Il 21 ed il 22 Giugno si svolgerà il Congresso del Circolo locale di Rifondazione Comunista.
Nello specifico il 21 Giugno, dalle ore 16.30 nella Sala consiliare (via De Gasperi n. 137), si terrà
l’apertura “pubblica” della fase congressuale.

Negli ultimi decenni, ma soprattutto nell’ultimo periodo, abbiamo visto crescere il distacco tra
il Sociale ed il Politico (tra “agorà” ed “ecclesia”, come venivano definite nella Grecia antica) che
non ha investito solo le forme dell’appartenenza politica e dell’attivismo sociale, ma ha anche
destrutturato i legami di Solidarietà sociale che prima definivano e determinavano le nostre
Comunità, oggi invece dilaniate dalla Paura e dalla insicurezza che si traduce in xenofobia, egoismo
e, sempre più spesso, in drammatica Violenza.

Noi, da Sinistra, rintracciamo le motivazioni di questa dinamica degenerativa nel primato che
l’Economia ha maturato sulla Società. La riduzione del Cittadino a semplice utente-consumatore
(approccio che porta alla privatizzazione dei Servizi pubblici, alla distruzione del Contratto
Collettivo Nazionale del Lavoro, alla discriminazione del Reddito…), ha brutalmente trasformato i
rapporti sociali, le Comunità ed addirittura le forme dello stare_insieme.

Oggi più di ieri bisognerebbe cambiare innanzitutto se stessi, per cambiare quello che ci
sta intorno.

In questa fase di reflusso sempre più ampio ed evidente dei meccanismi intermedi della
rappresentanza Politica (nello specifico il “sistema dei Partiti”) l’Associazionismo (di ogni tipo) ha
rappresentato una sorta di Welfare dell’attivismo, una Rete di protezione capace di salvaguardare le
Pratiche e l’agire politico della Solidarietà che altrimenti si sarebbe totalmente perso.

Si pongono quindi con evidenza e necessità i temi del Territorio e della Solidarietà come
questioni principali della nostra Esistenza nella Società. Il Territorio come elemento dove
svolgiamo quotidianamente il nostro attivismo, nelle declinazioni che ognuno ritiene legittimamente
più idonee. La Solidarietà come nuova “Narrazione” da costruire e da proporre come costituente di
mutualismo sociale. Per questo motivo sono importanti gli obiettivi pratici, immediati e concreti
come può esserlo un gruppo di acquisto solidale, un corso di alfabetizzazione, un dopo-Scuola
popolare, un Mercatino per lo Scambio dei libri usati ed altre Esperienze di “fare Società”.

È la Rivoluzione che abbiamo in mente. Una Rivoluzione dove l’arma è la Parola e la forza è
la non-Violenza. Una Rivoluzione delle Relazioni sociali, per trovare nel Territorio una risorsa
innanzitutto sociale. Un riferimento, una Comunità. La Rivoluzione del “fare”, dell’Organizzare
mutualità. Problematicizziamo, quindi, anche la nostra Storia politica. L’Essenza profonda della
nostra appartenenza. La divisione tra Classi non può più essere ridotta allo scontro infinito tra
Proletariato e Borghesia, la “Lotta di Classe” del nostro immaginario politico non si presenta più
come nel 1848 (data di pubblicazione del Manifesto del Partito Comunista). Lo stesso Conflitto tra
Capitale e Lavoro, pur essendo ancora presente ed evidentemente pesante (basta considerare lo
“scarto” abissale del Reddito tra un manager di un’Azienda e l’operaio che vi Lavora oppure le
disuguaglianze con i “nuovi Poveri” in aumento costante) non può non essere riconsiderato,
probabilmente in una dimensione più “territoriale” come Conflitto tra chi dall’alto vuole “imporre”
delle azioni mentre, dal basso, c’è una Comunità che si auto-organizza e si propone creativamente
come guida di se stessa (basti pensare a quanto è successo con l’Impianto di produzione di CDR
in Contrada Martucci).

Il “politicismo”, quella tendenza del partitismo a ridurre tutto a se stesso, ad utilizzare ogni
elemento (anche i più progressisti) per il proprio personale avanzamento, ha distrutto innanzitutto la
fiducia. Ha diviso. Ha diffuso il sospetto, la diffidenza ed il distacco anche dove non avrebbero
senso. Qualche volta ha “contagiato” anche l’Associazionismo che, spesso, diventa anch’esso
corporativo ed autoreferenziale. Socialmente inutile.

Tutto questo chiede di essere superato. Chiede di farsi “Rete”, di praticare l’Obiettivo per
produrre un avanzamento collettivo e non individuale e personalistico.

Il senso del Congresso di Rifondazione Comunista, a Mola di Bari, sta tutto in questa
Speranza. Potrebbe servire innanzitutto a mettersi a disposizione. Per provare a creare un percorso
collettivo, una “Campagna sociale” diffusa e presente per comprendere quali sono i Bisogni della
Comunità e costruire risposte attraverso la “Pratica dell’Obiettivo”.

Creando una Rete dove ogni nodo non si confonde con l’altro ma ne diventa parte essenziale
per mantenere e produrre, appunto, un altro Sogno.

Rifondazione Comunista

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