Andrea G. Laterza
Un nostro lettore ci segnala un problema sempre più sottovalutato da politici, amministratori e cittadini: quello della proliferazione delle antenne per la telefonia mobile sul territorio comunale e dei possibili danni alla salute.
Alcuni anni fa, “Città Nostra” sollevò la necessità di un censimento accurato delle antenne e di un loro monitoraggio nelle zone più densamente popolate di Mola, con eventuale spostamento di quelle a maggior impatto.
Nel frattempo, il numero delle antenne è aumentato in maniera notevole e così anche l’eccessiva sovrapposizione del loro campo d’azione nelle zone centrali della nostra città.
Una delle antenne probabilmente più invasive è stata installata anni addietro sul lastrico solare del Palazzo ex Suore di Ivrea, nella parte che si affaccia quasi su Via Bovio.
Si tratta di un antenna “camuffata” da camino, alla pari di quella che insiste in Piazza degli Eroi. I residenti nella zona di Via Bovio, Piazza XX Settembre e zone circostanti, ne lamentano da tempo la possibile pericolosità per la salute, per il rilascio di onde elettromagnetiche ravvicinate e continue nel tempo, con un raggio d’azione che si estende sulle numerose abitazioni direttamente prospicienti.
Si rende opportuno che l’Amministrazione comunale, soprattutto tenuto conto che l’installazione è avvenuta su suolo comunale, si faccia parte diligente nel richiedere all’ARPA Puglia un’idonea misurazione del campo elettromagnetico generato da quell’antenna e dalle altre che si trovano in ambito ravvicinato, nella zona densamente popolata che comprende un ampio quadrilatero delimitato da Piazza degli Eroi, Via R. Margherita, Via Van Westerhout, Piazza XX Settembre e Via Bovio.
Ricordiamo che a Mola non esistono industrie inquinanti e che, quindi, i probabili fattori di inquinamento ambientale, con impatto sulla salute dei residenti, derivano essenzialmente dalla presenza sul territorio della discarica Martucci ma anche dall’inquinamento elettromagnetico sempre più ampio e diffuso.
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NELLE EDICOLE E LIBRERIE DI MOLA
Il monitoraggio è indispensabile. Però non condivido il richiamo alla densità umana cui fa riferimento l’articolista. Il danno è tale sia che nella zona stazionino 10 persone, sia che ne stazionino 1000. Interpretazione singolare.
Sig. Postulante, non si tratta di un’interpretazione, né tantomeno è “singolare”.
In sostanza, laddove si sia in presenza di una zona con antenne molto diffuse, aumenta il livello di fondo delle onde elettromagnetiche e, quindi, la popolazione residente risulta più esposta. Se la zona è densamente popolata il numero di persone interessate al fenomeno sarà più elevato.
Il postulante ha fatto bene a rimarcare la necessità di essere attenti alle sorgenti di radiazioni e.m. anche in zone periferiche, dove la densità di popolazione è più bassa. Ma ancora da elogiare è il senso che il sig. A. Laterza dà alla notizia: la doppia pericolosità. Ovvero l’inquinamento da onde e.m., che è comunque un fattore di rischio, in ogni caso. L’aggravante sta nel fatto che l’installazione è stata realizzata in zone centrali. Il massimo del peggio. Altra nota positiva è che si richiami, giusto per non dimenticare, che nella zona della discarica Martucci deve vigere il principio del ripristino completo dei luoghi, comprese le strade fatte scomparire e la bonifica dai rifiuti tossici e nocivi. L’aver sintetizzato i due fattori principali di inquinamento sul territorio molese è un’indicazione importante anche per i nostri amministratori di maggioranza e minoranza, i quali, anzichè polemizzare devono, prioritariamente, risolvere queste situazioni ambigue e pericolose.
Vi invito a chiedere informazioni dettagliate a riguardo, consultate un Medico, od un Fisico, un Professore o cercate semplicemente su internet gli “effetti” a breve e lungo termine derivanti dalla continua esposizione a campi elettromagnetici.
Abbiamo già subito abbastanza il peggior tipo di INQUINAMENTO LEGALIZZATO possibile.
Chi sarebbe disposto a far partire una petizione da presentare in Comune?
Aderisco pienamente al richiamo della problematica da parte della redazione di Città Nostra. Vorrei anche sottolineare come, oltre alla presenza di in sé delle antenne, è essenziale che ne sia garantita la corretta manutenzione e l’integrità nel tempo. Il danno a elementi di copertura può tradursi in una maggiore esposizione per i soggetti esposti. E’ abbastanza inquietante, dal mio punto di vista, che tali apparati siano travestiti da camini condominiali (salvo ovviamente la poco visibile segnaletica di pericolo applicata all’esterno). Questo è il caso dell’apparato nella foto dell’articolo. Fornirò ulteriore documentazione fotografica alla redazione ottenuta su segnalazione di un cittadino residente in zona.