La RSSA è una struttura riservata a persone di età superiore ai 64 anni con gravi problemi psico-fisici che li portano a non essere in grado di vivere una vita autonoma. La sigla, infatti, significa Residenza Socio Sanitaria Assistenziale. Quella che sarà realizzata a Mola per iniziativa del dott. Giuseppe Capotorto sarà appunto specializzata nell’assistenza agli anziani non auto-sufficienti.
Il progetto ha visto finalmente di recente l’approvazione del Consiglio comunale e sarà presentato ai cittadini molesi con un convegno promosso dall’Amministrazione comunale dal tema accattivante “Come eravamo…come saremo” e programmato per venerdì 26 febbraio, alle ore 9,30, presso il Castello Angioino.
Introdurranno il Sindaco Nicola Berlen ed il Presidente della Provincia Francesco Schittulli. Relazioneranno: Isabella Quaranta, amministratore della Engineering Tecno Propject, Anna Maria Candela, dirigente del Servizio programmazione sociale della Regione Puglia, Angela Barbanente, Assessore all’assetto del territorio della Regione Puglia.
Interverranno: Massimo Cassano, commissario della III commissione regionale, Luigi D’Ambrosio Lettieri, segretario della XII commissione regionale.
Concluderà i lavori Onofrio Introna, assessore regionale all’Ecologia. Nella viste di moderatore Dino Iannuzziello, consulente della Commissione Sanità del Senato.
Ma per meglio capire cos’è ed a che serve una RSSA, ecco come la descrive il Bollettino Regionale n. 12 del 22 gennaio 2007:
La residenza protetta o residenza sociosanitaria assistenziale è una struttura che deve avere le seguenti caratteristiche:
Dimensioni | Descrizione e standard |
Tipologia e carattere; destinatari | La residenza sociale assistenziale, eroga prevalentemente servizi socioassistenziali a persone anziane, in età superiore ai 64 anni, con gravi deficit psico-fisici, che non necessitano di prestazioni sanitarie complesse, ma che richiedono un alto grado di assistenza alla persona con interventi di tipo assistenziale, che non sono in grado di condurre una vita autonoma e le cui patologie, non in fase acuta, non possono far prevedere che limitati livelli di recuperabilità dell’autonomia e non possono essere assistite a domicilio. La residenza sociale è collegata funzionalmente con i servizi sociosanitari dell’Ambito, comprendenti l’assistenza medico-generica, l’assistenza farmaceutica, il segretariato sociale, l’assistenza domiciliare integrata, i centri a carattere residenziale diurno, anche al fine di programmare la continuità degli interventi assistenziali agli ospiti dopo la dimissione e per ridurre l’incidenza del ricovero in strutture ospedaliere ovvero in strutture extra-ospedaliere sanitarie per ospiti che abbiano le caratteristiche sopra individuate. Le Residenze sociali sono classificate di fascia alta e di fascia media in base ai requisiti di accoglienza alberghiera. |
Ricettività | Ciascun modulo abitativo può ospitare fino a un massimo di 30 ospiti. La capienza massima della struttura non può superare i 120 ospiti. |
Prestazioni | Le Residenze sociali assicurano le seguenti prestazioni: – assistenza tutelare diurna e notturna; – attività socializzanti ed educative; – prestazioni infermieristiche; – prestazioni e servizi alberghieri inclusivi della somministrazione dei pasti. |
Personale | Amministrazione: responsabile amministrativo della struttura, operatori amministrativi; Servizi generali: I servizi di cucina, di lavanderia, di pulizie e stireria possono essere assicurati mediante convenzione con ditte esterne. Prestazioni sociosanitarie: Per il profilo di O.S.S. si faccia riferimento alla definizione di cui al Regolamento Reg. n. 14/2005 e successive modificazioni. Nelle more del completamento dei corsi di formazione per la riqualificazione del personale in servizio per le strutture già autorizzate, e nelle more della realizzazione dei corsi di formazione per OSS per le risorse umane non inserite, la figura di OSS può essere sostituita da operatori O.T.A.. Per le strutture già operanti, l’eventuale personale con qualifica OTA, ovvero OSA, e con contratto di lavoro dipendente a tempo indeterminato, dovrà essere riqualificato in OSS entro il termine di tre anni dalla entrata in vigore del presente regolamento. La struttura deve avere un coordinatore sociale, nella figura di un assistente sociale laureato, di un educatore o educatore professionale, impegnato con prevalenti compiti di coordinamento in materia di attività socializzanti, educative e di dietetica, nonchè di coordinamento dell’intera attività sociosanitaria e di garanzia della applicazione di protocolli omogenei per l’accoglienza e la gestione dei casi. Il coordinatore è impegnato per un minimo di 12 h. settimanali di prestazioni ogni 30 ospiti. La ASL competente è tenuta ad assicurare, in ogni caso, in favore degli ospiti della Residenza sociale i seguenti interventi di rilievo sanitario: Le cure mediche generiche in favore degli ospiti sono assicurate dai Medici di Medicina generale nel rispetto delle norme vigenti. L’assistenza medica specialistica viene erogata a carico della ASL nel cui territorio insiste la struttura. |
Insomma, un ospizio! E io che mi credevo che avrebbero fatto un centro ospedaliero convenzionato specializzato …
Ma scusate, la RSA non ce l’abbiamo già? Perchè ne devono fare un altra?
