Palazzine in via di completamento ma opere di urbanizzazione ferme: a Mola si ripete la solita storia! Il PIRP Cerulli verso gli scogli...

Palazzine in via di completamento ma opere di urbanizzazione ferme: a Mola si ripete la solita storia! Il PIRP Cerulli verso gli scogli…

Riceviamo dal sig. Giuseppe Battista, coordinatore delle cooperative edilizie del PIRP Cerulli e pubblichiamo:

E’ sotto gli occhi di tutti il fatto che i lavori del Pirp Cerulli procedono con estrema lentezza, e ciò nonostante tutte le rassicurazioni che ci vengono fornite dagli ambienti comunali.

Fatto sta che alcune palazzine sono ormai in fase di consegna, ma paradossalmente queste non saranno agibili e abitabili poiché sono totalmente assenti le urbanizzazioni primarie, per cui finora abbiamo versato oltre il 50% degli oneri previsti, ma lo stato di avanzamento lavori è fermo si e no al 20%. Questi lavori dovevano essere terminati il 6 ottobre 2015, ma prima gli ulivi, poi le conferenze con gli enti di servizi; in definitiva siamo ad un anno di ritardo rispetto a quel termine.

Sembra incredibile ma in quasi due anni dall’avvio del cantiere Pirp (27 gennaio 2015), non si riesce a fare quel minimo indispensabile per rendere fruibile quella zona, eppure non stiamo parlando di un’opera ingegneristica

Noi tutti stiamo investendo tutti i nostri risparmi, e stiamo accendendo mutui ventennali o trentennali in certi casi, eppure la lentocrazia comunale sta riuscendo a rendere un incubo quello che per molti doveva essere un sogno.

La ditta incaricata dei lavori, come avrete notato è presente con 2-3 operai e sta operando sulle canalizzazioni telecom, mentre prima era dedita alla realizzazione dei cordoli dei marciapiedi, senza contare i lunghi periodi in cui non si è visto nessuno fino a metà settembre scorso .

Il motivo è semplice; le tanto e più volte sollecitate conferenze di servizio con gli enti (richieste da anni, ma fatte solo in corso d’opera)  hanno prodotto una serie di prescrizioni che bisogna integrare al progetto andato in gara (su cui ci sarebbe tanto da dire ma che ci riserviamo per future analisi…)

Queste prescrizioni riguardano la rete idrica, la fogna bianca, la fogna nera, (adeguamento dei diametri ai minimi di norma, e chiusura a maglia delle reti) Telecom,Enel e di riflesso anche la rete GAS che come reso noto di recente, non era stata inserita nelle urbanizzazioni.…da cui nasce spontanea la domanda, come mai in  una progettazione pagata centinai di migliaia di euro si possa aver omesso un particolare di non poco conto….eppure il progetto è stato anche validato…

Per poter sbloccare l’impasse è necessario che l’ufficio approvi una perizia di variante  ai sensi dell’art. 162 comma 3 del DPR 207 del 05/10/2010, leggasi “Diminuzione dei lavori e varianti migliorative in diminuzione proposte dall’esecutore”, ovvero si risolvono i problemi e si risparmiano soldi, il tutto senza allungare i tempi di esecuzione. A tal proposito l’impresa esecutrice ha protocollato in data 10 Ottobre 2016 richiesta di parere per la redazione della perizia di variante. Ora aspettiamo che l’ufficio tecnico e la direzione lavori si pronuncino, e speriamo non si debbano attendere settimane per scrivere due righe per dare il parere favorevole, dato che le problematiche sono conclamate bensì dall’estate del 2015 e non dal 10 Ottobre 2016…

Il problema è che dal 5° piano di Via De Gasperi arrivano “non risposte” e soprattutto “non azioni”; vista anche l’incerta sorte delle deleghe assessorili, la parte politica scarica sull’ufficio, a cui volta scarica sulle carenze di organico, il risultato è che tutto rimane fermo.

Certo è che qualcuno deve pur esserci al timone di questo Titanic, prima che andiamo contro l’iceberg è bene che qualcuno faccia i necessari aggiustamenti di rotta in fretta senza aspettare ulteriormente, altrimenti qualcuno dovrà spiegare pubblicamente perché i soci cooperatori dovranno pagare il mutuo e l’affitto per mesi e mesi, sperando che nel frattempo le case finite e inabitabili non diventino oggetto di furti e atti vandalici.

Alla fine non bisogna dimenticare la spinosa questione della Coop Marte e dell’impresa D’Alessandro, che ad un anno e mezzo di distanza dall’insediamento dell’amministrazione, non sanno ancora di che morte devono morire;  tante promesse, tante riunioni e soluzioni sfumate all’ultimo secondo che si concludono con la solita insopportabile inconcludenza di sempre, il tutto in nome di quanto mai inverosimili “approfondimenti legali” che puntualmente non portano mai elementi di novità.

Stesso discorso per il bando, già pronto da agosto ma che non riesce ad approdare in III commissione.

Nel frattempo dalla Regione arrivano pericolose missive circa il finanziamento regionale del milione e centomila euro già erogato, ma che si corre il rischio di dover restituire….

Voglio sapere chi pagherà i danni dei cooperatori????

Forse è tornato il momento di fare fronte comune e presentarsi in massa a chiedere spiegazioni e a pretendere risposte celeri, perché con tutti i problemi che stanno emergendo in questo paese fra paventato dissesto finanziario e disgregamento amministrativo stiamo facendo la fine della Costa Concordia.

Cercasi disperatamente il Capitano Defalco della situazione….anche se qui sembra che di comandanti fedifraghi c’è ne sia più di uno….confidiamo in qualche anima pia che prenda a cuore la nostra situazione, enel frattempo possiamo andare in pellegrinaggio a Lourdes…almeno lì Santa Bernardette l’acqua la trovò subito senza dover chiedere nessuna perizia di variante….

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