Comunicato stampa “Avanti per Mola”

2014 - Farella 1L’avvio della attività Amministrativa, le vicissitudini manifestatisi nei Consigli Comunali fin qui celebratisi, le difficoltà di progettare l’azione della nuova gestione del Comune e nel coordinare la coalizione che l’ha determinata hanno palesato tutta una serie di problemi che avevamo per tempo previsto, avanzando sin da subito soluzioni adeguate che sono rimaste inascoltate e inapplicate.

L’atteggiamento velenosamente risentito dell’opposizione – che nulla ha a che vedere con l’interesse del paese e tanto invece con i perduti interessi di bottega – e le valutazioni e le considerazioni che possono nascere nei cittadini ci impongono di rendere chiaro a tutti il nostro pensiero e la nostra posizione.

La nostra lista “Avanti per Mola”, tributaria di grande impegno e passione profusi per la costruzione della coalizione, prima, e per il conseguimento del risultato elettorale, poi, ha recitato un ruolo di primo piano in ogni fase di questa intrapresa, compreso il periodo post elettorale. Forti del consenso ottenuto, che va ben al di là di quello ufficiale, falsato da un voto “viziato” da effetti distorsivi della reale volontà popolare (si veda nota a parte), desidera, a memoria e conoscenza d’ognuno, far chiarezza su alcuni aspetti di questo cammino e sul contributo da noi fornito, seppur spesso disatteso o poco considerato.

Rispettosi delle regole democratiche interne ad una coalizione non abbiamo, finora, mai manifestato dissensi pubblici. Ci sembra, però, giunto il momento della chiarezza dei ruoli e responsabilità, a tutela della nostra immagine e dignità, consapevoli che continueremo a svolgere fino in fondo il compito di mediazione e ricomposizione delle diverse e legittime istanze ed esigenze che finora abbiamo fornito, confidando in un maggior ascolto.

Per tutto il tratto della campagna elettorale, largamente condivisa per metodo e contenuti innovativi, non abbiamo lesinato il nostro impegno e contributo, ma nel momento del ballottaggio abbiamo evidenziato una prima differenza: non eravamo d’accordo per alcun apparentamento per questioni di opportunità e per due motivi ben precisi, cui se ne aggiungeva un altro contingente e di grande valore etico-democratico: il primo, la sgradevolezza agli occhi degli elettori di un passaggio repentino da una fase di aspra e dura critica politica e personale ad un’altra di “vogliamoci bene ” o “era tutto uno scherzo”; il secondo, lo squilibrio che una forza aggiuntiva arrecava alla nostra coalizione non poteva e non doveva essere sottovalutato; ma il punto nodale diveniva il motivo aggiunto, ovvero la ferita alla democrazia arrecata con l’apparentamento, che per uno strano caso del destino provocava l’esclusione di fatto del M5S dalla rappresentanza consiliare, sebbene beneficiata di oltre un migliaio di voti.

Le divergenze si accentuavano nel post elezioni, per alcune decisioni da noi ampiamente avversate. Titolavamo un nostro documento affidato al Sindaco il 5 luglio scorso, e che faceva seguito ad un primo atto scritto e consegnato il precedente 25 giugno, “Per una buona partenza”, nel quale “riassumevamo il nostro punto di vista sugli assetti da regolare per costruire una buona squadra di governo cittadino ed una navigazione meno perigliosa possibile” e in tale occasione rimarcavamo la necessità di “non disperdere il patrimonio accumulato con la costruzione della nostra coalizione … con un equilibrato riconoscimento dei ruoli svolti da ognuno e di quelli da assegnare per massimizzare una partecipazione diffusa”. Raccomandavamo una riunione di coalizione, prima del varo della Giunta, “per una doverosa informativa/condivisione”, ribadendo quanto già suggerito col primo documento di giugno e cioè “Poiché riteniamo che la complessità della costruzione di tali equilibri, in uno con la necessità di fornire un esecutivo in tempi rapidi per il governo del paese e gli impegni ultra impellenti di approvazione del bilancio, che non sono facilmente conciliabili nell’immediato, ci permettiamo di suggerire la formazione di una Giunta Tecnica di transizione”.

Avvertivamo che “in questa fase di estrema urgenza e delicatezza … bisogna evitare di sguarnire il C.C. di consiglieri esperti e di “peso” politico in grado di fronteggiare un’opposizione che si annuncia agguerrita e ben motivata” e che “Rinchiudersi per gli incarichi da assegnare (Giunta e Presidenza del Consiglio) soltanto fra gli eletti in C.C. provocherebbe un ulteriore effetto peggiorativo, ovvero l’assegnazione ad una stessa lista di più incarichi e magari proprio alla lista già premiata dal predetto effetto-distorsivo”.