Dove dovrebbe sorgere questa struttura?
Fuori la sanità dalle mani pubbliche.
Scusate il paradosso, ma la vicenda delle autorizzazioni (ed il suo lungo e travagliato iter) per la RSSA dimostra come la politica abbia bsogno che la sanità resti in mano pubblica. Come potrebbe spiegarsi altrimenti il letargo imposto dalle autorità al progetto pr anni e anni?
E come non leggere una sorta di do ut des imposto dalle attuali forze di governo ad un privato che politicamente ha colore avverso?
La brutta manfrina del giovane politico locale con l’ausilio dell’Amico (vedi cartelloni) con aspirazioni alla sanità regionale, disinnescata nell’ultimo consiglio comunale, segna secondo me l’ennesima brutta pagina di un sistema che si può permettere impunemente di non dare risposte ad una istanza, salvo poi concedere il dovuto, giusto alla stretat vigilia elettorale.
Definitivamente si continua a volare alto. Un tempo ci creava il consenso aggiustando le strade ed i semafori 15 giorni prima del voto. Oggi si concedono le autorizzazioni ai progetti dopo averli tenuti fermi per anni. La sanità in mano alla politica non è solo piazzare i dirigenti amici a capo delle ASL o nominare i primari secondo tessera invece che secondo curriculum.
Detto questo, ad Angelo mi permetto di rispondere che il disprezzo che si legge fra le righe del suo commento mi spinge ad augurargli di restare giovane sempre ed in ottima salute; e soprattutto cieco difronte alle necessità di una adeguata assistenza agli anziani ed a chi ha bisogno di cure di riabilitazione. Con l’augurio che mai nè a lui nè a qualche suo parente anziano, nè a chicchessia sia necessaria la presenza sul territorio di una struttura che sia di aiuto a chi ne dovesse, un giorno, avere bisogno.
Mi sa che a Mola si senta il bisogno di essere carenti di qualsiasi struttura: è più importante essere costretti ad andare lontano, non tanto per ricevere assistenza quanto per potersi lamentare che al proprio paese assistenza non ce n’è.
Sento il dovere di complimentarmi con il dott. Capotorto di essere riuscito a portare a termine la prima parte del suo progetto. So quanti problemi, quante delusioni, quanti ostacoli ha dovuto superare ad ogni livello. Questo non è un “ospizio”, ma una RSSA, che nulla ha che spartire con l’attuale RSA di via Rutigliano. Bene ha fatto Città Nostra a riportare parte della Legge Regionale del 2006 che istituisce queste strutture specializzate nell’assistenza agli anziani non autosufficienti. Chi non vive a Mola non sa quante famiglie (sono tantissime!!!) assistono quotidianamente famigliari con gravi problemi fisici e psichici. Basti pensare a chi soffre di Sla, di morbo di Parkinson, di Alzhaimer. Assistere un inguaribile in casa, sia pure con l’affetto caratteristico della nostra gente, è un peso enorme sia sotto l’aspetto pratico che finanziario. Troppo spesso si pensa e si scrive senza conoscere la realtà.
Altro aspetto che non va sottovalutato: l’0ccupazione. E Dio sa quanto sia necessaria ed indispensabile a Mola, priva, com’è, di seri sbocchi occupazionali, grazie ad una politica, che ha colpevolmente trascurato l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro, nonostante i milioni di euro del programma Urban.
