di Andrea G. Laterza

Degrado nella campagna molese, a poca distanza dal centro stoccaggio rifiuti della Zona industriale

Degrado nella campagna molese, a poca distanza dal centro stoccaggio rifiuti della Zona industriale

Una semplice escursione in bicicletta verso San Materno dimostra cosa è capace di fare lo sciatto homo molensis, cioè quell’esemplare della specie umana (?) che se ne frega altamente degli equilibri ambientali del nostro territorio.

Si parte dal Cozzetto e si procede verso la zona industriale.

A poche decine di metri dal cavalcavia che porta a quell’area (perennemente allagato), e neppure a un centinaio di metri dal centro di stoccaggio dei rifiuti della Lombardi, si apre il primo scenario di desolazione. Buste di rifiuti lasciate alla rinfusa, carcasse di mobilio, bustoni neri contenenti chissà cosa.

2015-10-18 13.17.45Eppure basterebbe così poco per arrivare al centro di raccolta e lasciare lì tutto… anche con il beneficio del riciclo dei materiali.

Il sottopassaggio del cavalcavia della Zona industriale: perennemente allagato

Il sottopassaggio del cavalcavia della Zona industriale: perennemente allagato

Il sottopassaggio del cavalcavia è un altro pessimo biglietto da visita: basta una normale pioggia per allagarlo e renderlo impraticabile per giorni. Il deflusso dell’acqua avviene molto lentamente e, anche a distanza di tempo, l’acqua ristagna in un ampio pantano difficilmente valicabile dai ciclisti e dai podisti.

Dal rondò della zona industriale, si risale poi verso San Materno attraverso una strada di campagna che porta sulla provinciale Mola-Noicattaro.

A metà percorso, ecco, in mezzo ai campi coltivati, i segni della sciatteria dell’homo molensis: vecchie sedie accatastate ai margini di un campo.

Ai margini dei campi coltivati...

Ai margini dei campi coltivati…

Tralasciamo di fotografare teloni di plastica e vaschette di polistirolo che costellano in più punti la strada: un’altra pessima abitudine di molti nostri agricoltori.

Dopo l’inerpicata sulla serra, ecco la fontana di San Materno. Dovrebbe essere un’oasi per il ristoro del ciclista, invece, ecco i segni del degrado anche qui.

 

Dopo un giro per San Materno e Brenca, a salutare amici e conoscenti, si ritorna giù per una stradina panoramica poco battuta, ma ben conosciuta dalla specie più sciatta e sporcacciona dell’homo molensis.

La fontana di San Materno: anche qui i segni del degrado

La fontana di San Materno: anche qui i segni del degrado

Qui, come un pugno nell’occhio al bel paesaggio che si apre allo sguardo, con Mola che si distende bianca tra la campagna e il mare azzurro, sotto il bel cielo luminoso di Puglia, ecco una mini-discarica molto frequentata. Ci si trova di tutto: dai rifiuti generici, alle plastiche, ai tubi per irrigare i tendoni d’uva… c’è anche un tubo catodico.

Ben sappiamo che si tratta di una situazione non nata oggi e, quindi, non attribuiamo nessuna colpa all’attuale Amministrazione.

La stradina panoramica oggetto del deposito di rifiuti di ogni genere

La stradina panoramica oggetto del deposito di rifiuti di ogni genere

Tuttavia, certi di essere letti e ascoltati, rivolgiamo un appello al Sindaco e all’Assessore all’Ambiente Niki Bufo: si provveda a bonificare le zone inquinate segnalate nelle foto, oltre, ovviamente, ad altre aree in analoghe condizioni che, purtroppo, caratterizzano il nostro territorio.

E, allo stesso tempo, si faccia al più presto un monitoraggio accurato delle zone più a rischio con i nuovi strumenti che la tecnologia offre, così come già l’Amministrazione in carica ha dichiarato di voler fare con le “foto-trappole”.

I nostri campi e il nostro paesaggio ringrazieranno.

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