di Giovanni Miccolis

Qualche tempo fa chiesi a diversi amici molesi se conoscevano il santo al quale era dedicata la Chiesa Matrice molti risposero negativamente con un’alzata di spalle; altri, decisi, puntarono su San Rocco. In effetti, esiste una festa dedicata a San Rocco con relativa processione seguita da numerosi fedeli, ma non mi pare vi siano celebrazioni particolari per ricordare San Nicola di Bari, al quale è dedicata la Parrocchia.  La statua del Santo di Myra troneggia da sempre al centro nell’abiside, dietro l’altare maggiore.

 

La chiesa della piazza principale del paese è comunemente chiamata “La Maddalena”, ma è soltanto un riferimento all’origine del tempio ormai dedicato esclusivamente all’”Addolorata” sin dal 1700. Santa Maria Maddalena è rappresentata da un piccolo dipinto in alto sull’altare, ma sfugge a molti; alla stessa non è dedicata alcuna celebrazione. La Madonna Addolorata, come tutti sanno, è la Patrona della nostra città ed ad essa è dedicata la “Festa Grande”. La confraternita che gestisce la chiesa è “dell’Addolorata”.

La chiesa annessa all’ex ospedale, in corso Italia, è chiamata di Sant’Antonio per la devozione dei molesi verso il “santo delle tredici grazie”. A quest’ultimo santo si riferiscono anche i creatori del “Palio dei Capatosta” per individuare l’intero rione. In realtà, la chiesa e l’attiguo convento furono realizzati nel 1503 sul suolo donato da Pietro de’ Mietolo ed il tempio fu dedicato a Santa Maria del Passo.  Poiché la struttura fu abitata da monaci francescani (prima zoccolanti e poi minori osservanti), per tanto tempo si parlò della “Chiesa di San Francesco” ed al santo di Assisi si richiama ancora la confraternita che la gestisce.

La chiesa di via Cesare Battisti dell’ex complesso monacale è dedicata a San Giovanni.In realtà, sul suolo acquistato dalla popolazione molese e dal clero nel 1723, furono realizzati il convento e la chiesa per le monache di Santa Chiara. Il tempio fu progettato dal famoso architetto Vincenzo Ruffo e dedicato a Santa Chiara, raffigurata nel quadro dell’altare maggiore (rappresentava il primo miracolo della santa di Assisi e fu realizzato dall’affermato pittore Fedele Fischetti). Dopo le note vicende di soppressione degli ordini monastici e la requisizione dei relativi immobili le suore si trasferirono in altro stabile della stessa strada. La chiesa, pur non avendo subito modifiche, è stata dedicata successivamente a San Giovanni, santo al quale era già stata consacrata la chiesetta rurale sulla via di Cozze. 

Proseguendo sulla stessa via si arriva a Piazza degli Eroi con altra bella chiesa nota ai molesi come chiesa di San Domenico. In effetti il tempio fu eretto dai Domenicani, i quali realizzarono un attiguo convento. Sempre per le richiamate vicende di soppressione degli ordini monastici, il convento fu requisito (adibito a gendarmeria, carcere e municipio). Poco dopo la costruzione della chiesa, fu trasferita dalla Chiesa Matrice nella stessa la Confraternita del SS. Rosario.  La festa della “Madonna della Vittoria” (la Madonna del Rosario) fu istituita da papa Pio V nel giorno del trionfo dei Cristiani sui Musulmani (battaglia di Lepanto). Col tempo quella chiesa e la parrocchia furono dedicate alla Madonna del Rosario e San Domenico è rimasto soltanto nel dire comune, come del resto anche la piazza, che è invece dedicata agli Eroi del Mare. 

All’inizio del paese sulla via di Polignano esiste la bella chiesa di Santa Maria di Loreto, alla quale è dedicata anche la parrocchia, ma il riferimento iconografico usuale (e non solo) è alla Madonna dell’Altomare, alla quale è dedicata la festa annuale, voluta dalla marineria molese.

La Madonna di Loreto si ritiene sia rappresentata dal dipinto sull’altare, ma la vera immagine della “Vergine Lauretana” è una Madonna “nera”, patrona dell’Aeronautica.

Per concludere le brevissime note vorrei richiamare l’attenzione sulla cappella di fronte al cimitero dedicata alla “Madonna delle Grazie” che di grazie ne ha ricevuto ben poche. Infatti: è stata sovrastata da un’orrenda cabina elettrica; ma anche affiancata e quasi occultata da fabbricati che avrebbero dovuto tenersi a rispettosa distanza; è stata lasciata deperire vergognosamente a tal punto che fra non molti anni il bel piccolo campanile a vela si sgretolerà completamente; è stata utilizzata soltanto come deposito di suppellettili. Ora si parla di possibile recupero. Speriamo bene!

 

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