Se un privato investe, bisogna santificarlo. A Mola è una rarità. La dietrologia lasciamola ai politicanti piazzaioli. A noi cittadini interessa la concretezza dei fatti e delle realizzazioni.
Vorrei sapere quale sarebbe l’investimento del privato, forse quello delle convenzioni pubbliche. A quel punto rimane solo tanto, ma tanto, profitto.
Il punto, però, non è questo. Al cittadino, alle famiglie, interessa poco di tutto questo. Anzi, interessa solo il servizio. Se esiste il servizio, anche di una certa qualità, con nessuna spesa aggiuntiva (perchè c’è la convenzione pubblica che copre), all’utente non cambia nulla. Privato o pubblico sono solo parole vuote davanti all’urgenza di un disagio che richiede risposta. Quindi, e può sembrare assurdo che sia io a dirlo, ben venga questa novità.
E’ un fatto, però, che l’amministrazione pubblica, a Mola, sta facendo una scelta politica importante. Io non credo che certi servizi possano continuare a restare in mano pubblica come fino ad oggi (non c’è più possibilità di copertura), ma sono convinto del fatto che la cura delle persone non debba essere messa nelle mani degli interessi privati. Perchè al privato, giustamente, interessa anche il profitto, non solo la cura.
vergogna!!!!
Non ho capito qual’è la differenza tra RSA e RSSA. Chi me la spiega? A me risulta che le cose che dovrebbe fare questa RSSA le dovrebbe fare già la RSA esistente. Che invece non le fa. Perchè? Come mai questa duplicazione di strutture?
E’ vero che l’assistenza agli anziani è importantissima e vitale (ormai si va avanti con le badanti, con tutti i limiti della cosa), ma è anche vero che ci sono tante altre patologie di persone che hanno bisogno di assistenza anche più immediata. Per esempio, pensate a chi deve dializzare tre volte e anche più alla settimana. Praticamente è sempre in viaggio presso le strutture di Bari o di Acquaviva con gravi disagi. Ricordo che tempo fa il dott. De Filippis aveva parlato di una possibile convenzione con il San Raffaele per un centro dialisi. Ma non se ne è fatto niente.
Dal dott. Capotorto ci si aspettava una soluzione anche a questi problemi che però evidentemente sono passati in second’ordine rispetto alla più “facile” cura degli anziani. Ripeto: benemerita iniziativa, ma ci sono altre patologie croniche e a rischio vita che non vengono contemplate in questo progetto.
Attenzione! La RSSA non è un policlinico, ma non ha nulla a che vedere con l’attuale RSA (pubblica, gestita da una cooperativa). Basta leggere quanto ha pubblicato qui Città Nostra per capire bene di cosa si tratta: assistenza e cura a malati cronici non autosufficienti di età superiore a 64 anni. E’ una realizzazione sociale oltre che sanitaria, prevista dal Piano Sanitario Regionale, che non prevede per Mola ospedali di nessun genere.
Si, ma qual’è la differenza con la RSA.?
Ho trovato questa definizione di RSA:
Residenza Sanitaria Assistita
La RSA è un luogo di accoglienza e cura di anziani con bisogni sanitari e assistenziali diversificati. “La R.S.A. è una struttura extra-ospedaliera per anziani disabili, prevalentemente non autosufficienti, non assistibili a domicilio, abbisognevoli di trattamenti continui e persistenti, finalizzata a fornire accoglienza ed erogazione di prestazioni: sanitarie, assistenziali, di recupero funzionale e sociale; essa va intesa come la struttura residenziale, della rete dei servizi territoriali, in cui deve realizzarsi il massimo della integrazione degli interventi sanitari e sociali.”
Praticamente è la stessa cosa della RSSA… Allora perchè un doppione privato di una struttura pubblica che già esiste? Chi può rispondere?
Vedo che nessuno risponde… Evidentemente non ci sono spiegazioni… per questo doppione! Si sente puzza di bruciato…
FILIPPO
la RSA di via Russolillo è una struttura pubblica gestita da una cooperativa. Non ci sono limiti di età per accedervi, purchè il soggetto sia non autosufficiente. In pratica si prendono cura di persone che non sappiano badare a se stessi. Se ci scappa il raffreddore al raffreddato lo fanno visitare da un medico del poliambulatorio o al pronto soccorso. Se c’è bisogno di ricovero lo trasferiscono in ospedale.
la RSSA di Iannuzziello dovrebbe trattare l’assistenza e la cura a malati cronici non autosufficienti di età superiore a 64 anni. Vedi FILIPPO ci sono già 2 differenze: l’età e la malattia cronica. Quindi si tratterebbe di una struttura di lungodegenza a cui accederebbero persone di età sopra i 64 anni e anche malate croniche, quindi ben diverso dalla RSA di via Russolillo.
