di Andrea G. Laterza

Da sinistra: il segretario regionale PD Marco Lacarra, il commissario straordinario Elvira Tarsitano, il segretario provinciale Ubaldo Pagano

Il segretario regionale del Partito Democratico, avv. Marco Lacarra, ha annunciato che querelerà Giangrazio Di Rutigliano per le dichiarazioni dell’ex Sindaco rilasciate ad un settimanale locale.

Lacarra  si è presentato all’assemblea PD tenutasi stasera, martedì 13 giugno, nella sede del circolo di Piazza degli Eroi, per dire la sua sulle dichiarazioni di Giangrazio Di Rutigliano.

 

In sostanza, nel suo intervento scritto, l’ex Sindaco ha raccontato di aver ricevuto da Lacarra una “proposta indecente”: entrare nel suo “gruppo politico di riferimento” al fine di risolvere la crisi politico-amministrativa, “normalizzando” così il comportamento politico del “gruppo dei 4” (Tanzi, Battista, Siciliano, Vito Lepore), che preannunciò (e poi votò) la sfiducia a Di Rutigliano.

Giornalisti e iscritti al partito seguono la conferenza stampa dell’avv. Lacarra

L’avv. Lacarra, seduto al tavolo della presidenza assieme alla commissaria del circolo Elvira Tarsitano e al segretario provinciale Ubaldo Pagano, ha smentito categoricamente di aver mai proposto a Giangrazio Di Rutigliano di entrare nel suo gruppo politico e tanto meno in cambio di un “accomodamento” della crisi politica in atto, cioè con l’impegno di ricondurre all’ovile il “gruppo dei 4”, evitando così l’approvazione della mozione di sfiducia presentata dal centro-destra.

Il segretario regionale del PD Lacarra ha considerato molto gravi le dichiarazioni dell’ex Sindaco, giudicandole “offensive, fuori luogo, aggressive e provocatrici” e preannunciando che ritiene molto fondate le ragioni di una querela a tutela della sua onorabilità e che è “molto probabile”  che la presenterà (in risposta ad una precisa domanda di “Città Nostra”).

“La questione non finisce qui, perché devo tutelare la mia immagine personale”, così ha dichiarato alla stampa presente.

Lacarra ha spiegato in effetti di aver incontrato Giangrazio Di Rutigliano pochi giorni prima del voto di sfiducia, assieme ad una persona che collabora con lui in Regione, presso il bar di una stazione di servizio sulla statale, in direzione Polignano. Di Rutigliano, invece, non aveva alcun accompagnatore con sé.

L’avv. Lacarra ha dichiarato di aver deciso di incontrare il Sindaco Di Rutigliano dietro sollecitazione di Francesco Paolicelli, responsabile provinciale PD degli enti locali, e del Sindaco di Bari Antonio Decaro che lo invitarono ad adoperarsi per risolvere la crisi politica dell’Amministrazione comunale molese.

E così Lacarra (che, come ha detto, fino a quel momento aveva avuto solo pochi incontri casuali con Di Rutigliano) si incontrò con il Sindaco che aveva già “licenziato” tutti gli Assessori e si apprestava a formare la nuova Giunta comunale.

L’ex Assessore Pino De Silvio, presente all’incontro

Il giorno prima, Lacarra (così ha dichiarato) si era preoccupato di mettersi in contatto con il “gruppo dei 4” per capire se c’erano margini di trattativa.

Dal gruppo degli indipendenti (in particolare, Lacarra ha confermato di avere rapporti di amicizia di lunga data con Franco Battista) era a lui venuta la richiesta di una riconferma nei ruoli assessorili (nella nuova Giunta da nominare) per Pino De Silvio e Niki Bufo, quale spiraglio di apertura.

Tuttavia, l’incontro con il Sindaco – ha proseguito Lacarra – fu insolitamente breve e laconico: Di Rutigliano non chiese alcun “aiuto” a Lacarra e, anzi, gli comunicò che la crisi era in via di soluzione. A quel punto, Lacarra si astenne dal presentare a Di Rutigliano la proposta che aveva ricevuto la sera prima dal “gruppo dei 4” per il ripescaggio di De Silvio e di Bufo. E il colloquio si concluse.

Quindi, Lacarra riferì telefonicamente sia a Paolicelli che a Decaro dell’esito: il Sindaco di Bari – secondo Lacarra – rimase interdetto per la presa di posizione di Giangrazio Di Rutigliano, che da un lato aveva sollecitato l’incontro e dall’altro non era sembrato interessato a ricevere un concreto sostegno dai vertici del PD.

Anche il segretario provinciale del PD, Ubaldo Pagano, ci ha tenuto a dire la sua.

Pagano ha sostenuto di aver fatto tutto quanto era in suo potere per salvare il Sindaco Di Rutigliano dal voto di sfiducia. E di averlo fatto sia adoperandosi qui a Mola che altrove perché – sebbene la gestione Di Rutigliano “non è stata corretta” (così ha affermato) – non vedeva alcuna grave ragione per interrompere traumaticamente l’esperienza di centro-sinistra.

