di Pino Castellana*
Con riferimento a quanto è dato leggere su alcuni organi di stampa nazionali, in data odierna, su questo tratto di costa Bari-Brindisi gli Amministratori comunali eletti o rieleggendi stanno dichiarando che è nelle proprie intenzioni lanciare “la lotta dura” (a parole…), al fine di salvaguardare il “mare nostrum” (Mola, Polignano, Monopoli, Savelletri e oltre) dalla prospezione e dalla conseguente opera di ricerca/produzione petrolifera allestenda, nell’off-shore adriatico di queste zone.
Bene, l’importante è saper dire alla popolazione intera che, intanto, i governanti iniziano a rilasciare permessi, anche dopo aver fatto comizi nelle nostre piazze, in queste settimane, abbracciati e baciati caldamente dai nostri politici di paese, tra scorte di polizia, sudore da foga comiziante, candidati di porto e zaraffi dei voti, che adesso dovrebbero andare sulle barricate, contro coloro i quali spesso riempiono i bagagliai delle grosse automobili di pesce ed affini a gratis.
Detto questo, chiedo di voler anche valutare se sia il caso di chiedere in contropartita a queste società multinazionali , visto che “ex-lege” faranno le esplosioni nella piattaforma continentale (i fondali) e poi metteranno le piattaforme a mare (inibendo la pesca e quant’altro da registrare nel tempo che verrà), non solo il dragaggio dell’intera area portuale di Mola, fino a tutto il molo di Levante, ma anche la rimozione della poseidonia spiaggiata e la bonifica dell’ “Acqua di Cristo”, fino alla copertura finanziaria di corsi specifici formazione, riservati ad almeno cento giovani molesi, in materia marittima e di nautica da diporto, con la costituzione di almeno una cooperativa di accoglienza turistica legata alla cantieristica peschereccia e da diporto.
L’alternativa a tutto questo sarà che il solito ambiente pappone del porto raccoglierà le istanze di protesta, farà incetta di tessere che servono ad altri fini, l’assessore al ramo finirà due volte sui giornali per dichiarazioni inutili e Mola si spiaggerà di nuovo nella sagra del polpo vittima dei bradisismo della costa, tanto pesce arriverà dal Vietnam, dal Messico e dal Senegal…e la crisi parolaia degli amministratori chiacchieroni si schianterà sulla contropartita di un regalo, costituito dall’illuminazione gratis alla festa patronale, come successo con la TAP, nel leccese. Grazie per l’ospitalità costruttiva, prima che il dramma si consumi in mare ed a terra, oltre che nelle urne elettorali.
*(definito un incompetente in un comizio del cosiddetto centrosinistra…, in piazza XX settembre).
Una legge, che la Camera ha approvato per il rotto della cuffia, relativa all’uso dei cannoni ad aria compressa (air gun) per “sondare” la presenza di petrolio, sta per consentire una ricerca sui fondali marini tra Mola e Fasano (per ciò che ci riguarda). A parte le controindicazioni non emerse in modo trasparente e che fanno sospettare danni irreversibili dei fondali e degli habitat, è anche strano che tale ricerca venga fatta da multinazionali straniere a cui niente importa del nostro mare, della nostra terra, dell’Italia stessa. Dopo il sondaggio con la tecnica “air gun” si passerà alle trivellazioni, all’inquinamento del mare e dell’ambiente (proprio ora che Papa Francesco ha dedicato particolare attenzione a questo tema). La Terra va verso la distruzione (così si dà un’accelerazione all’aumento di Entropia), tanto, quando si muore, nessuno se ne accorge (e vogliono far morire il nostro mare)! Ma chi valuta i nessi costi-benefici (ammesso che questi ultimi ci siano)?