Inoltre, l’idea di Iannuzziello portrà un po’ di lavoro a ricchezza a questo paese ormai in ginocchio.
Dando uno sguardo al manifesto, risalta subito un dettaglio non di poco conto. Cio’, è relativo alle dimensioni del nuovo insediamento RSSA (colorato in giallo), che, riportato alle dimensioni dell’RSA esistente sembra essere 10 volte più ampia.
Fin qui nulla di speciale, se non fosse che, per il volume ed il posizionamento indicato dal disegno (forse solo indicativo), non ci sarebbe spazio a sufficenza per la effettiva realizzazione del progetto, per il semplice fatto che nell’immediata vicinanza della RSA esistono delle villette abitate che danno l’idea dell’esiguo spazio disponibile.
E’ colpa del realizzatore del manifesto, o della megalomania di qualcuno che ama disproporzionare le cose in linea con ” Il progetto continua” ?????
Sig. Unonessunocentomila, a parte che l’idea è del dott. Capotorto, come ho già dimostrato facendo copia-incolla di una definizione di RSA, la RSA e la RSSA sono praticamente la stessa cosa o cose molto ma molto vicine tra di loro. E’ la solita furbata dei politici regionali che trovano il modo di fare e disfare le solite cose con nomi più o meno diversi.
Era sicuramente meglio fare qualcosa di nuovo e non sovrapponibile a quanto c’è già o a quanto la RSA dovrebbe comunque fare per legge. Mi sembra più che altro uno spreco di risorse. Delle due l’una: o si fa funzionare come si deve la RSA e l’investimento del dott. Capotorto si dirotta verso iniziative sanitarie nuove e diverse (tipo la dialisi, ad esempio) oppure si fa la RSSA e la RSA la si utilizza per altri scopi. Tertium non datur.
FILIPPO è stato un lapsus involontario, comunque la differenza che ho illustrato non si riferisce alla generalità delle RSA e RSSA, ma solo nel caso di Mola.
Il dott. Capotorto ha difatti coperto una falla lasciata aperta dalla RSA già operativa. Se si tratta di investimenti privati, o semiprivati, a me sta bene. a me interessa l’occupazione e la ricchezza che genererà questa RSSA.
Che significa che “Il dott. Capotorto ha difatti coperto una falla lasciata aperta dalla RSA già operativa”?
Quindi, stai dicendo che la RSA non svolge il suo compito come dovrebbe… Perchè? Si tratta di una struttura pubblica che DEVE svolgere il ruolo per il quale è stata istituita. Quindi, pare di capire che, siccome la RSA pubblica non funziona come dovrebbe, si approfitta per sovrapporgli una struttura privata. Non mi sembra nè giusto nè corretto. La RSA pubblica è pagata con i nostri soldi: perchè non funziona? Perchè si daranno soldi a privati per far funzionare un doppione al suo posto?
FILIPPO la falla sta nel fatto che la struttura si occuperà di malati cronici di età superiore ai 64 anni. L’attuale RSA non lo fa sia perchè non ha i mezzi tecnici, sia perchè non ha personale adatto.
servono medici 24 ore su 24 e non solo operatori socio-sanitari che fanno da badanti ai ricoverati.
FILIPPO è come comprare un vestito dal mercato o dal negozio di abbigliamento. Dipende poi dalle esigenze e dai servizi richiesti. La RSA svolge bene il suo compito ma capotorto amplierà il ventaglio dei servizi offerti.
da quanto so diverrà anche un centro alzahimer
Unonessunocentomila, allora confermi la mia analisi. Si tratta di un’iniziativa che poteva e doveva essere svolta dalla RSA, che però non lo fa. Il discorso sarebbe troppo lungo.
Comunque, a me ormai è tutto fin troppo chiaro. Si tratta della solita tecnica: fare in modo che la struttura pubblica non copra i bisogni sanitari della popolazione in maniera tale da far apparire l’intervento del privato come risolutivo.
