Fare ipotesi politiche appoggiandosi sulla sola aritmetica dei voti non è sempre corretto, ma la vittoria di Nichi Vendola è stata così ampia che probabilmente nemmeno un centrodestra allargato a UDC e Io sud avrebbe ribaltato l’esito delle elezioni.
In ogni caso, impuntandosi su Palese l’ex “protesi” salentina di Berlusconi aveva ipotecato la propria sopravvivenza politica, più di quanto abbiano fatto una richiesta di arresto e i sei processi in corso.
Tanto più che la sua impopolarità (era sempre in coda ai sondaggi sulla fiducia ai ministri) è stata pari solo alla assoluta insussistenza nell’azione del governo, caratterizzata esclusivamente per il blocco ai fondi FAS per la Puglia in funzione anti-Vendola. E parliamo di 3,1 miliardi di euro: per intenderci, 750 euro per ogni pugliese.
libero
31 Marzo 2010 alle 08:42 -
Fitto è vittima del suo modo di fare politica. Il ricatto dei fondi FAS alla Puglia, e non alla Regione Puglia, sono stati visti dagli elettori per quello che in realtà sono: una riprovevole ritorsione mirata ad indebolire l’avversario politico!
Purtroppo per lui l’elettorsato pugliese si è dimostrato eccezionalmente maturo, punendolo al di là del risultato elettorale, è la bocciatura di un sistema di intendere la politica che sa di medioevale ed antistorico.
Non so, sinceramente se , da Pugliese, auspicare che le sue dimissioni siano accettate. Perderemmo un ministro meridionale nella influente posizione di ipotetico antagonista delle politiche nordiste del Gopverno Berlusconi.
Ma, visto quello che (non), ha fatto, forse è meglio avere a che fare con chi non ha un conflitto (ennesimo) di interessi, che con chi avendo le mani in pasta tenta, in tutti i modi, di indebolire il suo rivale storico!
raffaele ateniese
1 Aprile 2010 alle 14:07 -
Se Fitto ha presentato le dimissioni dopo aver impedito alla Poli Bortone di essere la candidata del PDL alla carica di Presidente della Regione, mi chiedo cosa dovrebbe fare D’Alema dopo aver brigato tanto per sostituire la candidatura di Vendola.
Penso che il dissenso interno al PD dopo le elezioni, visibile solo parzialmente attraverso la lettera dei 49 senatori a Bersani, sia una chiara forma di contestazione a D’Alema per come ha condizionato l’esistenza fragilissima del partito nei 2 anni di vita, o poco più, dalla nascita della formazione. E’ tempo di ammenda per il PD, a tutte le latitudini, anche alle nostre.
libero
1 Aprile 2010 alle 15:50 -
Una democrazia compiuta ha bisogno di partiti.
Oggi noi non abbiamo partiti; nè a destra nè a sinistra , nè al centro. Difatti, chiamare democrazia, l’intreccio politico affaristico italiano è un’esercizio di illusionismo.
Certo, D’Alema dovrebbe andar via, perchè sin quando non ci saràuna sinistraprogresista e democratica, avulsa dai soliti giochetti delle poltrone ed esercizio del potere, non ci sarà mai una destra che abbia necessità di rinnovarsi rendendosi indipendente dal potere economico, che ad oggi la governa e gestisce.
Mentre a Destra, un candidato (in pectore) a guidare uno schieramento politico moderno ed europeistico esiste, (Fini), l’ingombante figura di D’Alema osta a qualsiasi vera evoluzione. Rutengo che il nistro Vendola possa essere il futuro della Sinistra progressista italianaed un autorevole candidato alla guida di ungoverno di concretezza, sostanza e refrattario alle sirene economiche!!
Casini non rappresenta il Centro; lui si sbatte dove conviene!
Il problema è liberarsi di D’Alema!!
libero
1 Aprile 2010 alle 15:52 -
Il dissenso a sinistra lo si nota attraverso la lettera dei 49;
a destra questo è impensabile, vista la comica scena del giuramento dei candidati Governatori intorno al capoclasse!!
libero
2 Aprile 2010 alle 09:04 -
Egregio Dott. Ateniese,
Come avrà avuto modo di apprendere, il limbo di Fitto è durato due giorni, adesso che il peccato è stato espiato può tornare a fare danni al Mezzogiorno d’Italia.
(non so chi sceglierei tra lui e GALAN, tanto i rsultati sono gli stessi!!!)
pesce pietro
2 Aprile 2010 alle 18:32 -
Ancora una volta Berlusconi mostra le sue migliori qualità di manager.
Perdona un evidente errore di uno dei suoi più stretti collaboratori, così facendo Fitto, incassa la lezione e lavora con fiducia e riconoscenza al suo maestro.
Signori siamo di fronte ad un grande Statista, fidiamoci di Berlusconi, non ascoltiamo la campagna di odio pubblicata da Santoro su Rai 3, proponiamo e denunciamo i nostri bisogni con pacatezza, siamo in buone mani.
Buon lavoro a tutti gli uomini di buona volontà.
libero
3 Aprile 2010 alle 00:37 -
le uniche buone mani, dopo quelle di mio padre e mia madre, sono le mie.
Con pacatezza Vendola ha chiesto che venissero dati alla Puglia i Fondi FAS, ed il grande statista ha fatto orecchie di mercante, ora con i NOSTRI SOLDI il grande statista deve tappare i buchi del bilancio di quell’altro grande ministro.
Nel frattempo i soci della Lega si accapigliano su profilattici e pillole antiabortive. Peccato che le leggi dello stato dicono altro: siamo in attesa di un decreto interpretativo.
