Il Sindaco Giangrazio Di Rutigliano: può ritirare le dimissioni entro e non oltre il 21 febbraio.

di Andrea G. Laterza

Mancano ormai solo quattro giorni.

Se Giangrazio Di Rutigliano non revocherà le dimissioni, presentate il 1° febbraio, non sarà più Sindaco di Mola dalla mattina di mercoledì 22 febbraio.

Tuttavia, i motivi per un ritiro delle dimissioni sono pressoché inesistenti: la risposta dei 4 consiglieri indipendenti non lascia alcun adito a dubbi e interpretazioni: non torneranno più nella coalizione “Bene comune”.

E, quindi, la fondamentale motivazione per una revoca non c’è più: il ricompattamento non c’è stato e non ci sarà.

Tuttavia, Di Rutigliano, come abbiamo scritto in un precedente articolo, potrebbe azionare il cosiddetto “Piano B”, ovvero ritirare le dimissioni motivando la continuazione nell’incarico con lo spauracchio di un commissariamento lungo.

Insomma, il Sindaco potrebbe rimanere in carica paventando un vuoto di potere politico, con il Comune affidato ad un commissario straordinario di nomina prefettizia, fino alla primavera 2018 se il decreto presidenziale di scioglimento del Consiglio comunale non interverrà entro venerdì 24 febbraio, data limite stabilita dalla legge al fine di agganciare le elezioni comunali nel nostro Comune al turno elettorale di quest’anno.

Ma anche in questo caso, la motivazione sarebbe labile. Il Sindaco tornerebbe nella pienezza dei poteri (ora è in amministrazione ordinaria dal 1° febbraio) per galleggiare però fino alla presentazione del bilancio di previsione in Consiglio comunale, stabilito dal decreto “milleproroghe” al 31 marzo 2017 quale ultimo termine per l’approvazione.

Infatti, a quel decisivo appuntamento, il “gruppo dei 4” non potrà fargli avere un voto favorevole: l’approvazione del bilancio 2017 è un atto fondamentalmente politico e votare a favore significherebbe il rientro degli indipendenti nella maggioranza: un evento politico già escluso da Nicola Tanzi, Franco Battista, Gianni Siciliano e Vito Lepore nel loro ultimo comunicato.

Insomma, se la politica ha ancora una logica e un senso in quel di Mola di Bari, a Giangrazio Di Rutigliano restano solo pochi giorni per preparare gli scatoloni.

Si vocifera in queste ore di un ultimo disperato tentativo di ricucitura con il “gruppo dei 4”, affidato ai consiglieri comunali Gianni Alberotanza e Antonio Tricase. Ma è un tentativo che non approderà a nulla, a meno che i 4 indipendenti non vogliano perdere irrimediabilmente la faccia: cosa assai poco probabile.

Riepiloghiamo cosa accadrà nel periodo successivo allo scadere dei 20 giorni concessi dalla legge per il diritto al ripensamento del Sindaco, senza che tuttavia le dimissioni siano state ritirate:

1) Mercoledì 22 la Segretaria comunale ha l’obbligo di comunicare l’irrevocabilità delle dimissioni del Sindaco al Prefetto di Bari.

2) Il Prefetto ne prende atto e invia una relazione al Ministro dell’Interno, successivamente nomina un commissario prefettizio che rimane in carica per un massimo di 90 giorni.

3) Il Ministro dell’Interno relaziona alla Presidenza della Repubblica proponendo lo scioglimento del Consiglio comunale di Mola di Bari.

4) Il Presidente della Repubblica promulga un DPR (decreto del Presidente della Repubblica) con il quale viene sciolto il Consiglio comunale.

5) Il Prefetto nomina un commissario straordinario (potendo confermare il commissario provvisorio), approvato con decreto del Presidente della Repubblica, che reggerà il Comune di Mola fino alla data delle elezioni amministrative stabilita per legge, sommando i poteri del Sindaco, della Giunta e del Consiglio comunale.

 

 

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