificare che le mareggiate depositano sabbia e ciottoli a ridosso dell’ imboccatura del porto, ostruendo il passaggio di entrata ed uscita dei motopescherecci.

Ormai da tempo si è fatto fronte all’insabbiamento con un percorso navigabile che tutte le imbarcazioni devono rigorosamente seguire per entrare ed uscire dal porto: si tratta di un canale obbligato di 5-6 metri di larghezza e profondo quasi un metro d’acqua utile.

Insabbiamento del porto di Mola di Bari: una vergogna molese

L’insabbiamento cresce purtroppo a vista d’occhio: all’altezza dell’estremità del molo di tramontana pochi mesi fa c’era ancora un velo d’acqua, ora invece si può camminare liberamente su molti metri di sabbia, proprio come se fosse una spiaggia pubblica!

Da anni se ne sente parlare, ma mai nessuno ha preso provvedimenti concreti. Anche l’attuale Sindaco di Mola, Giangrazio Di Rutigliano, durante le elezioni comunali avvenute nel 2015, aveva più volte ribadito, con il Presidente della Regione Michele Emiliano, di essere consapevole delle problematiche in cui versa il nostro porto: insieme avevano preso pubblicamente l’impegno di effettuarne il dragaggio.

Nel recente servizio televisivo di “Striscia la Notizia”, andato in onda il 18 gennaio 2017, il corrispondente pugliese “Pinuccio” ha parlato di uno stanziamento regionale di circa 2 milioni di euro per far fronte all’insabbiamento.

Ma, come si suol dire, “ verba volant, scripta manent!”. Tutte le promesse fatte devono avere, in qualche modo, veridicità e concretezza, altrimenti sono solo parole, parole, parole … proprio come recita la canzone di Mina.

Siamo purtroppo dinanzi ad una classe politica dedita solo all’apparenza e non alla sostanza: i cittadini sono scontenti perché vorrebbero vedere finalmente i politici fermi sulle proprie decisioni, senza il ricorso all’uso della dialettica e della retorica per rabbonire la gente, così che tutti possano facilmente comprenderli.

“Riusciranno i nostri eroi?” Questa, direi, è la frase adatta a descrivere una situazione di immobilità e incertezza sul futuro di Mola e, soprattutto, del suo porto.

Il nostro paese, affacciandosi sul mare, vede la pesca tra le attività più praticate: da essa deriva un’attività vitale per la nostra economia.

E’ quindi necessario che vengano al più presto condotte le attività di dragaggio per consentire il normale svolgimento dell’attività peschereccia, evitando che episodi spiacevoli per la sicurezza dei nostri pescatori accadano nuovamente.

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Incidente per un’imbarcazione molese 

CRESCE L’INSABBIAMENTO DEL PORTO DI MOLA

Nella notte del 5 gennaio 2017 il peschereccio Ninetta si è incagliato all’imboccatura del nostro bacino portuale.

di Romina Santoro – 3^ D

Il motopesca “Ninetta” in difficoltà durante l’incaglio all’imboccatura del porto

Il porto del nostro paese è rivolto verso levante.

Pertanto, oltre 20 anni fa, fu costruito un apposito molo (chiamato appunto “di Levante”) per proteggerlo dalle mareggiate quando il vento spira da est.

Quest’opera ha però portato alla creazione di un fenomeno: il ristagno. Infatti, la mancanza di feritoie nel nuovo molo ha impedito lo scambio di acqua con il mare aperto.

Peraltro, fino ad alcuni anni fa all’imboccatura del porto erano situate alcune gabbie abbandonate (un tempo adibite all’allevamento di pesce in mare aperto), le quali hanno creato un’ulteriore barriera, favorendo l’accumulo di sabbia.

Attualmente il tratto per il passaggio delle barche si è ridotto ad uno stretto canale della profondità di circa un metro utile: esso, se male imboccato, causa l’incaglio dei pescherecci con il possibile pericolo di ribaltamento.

Di recente, nella notte del 5 gennaio 2017 il peschereccio “Ninetta” si è incagliato all’imboccatura del nostro bacino portuale: l’incidente, per fortuna, questa volta si è risolto senza danni alle persone.

L’ultimo dragaggio del nostro porto risale al 1995, quando era ancora possibile smaltire il materiale recuperato al largo della costa.

Le nuove norme prevedono di stabilire prima la precisa “caratterizzazione” del materiale da smaltire: se la sabbia risulta inquinata, va portata in apposite discariche. Quest’ultima operazione rende i costi del dragaggio molto elevati.

Negli ultimi anni tutti i politici che si sono succeduti nell’amministrazione del nostro Comune hanno promesso un intervento risolutivo di questa situazione, diventata nel tempo sempre più pericolosa.

Durante l’ultima campagna elettorale, dai palchi dei comizi è intervenuto il Presidente della Regione, sostenitore del sindaco Di Rutigliano: egli ha promesso, in caso di vittoria, un suo immediato intervento economico per risolvere il problema.

Sono trascorsi quasi due anni ma la situazione non è cambiata, anzi, è peggiorata.

Ora i pescatori pretendono che le promesse dell’attuale governatore della Puglia vengano mantenute.

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