È proprio il caso di dire “un grande peccato” (anche se da quello che mi risulta San Giorgio credo non venga riconosciuto come santo dalla Chiesa), mi chiedo ma chi sapeva di quello che stava avvenendo e magari sapeva anche che in qualche modo si poteva evitare, perché non ha sollecitato in modo da fermare questo atto di insensibilità verso la storia comune di noi molesi? Intanto complimenti ai “peccatori”.
Ringrazio la redazione di Città Nostra per aver dato risalto ad una notizia simile. Ormai sono anni che faccio battaglie sulla valorizzazione delle tradizioni e sulla conservazione dei nostri beni architettonici dalla non-curanza ed incoscienza (nel senso di non-conoscienza, non-coscienza) dei beni storici molesi.
Eppure basterebbe comprare il libro di Berlingerio sulle masserie ed i palazzi nobiliari della Mola del 1700-1800 per rendersi conto dello scempio che ha dovuto subire la nostra BELLISSIMA MOLA (un tempo lo era molto di più).
E pensare che ad occuparsi di tale ambito è un ragazzo di 28 anni che la festa di San Giorgio, per esempio, non l’ha mai vista ma l’ha letta ovunque e sentita raccontare dagli anziani. Sembra di combattere contro i mulini al vento e contro una certa ignoranza di chi minimizza tutto con: “a Mola sempre festa dobbiamo fare?” come a dire che certe cose recano anche un pò di fastidio. Roba da matti.
Vorrei integrare ciò che ho scritto sul mio blog a proposito della chiesetta di San Giorgio e della sua vecchia festa perchè c’è sempre bisogno di ricordare, informare per non perdere la nostra fin troppo corta memoria:
——————————————————-
In passato, 50 anni fa circa,nel giorno del 23 aprile dedicato a San Giorgio, si teneva una piccola festa in una chiesetta rurale, ormai sconsacrata e destinata a deposito per attrezzi agricoli, situata all’inizio della strada per contrada Pozzovivo. San Giorgio, Patrono della nostra cittadina prima della Madonna Addolorata, era portato in processione dalla campagna in paese per poi riportarlo nella chiesetta rurale, sua fissa residenza. L’omonima Confraternita, dedicava al Santo una festa con fuochi pirotecnici e la Sagra della lattuga che sicuramente i più anziani ricorderanno. Perchè la lattuga? Attorno alla chiesetta del Santo c’erano un sacco di campi in cui l’ortaggio veniva coltivato e per questo motivo si diede a San Giorgio il nomignolo di “santo delle lattughe”. I devoti, in occasione della festa si recavano presso la chiesetta di San Giorgio. Oggi di questa festa è rimasta solo la Fiera, e la statua del Santo a cavallo ritrovata nella cappelletta di San Giacomo e portata in processione dopo il restauro qualche anno fa, con la speranza di riportare in auge l’antica festa. Questo tentativo di recuperare le tradizioni legate a San Giorgio fu bruscamente interrotto per motivi a noi sconosciuti. Dal Vaticano fu persino messa in dubbio la reale esistenza del Santo, cui si attribuisce il valore di una leggenda. La statua è visibile all’interno della parrocchia della SS. Trinità sulla via per Rutigliano.
——————————————————–
Speriamo che, alla luce di tutto questo, la parrocchia della SS. Trinità che ora possiede la statua di San Giorgio restaurata qualche anno fa, possa riappropriarsi della stessa festa attraverso una raccolta firme degli abitanti della zona e di chi vuole appoggiare l’iniziativa (anche perchè la festa della SS. Trinità ha perso consistenza nel corso del tempo).
Anche se sono negli Stati Uniti,la firma per riportare a galla questa tradizonale processione, la metto da subito,per favore valorizzate queste opere di grande rilievo storico.
Beppe
29 Maggio 2009 alle 23:06 -
Forza Nico, non mollare, tipi come te ce ne vorrebbero di più…
Come ho già proposto da qualche altra parte, ci vorrebbe una mappatura completa del patrimonio culturale di questo paese (quadri, monumenti ecc…) che, oggi, non esiste (almeno io non lo conosco). Molte opere di artisti locali, ad esempio, sono sparse tra Palazzo comunale e case private. Si dovrebbero raccogliere tutte in uno spazio comune (magari nel Teatro e nella nuova “Casa della Cultura”). Altrimenti finiranno tutte come la chiesetta di San Giorgio. Io penso che un coordinamento tra associazioni culturali ed esperti locali potrebbe essere proficuo.