Non c’è che dire, a questi grandi grandi statisti interessano solo escort, trans, pedofili e pillole: è tutto un casino!
Fare ipotesi politiche appoggiandosi sulla sola aritmetica dei voti non è sempre corretto, ma la vittoria di Nichi Vendola è stata così ampia che probabilmente nemmeno un centrodestra allargato a UDC e Io sud avrebbe ribaltato l’esito delle elezioni.
In ogni caso, impuntandosi su Palese l’ex “protesi” salentina di Berlusconi aveva ipotecato la propria sopravvivenza politica, più di quanto abbiano fatto una richiesta di arresto e i sei processi in corso.
Tanto più che la sua impopolarità (era sempre in coda ai sondaggi sulla fiducia ai ministri) è stata pari solo alla assoluta insussistenza nell’azione del governo, caratterizzata esclusivamente per il blocco ai fondi FAS per la Puglia in funzione anti-Vendola. E parliamo di 3,1 miliardi di euro: per intenderci, 750 euro per ogni pugliese.
Fitto è vittima del suo modo di fare politica. Il ricatto dei fondi FAS alla Puglia, e non alla Regione Puglia, sono stati visti dagli elettori per quello che in realtà sono: una riprovevole ritorsione mirata ad indebolire l’avversario politico!
Purtroppo per lui l’elettorsato pugliese si è dimostrato eccezionalmente maturo, punendolo al di là del risultato elettorale, è la bocciatura di un sistema di intendere la politica che sa di medioevale ed antistorico.
Non so, sinceramente se , da Pugliese, auspicare che le sue dimissioni siano accettate. Perderemmo un ministro meridionale nella influente posizione di ipotetico antagonista delle politiche nordiste del Gopverno Berlusconi.
Ma, visto quello che (non), ha fatto, forse è meglio avere a che fare con chi non ha un conflitto (ennesimo) di interessi, che con chi avendo le mani in pasta tenta, in tutti i modi, di indebolire il suo rivale storico!
Se Fitto ha presentato le dimissioni dopo aver impedito alla Poli Bortone di essere la candidata del PDL alla carica di Presidente della Regione, mi chiedo cosa dovrebbe fare D’Alema dopo aver brigato tanto per sostituire la candidatura di Vendola.
Penso che il dissenso interno al PD dopo le elezioni, visibile solo parzialmente attraverso la lettera dei 49 senatori a Bersani, sia una chiara forma di contestazione a D’Alema per come ha condizionato l’esistenza fragilissima del partito nei 2 anni di vita, o poco più, dalla nascita della formazione. E’ tempo di ammenda per il PD, a tutte le latitudini, anche alle nostre.
Una democrazia compiuta ha bisogno di partiti.
Oggi noi non abbiamo partiti; nè a destra nè a sinistra , nè al centro. Difatti, chiamare democrazia, l’intreccio politico affaristico italiano è un’esercizio di illusionismo.
Certo, D’Alema dovrebbe andar via, perchè sin quando non ci saràuna sinistraprogresista e democratica, avulsa dai soliti giochetti delle poltrone ed esercizio del potere, non ci sarà mai una destra che abbia necessità di rinnovarsi rendendosi indipendente dal potere economico, che ad oggi la governa e gestisce.
Mentre a Destra, un candidato (in pectore) a guidare uno schieramento politico moderno ed europeistico esiste, (Fini), l’ingombante figura di D’Alema osta a qualsiasi vera evoluzione. Rutengo che il nistro Vendola possa essere il futuro della Sinistra progressista italianaed un autorevole candidato alla guida di ungoverno di concretezza, sostanza e refrattario alle sirene economiche!!
Casini non rappresenta il Centro; lui si sbatte dove conviene!
Il problema è liberarsi di D’Alema!!
Il dissenso a sinistra lo si nota attraverso la lettera dei 49;
a destra questo è impensabile, vista la comica scena del giuramento dei candidati Governatori intorno al capoclasse!!
Egregio Dott. Ateniese,
Come avrà avuto modo di apprendere, il limbo di Fitto è durato due giorni, adesso che il peccato è stato espiato può tornare a fare danni al Mezzogiorno d’Italia.
(non so chi sceglierei tra lui e GALAN, tanto i rsultati sono gli stessi!!!)
Ancora una volta Berlusconi mostra le sue migliori qualità di manager.
Perdona un evidente errore di uno dei suoi più stretti collaboratori, così facendo Fitto, incassa la lezione e lavora con fiducia e riconoscenza al suo maestro.
Signori siamo di fronte ad un grande Statista, fidiamoci di Berlusconi, non ascoltiamo la campagna di odio pubblicata da Santoro su Rai 3, proponiamo e denunciamo i nostri bisogni con pacatezza, siamo in buone mani.
Buon lavoro a tutti gli uomini di buona volontà.
le uniche buone mani, dopo quelle di mio padre e mia madre, sono le mie.
Con pacatezza Vendola ha chiesto che venissero dati alla Puglia i Fondi FAS, ed il grande statista ha fatto orecchie di mercante, ora con i NOSTRI SOLDI il grande statista deve tappare i buchi del bilancio di quell’altro grande ministro.
Nel frattempo i soci della Lega si accapigliano su profilattici e pillole antiabortive. Peccato che le leggi dello stato dicono altro: siamo in attesa di un decreto interpretativo.
Non c’è che dire, a questi grandi grandi statisti interessano solo escort, trans, pedofili e pillole: è tutto un casino!