In particolare, Pagano ha dichiarato di aver promosso un incontro (a pochi giorni dal voto di sfiducia) presso l’ufficio del Sindaco di Bari, Antonio Decaro, al quale aveva invitato il “gruppo dei 4” per un chiarimento definitivo. Ma Tanzi, Battista, Siciliano e Vito Lepore non si presentarono: Pagano e Decaro attesero invano.

Peraltro, altri retroscena sono venuti fuori.

Pagano ha raccontato di essersi adoperato con Di Rutigliano per “salvare” la poltrona di Bufo e di De Silvio fin dal momento in cui la crisi fu aperta con la “dichiarazione di indipendenza” del “gruppo dei 4”, pronunciata nel Consiglio comunale del 20 dicembre, alla quale Di Rutigliano replicò, a fine seduta, che si sarebbe dimesso in assenza di un ricompattamento dell’originaria maggioranza.

Pagano – così ha detto – aveva concordato con Di Rutigliano che il Sindaco avrebbe assicurato, in un eventuale rimpasto, di non toccare gli incarichi dei due assessori. E che il Sindaco avrebbe fatto questa dichiarazione pubblicamente: cosa che però non avvenne. Anzi, secondo Pagano, il Sindaco aveva comunque in animo di “silurare” i due, in particolare Niki Bufo che – Di Rutigliano gli aveva riferito – “parlava male di lui”.

Insomma, un gioco delle parti a somma zero: nessuno ha azzeccato una mossa e Di Rutigliano è andato a casa.

Angelica Tribuzio, presente tra il pubblico

Un ulteriore retroscena è venuto a galla. E non è di poco conto. Si tratta del voto di sfiducia della capo-gruppo consiliare del PD Angelica Tribuzio.

Ubaldo Pagano ha dichiarato di aver contattato telefonicamente più volte la Tribuzio (fino al giorno prima del voto di sfiducia) per indurla a cambiare idea, anche evidenziandole che la sua sfiducia al Sindaco poteva essere oggetto di provvedimenti disciplinari.

Pagano ha pure detto che anche Pino De Silvio si sarebbe adoperato per convincere la Tribuzio a rivedere la sua posizione, sebbene egli fosse già stato “licenziato” dal Sindaco e avesse già rifiutato di rientrare nella nuova Giunta (rifiuto che aveva condiviso con Niki Bufo), dopo che Di Rutigliano aveva fatto marcia indietro e deciso di richiamare i due assieme a Francesca Mola.

Angelica Tribuzio, presente all’incontro di stasera, ci ha tenuto a replicare dicendo che i tentativi di “recupero” furono fatti da Pagano, ma non da De Silvio (che, a dire della Tribuzio, era sulla stessa posizione: ovvero, per la sfiducia al Sindaco), salvo una telefonata di “facciata” dell’ultim’ora allineata a quella di Pagano.

In ogni caso, per la Tribuzio è stato il comportamento di Di Rutigliano ad aver affossato l’esperienza di governo cittadino: nessun rapporto con i consiglieri e con le forze politiche, nessun coinvolgimento, molti danni al paese con un’azione amministrativa insufficiente.

Peraltro, Angelica Tribuzio ha dichiarato di aver assunto la sua posizione di approvazione della mozione di sfiducia in presenza di un totale vuoto di potere nel circolo PD di Mola (il segretario Bonamassa era dimissionario), con due e più fazioni in lotta tra di loro e con i vertici regionali e provinciali disallineati.

Sono fiera della mia decisione”, così ha concluso il suo intervento l’ex capogruppo PD Angelica Tribuzio.

Ora, la sua posizione potrebbe andare “sotto processo” politico se si verificherà, da parte degli organismi di garanzia del partito, che c’è stata una violazione delle norme statutarie: così hanno dichiarato sia Lacarra che Pagano. Ma se ne riparlerà in una prossima assemblea del partito, probabilmente a porte chiuse.

Intanto, la babele delle lingue nel partito ha raggiunto vette ineguagliabili: neppure tra il segretario regionale e quello provinciale corre buon sangue.

Infatti, Pagano ha ricordato di aver dato indicazione per la nomina di Adelisa Campanelli a commissario straordinario del circolo (in sostituzione del dimissionario Bonamassa), ma di essere stato smentito dal segretario regionale Lacarra che, infatti, impose il nome di Elvira Tarsitano, tuttora reggente del PD molese in attesa che si celebri il nuovo congresso cittadino.

Un congresso che vedrà forti contrapposizioni: da un lato il gruppo che fa capo a Pino De Silvio (forse maggioritario), dall’altro tutte le altre componenti che non vogliono il controllo dell’ex assessore sul partito e, soprattutto, non lo vogliono come candidato sindaco della coalizione di centro-sinistra o di quel poco che ne rimarrà.

E, al momento, la nuova armata Brancaleone è solo all’inizio del suo nuovo cammino, con troppi litigiosi generali e scarsissima truppa.

 

 

 

 

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