@ Mariarosaria: spero che qualche abitante del quartiere SS. Trinità si stia muovendo in tal senso…
@ Beppe: ti ringrazio ma non faccio nulla di che. La mia unica pecca è quella di essere innamorato di questo paese… 🙂
Nicola Pinto
30 Maggio 2009 alle 20:45 -
Ottimo quanto dice Francesco, anche io mi ritrovo pienamente d’accordo. La questione è direi “delicata” e più importante di quanto a primo avviso potrebbe sembrare a chi normalmente non si interessa di queste cose. Sull’argomento ho già avuto modo di argomentare più volte ed in diverse occasioni con i nostri amministratori e francamente non sono rimasto soddisfatto delle “risposte”, pur avendo essi mostrato buoni propositi, ma nei fatti oggi ancora nulla di quanto erano i loro proponimenti e reso fatto concreto, se non in minima parte o con un risultato di approssimativa qualità. Ritengo che in merito vadano costituiti un comitato od una associazione che porti avanti obbiettivi di salvaguardia dei Beni Culturali locali e valorizzi le intelligenze creative ed artistiche sia del passato che della contemporaneità molese, con predisposizione di una azione più ampia territorialmente che riesca a concepire un sistema in rete provinciale e regionale. Magari potremmo riparlarne in una sede più opportuna, cosa ne dite?
gaspare
30 Maggio 2009 alle 23:30 -
D’accordo con Nicola Pinto: serve un comitato ad hoc.
D’accordo anche con Francesco: va fatto un inventario del nostro patrimonio storico.
Forse è esagerato ma ci vorrebbe l’ex assessore Linsalata per questo compito. Con lui la Chiesa di San Giorgio non avrebbe fatto quella fine, come ne castello non avrebbero costruito i box, ecc.
Penso sia da chiarire che la costruzione in parola, ex Chiesa di S. Giorgio dismessa molti anni fa, è una proprietà privata, priva di qualsiasi valore architettonico.
L’attuale proprietario progetta di realizzare un’abitazione per sè.
Resta comunque il valore affettivo di quanti hanno vissuto nel passato le vicende di quella chiesetta al di là della ferrovia, legate in modo particolare al mondo contadino.
La tradizione della festività di S. Giorgio si è invece persa nella notte dei tempi, insieme con tante altre feste e processioni che cadenzavano una volta il cambio delle stagioni.
Per ovvii motivi queste tradizioni sono irrimediabilmente perdute.
Ognuno di noi dovrebbe impegnarsi a mantenere in vita quelle poche ancora esistenti, che godono di radici ben più profonde e sentite dalla cittadinanza e da parte delle nuove generazioni.
D’accordo com Maria Rosaria, forse perche` vivo anch’io negli Stati Uniti, ne metterei un migliaio di firme per valorizzare i patrimoni ancora esistenti e continuare le tradizioni nostrane.
Ma questa volta deve essere Mola ed i molesi residenti ad iniziare, e noi appoggeremo senza discutere.
È proprio il caso di dire “un grande peccato” (anche se da quello che mi risulta San Giorgio credo non venga riconosciuto come santo dalla Chiesa), mi chiedo ma chi sapeva di quello che stava avvenendo e magari sapeva anche che in qualche modo si poteva evitare, perché non ha sollecitato in modo da fermare questo atto di insensibilità verso la storia comune di noi molesi? Intanto complimenti ai “peccatori”.
Ringrazio la redazione di Città Nostra per aver dato risalto ad una notizia simile. Ormai sono anni che faccio battaglie sulla valorizzazione delle tradizioni e sulla conservazione dei nostri beni architettonici dalla non-curanza ed incoscienza (nel senso di non-conoscienza, non-coscienza) dei beni storici molesi.
Eppure basterebbe comprare il libro di Berlingerio sulle masserie ed i palazzi nobiliari della Mola del 1700-1800 per rendersi conto dello scempio che ha dovuto subire la nostra BELLISSIMA MOLA (un tempo lo era molto di più).
E pensare che ad occuparsi di tale ambito è un ragazzo di 28 anni che la festa di San Giorgio, per esempio, non l’ha mai vista ma l’ha letta ovunque e sentita raccontare dagli anziani. Sembra di combattere contro i mulini al vento e contro una certa ignoranza di chi minimizza tutto con: “a Mola sempre festa dobbiamo fare?” come a dire che certe cose recano anche un pò di fastidio. Roba da matti.
Vorrei integrare ciò che ho scritto sul mio blog a proposito della chiesetta di San Giorgio e della sua vecchia festa perchè c’è sempre bisogno di ricordare, informare per non perdere la nostra fin troppo corta memoria:
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In passato, 50 anni fa circa,nel giorno del 23 aprile dedicato a San Giorgio, si teneva una piccola festa in una chiesetta rurale, ormai sconsacrata e destinata a deposito per attrezzi agricoli, situata all’inizio della strada per contrada Pozzovivo. San Giorgio, Patrono della nostra cittadina prima della Madonna Addolorata, era portato in processione dalla campagna in paese per poi riportarlo nella chiesetta rurale, sua fissa residenza. L’omonima Confraternita, dedicava al Santo una festa con fuochi pirotecnici e la Sagra della lattuga che sicuramente i più anziani ricorderanno. Perchè la lattuga? Attorno alla chiesetta del Santo c’erano un sacco di campi in cui l’ortaggio veniva coltivato e per questo motivo si diede a San Giorgio il nomignolo di “santo delle lattughe”. I devoti, in occasione della festa si recavano presso la chiesetta di San Giorgio. Oggi di questa festa è rimasta solo la Fiera, e la statua del Santo a cavallo ritrovata nella cappelletta di San Giacomo e portata in processione dopo il restauro qualche anno fa, con la speranza di riportare in auge l’antica festa. Questo tentativo di recuperare le tradizioni legate a San Giorgio fu bruscamente interrotto per motivi a noi sconosciuti. Dal Vaticano fu persino messa in dubbio la reale esistenza del Santo, cui si attribuisce il valore di una leggenda. La statua è visibile all’interno della parrocchia della SS. Trinità sulla via per Rutigliano.