In definitiva, per sintetizzare, consigliavamo autonomia e profonda riflessione per le scelte della squadra di governo, con un mix di esperienza e innovazione, unitamente a competenze e disponibilità piena richieste dal Sindaco, sostenuti dal metodo primario della massima utilità e traguardando all’assetto complessivo Giunta – Consiglio – tenuta della coalizione da assicurare ad ogni costo. Quello che è accaduto è noto a tutti.

Forse, non abbiamo la prova contraria, ma ci crediamo, una maggiore attenzione a qualche nostro consiglio avrebbe evitato alcune impasse attuali e, soprattutto, la rozza speculazione politica in corso. Ciò che ci fa più male, in questo frangente, è l’atteggiamento della minoranza che anziché analizzare i motivi di una sconfitta appena subita parte all’assalto come nulla fosse e non dà nemmeno il tempo alla maggioranza di insediarsi e di cominciare a sviluppare una benché minima azione di governo e di metter riparo ai disastri ereditati per criticarla e aggredirla: tipico atteggiamento da mero pregiudizio! Poi, a parole, tutti vogliamo bene al paese. Respingiamo con forza tale condotta e perciò ci renderemo promotori di una valutazione in maggioranza per ricercare le soluzioni più adeguate, prima di tutto per superare gli attuali contrasti interni (sarebbe sciocco negarli) con un adeguato cambiamento di rotta, e con tutto l’equipaggio a bordo, nonché per ribattere opportunamente alle aggressioni sconsiderate dell’opposizione.

Vittorio Farella

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UN ESITO ELETTORALE FALSATO

di Vittorio Farella

Il nostro variegato sistema elettorale italiano, con differenti metodi adottati ai vari livelli di votazione (comunale, provinciale, regionale e nazionale), è certamente tra i più contorti al mondo.

Senza voler entrare nel merito della sua reale rappresentanza democratica (certo pensare oggi alla rivolta contro la legge Acerbo in confronto dell’Italicum fa impallidire) richiede perciò una seria riflessione sulla sua capacità di rappresentare la reale volontà degli elettori. A noi interessa, tralasciando gli altri sistemi, fissare l’attenzione sulla legge comunale e cogliere la distorsione che ne contraddistingue il criterio e che può portare finanche ad una reale FALSIFICAZIONE DELLA REALE VOLONTÀ POPOLARE.

Prova ne è la recente tornata elettorale comunale a Mola, contaminata da un evidente EFFETTO DISTORSIVO che ha determinato un falso quadro della rappresentanza consiliare, con tutto quello che di conseguenza ne è derivato.

La presenza di una LISTA TRAPPOLA/CALAMITA, denominata, non a caso, DI RUTIGLIANO SINDACO ha confuso una cospicua quota di elettorato, che l’ha SCAMBIATA PER IL VOTO AL CANDIDATO SINDACO, attribuendo VOTI IMPROPRI a tale lista (quantificati in circa quattrocento) anche quando vi era l’espressione di preferenze correttamente poste nella casella giusta, cioè di fianco al simbolo di appartenenza del candidato prescelto.

Da calcoli effettuati dai nostri rappresentanti nei seggi elettorali la nostra lista “Avanti per Mola” avrebbe così perso quasi duecento propri voti. Se si pensa che non abbiamo nella massima assise un nostro rappresentante per appena qualche decina di voti o che anche sottraendo alla lista Di Rutigliano i voti impropri si sarebbe ugualmente raggiunto lo stesso risultato, c’è da affermare: È STATA FALSATA LA VOLONTÀ POPOLARE! È pur vero che tutto ciò si è reso possibile per una impreparazione diffusa al compito dei presidenti dei seggi elettorali (ci risulta che in due sole sezioni, su 28, il voto è stato correttamente interpretato) che anziché affidarsi al principio-cardine di legge, ovvero quello della “reale volontà dell’espressione dell’elettore”, hanno seguito le istruzioni abbinate del Ministero, ma ci risulta molto difficile comprendere come si possa attribuire il voto ad una lista, seppur barrata ma con una denominazione così fuorviante, quando esiste un’unica espressione scritta dell’elettore, cioè una o più preferenze correttamente espresse di fianco al simbolo di appartenenza.

Di certo BISOGNA INTERVENIRE CON CORRETTIVI LEGISLATIVI, per evitare furbate che rendono e falsificano l’esito elettorale.

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