FILIPPO diciamo che Capotorto ha approfittato delle carenze pubbliche, e poi mi sembra che i finanziamenti sono pubblici. Siamo in tempo di elezioni. Mi sa che hai ragione quando scrivi che poteva essere potenziata l’attuale RSA e farla diventare RSSA, ma siamo in Italia.
Già, in tempo di elezioni se ne vedono di tutti i colori.
sono un incopetente ma allo stesso tempo leggo tante sciocchezze.Forse sarebbe opportuno andare al convegno per capire almeno di cosa stiamo parlando. Qualcuno di noi sa almeno che esiste un piano sanitario e sociale regionale e non si può aprire quello che si vuole e dove si vuole? ci sono leggi che bisogna rispettare e se esiste una autorizzazione ci saranno sicuramente le condizioni per poterla dare. E’ molto facile parlare ma molto più difficile operare!
E proprio perchè i finanziamenti sono pubblici si tratta di un doppione e di uno sperpero di denaro pubblico. Doveva essere potenziata l’RSA esistente. Poi poteva pure gestirla Capotorto con una convenzione pubblico-privato. Ma non si possono fare due strutture aventi praticamente lo stesso compito a poche decine di metri l’una dall’altra!
Voglio capire ancora: quando l’RSSA di Capotorto sarà operativa, che fine farà la RSA esistente? Cosa si inventeranno i politici nostrani per spillare altri quattrini dalle nostre tasche?
ripeto: RSA ed RSSA sono due cose profondamente diverse e sarebbe bene che ci si documentasse. RSA è res. sanitaria assistenziale e come tale è ricovero a tempo max sei mesi. RSSA è ricovero senza limite di tempo per cronici e con competenze, compiti prevalentemente socio sanitari. Da quello che mi risulta poi la struttura non comprende solo la rssa ( che quindi completa il percorso della rsa e non già un doppione) ma diagnostica ed altro che a Mola credo manchi. Quando poi si parla di pubblico e privato, anche lì bisogna sapere di cosa si parla e noi credo facciamo una gran confusione fra pubblico, privato, privato convenzionatro e quant’altro
Ma perchè volete prendere in giro la gente? Hai detto: “RSSA è ricovero senza limite di tempo per cronici e con competenze, compiti prevalentemente socio sanitari.”
Ricovero senza limite di tempo, vuol dire ospizio. Mola è rimasta senza ospedale e avrà un secondo ospizio. Questa è la verità.
Lasciate in pace il dott. Capotorto che stavo morendo e mi ha salvato la vira. Grazie Peppino
Mio nonno invece è morto perchè Capotorto non volle venire a visitarlo.
Non capisco dov’è il problema…
… esiste una RSA, d’accordo, e ne verrà potenziata l’efficenza con la creazione di una RSSA, ch’esso sia un doppione di cio’ che già esiste in piccole dimensioni o che ci stia antipatica la “S” in più, cosa cambia di così vitale per voi ? Vogliamo sputarci sopra ?
L’importante, è che si faccia questa e poi potremo pure batterci per riavere l’ospedale !!
Na Cause a volte…
…meglio un uovo oggi e forse avremo anche la gallina domani !!
LEGGETE E RILEGGETE QUANTO SEGUE:
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-La ASL competente è tenuta ad assicurare, in ogni caso, in favore degli ospiti della Residenza sociale i seguenti interventi di rilievo sanitario:
– assistenza medica generica
– assistenza medica specialistica
– fornitura di farmaci
– fornitura di presidi sanitari*****.
Le cure mediche generiche in favore degli ospiti sono assicurate dai Medici di Medicina generale nel rispetto delle norme vigenti. L’assistenza medica specialistica viene erogata ****”a carico della ASL”**** nel cui territorio insiste la struttura.
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E’ chiaro che, i presidi sanitari richiesti, ma mancanti nel nostro paese esistono nei comuni vicini, all’interno del stesso territorio ASL di competenza.
Sarebbe stato più facile costruire una RSSA nei pressi dei presidi sanitari in questione, ed invece no !!
A me piace talvolta essere ottimista e ci credo duro come il ferro, che riavremo presto l’ospedale, “e tak iend i dind”…
Dimenticavo di precisare che, per presidio sanitario deve essere inteso come sinonimo di Ospedale dove è più naturale reperire l’assistenza medica specialistica di ogni genere (o quasi).