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Speriamo che, alla luce di tutto questo, la parrocchia della SS. Trinità che ora possiede la statua di San Giorgio restaurata qualche anno fa, possa riappropriarsi della stessa festa attraverso una raccolta firme degli abitanti della zona e di chi vuole appoggiare l’iniziativa (anche perchè la festa della SS. Trinità ha perso consistenza nel corso del tempo).
Anche se sono negli Stati Uniti,la firma per riportare a galla questa tradizonale processione, la metto da subito,per favore valorizzate queste opere di grande rilievo storico.
Forza Nico, non mollare, tipi come te ce ne vorrebbero di più…
Come ho già proposto da qualche altra parte, ci vorrebbe una mappatura completa del patrimonio culturale di questo paese (quadri, monumenti ecc…) che, oggi, non esiste (almeno io non lo conosco). Molte opere di artisti locali, ad esempio, sono sparse tra Palazzo comunale e case private. Si dovrebbero raccogliere tutte in uno spazio comune (magari nel Teatro e nella nuova “Casa della Cultura”). Altrimenti finiranno tutte come la chiesetta di San Giorgio. Io penso che un coordinamento tra associazioni culturali ed esperti locali potrebbe essere proficuo.
d’accordissimo con francesco.
@ Mariarosaria: spero che qualche abitante del quartiere SS. Trinità si stia muovendo in tal senso…
@ Beppe: ti ringrazio ma non faccio nulla di che. La mia unica pecca è quella di essere innamorato di questo paese… 🙂
Ottimo quanto dice Francesco, anche io mi ritrovo pienamente d’accordo. La questione è direi “delicata” e più importante di quanto a primo avviso potrebbe sembrare a chi normalmente non si interessa di queste cose. Sull’argomento ho già avuto modo di argomentare più volte ed in diverse occasioni con i nostri amministratori e francamente non sono rimasto soddisfatto delle “risposte”, pur avendo essi mostrato buoni propositi, ma nei fatti oggi ancora nulla di quanto erano i loro proponimenti e reso fatto concreto, se non in minima parte o con un risultato di approssimativa qualità. Ritengo che in merito vadano costituiti un comitato od una associazione che porti avanti obbiettivi di salvaguardia dei Beni Culturali locali e valorizzi le intelligenze creative ed artistiche sia del passato che della contemporaneità molese, con predisposizione di una azione più ampia territorialmente che riesca a concepire un sistema in rete provinciale e regionale. Magari potremmo riparlarne in una sede più opportuna, cosa ne dite?
D’accordo con Nicola Pinto: serve un comitato ad hoc.
D’accordo anche con Francesco: va fatto un inventario del nostro patrimonio storico.
Forse è esagerato ma ci vorrebbe l’ex assessore Linsalata per questo compito. Con lui la Chiesa di San Giorgio non avrebbe fatto quella fine, come ne castello non avrebbero costruito i box, ecc.
Penso sia da chiarire che la costruzione in parola, ex Chiesa di S. Giorgio dismessa molti anni fa, è una proprietà privata, priva di qualsiasi valore architettonico.
L’attuale proprietario progetta di realizzare un’abitazione per sè.
Resta comunque il valore affettivo di quanti hanno vissuto nel passato le vicende di quella chiesetta al di là della ferrovia, legate in modo particolare al mondo contadino.
La tradizione della festività di S. Giorgio si è invece persa nella notte dei tempi, insieme con tante altre feste e processioni che cadenzavano una volta il cambio delle stagioni.
Per ovvii motivi queste tradizioni sono irrimediabilmente perdute.
Ognuno di noi dovrebbe impegnarsi a mantenere in vita quelle poche ancora esistenti, che godono di radici ben più profonde e sentite dalla cittadinanza e da parte delle nuove generazioni.
D’accordo com Maria Rosaria, forse perche` vivo anch’io negli Stati Uniti, ne metterei un migliaio di firme per valorizzare i patrimoni ancora esistenti e continuare le tradizioni nostrane.
Ma questa volta deve essere Mola ed i molesi residenti ad iniziare, e noi appoggeremo senza discutere.