di Andrea G. Laterza

La Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bari ha inviato, in data 15 giugno u.s., una seconda lettera ai proprietari del Torrione di Piazza XX Settembre invitandoli nuovamente ad attivarsi, immediatamente, per la redazione di un progetto di recupero del bene storico.

Ricordiamo ai lettori che, a seguito della segnalazione di “Città Nostra” del 7 febbraio 2017 alla Soprintendenza  sullo stato di fatiscenza del Torrione (oltre che della lettera dell’allora consigliere comunale Giuseppe Colonna), l’Ente pubblico, dopo aver compiuto un sopralluogo, inviò una prima missiva ai proprietari in data 24-02-2017.

Con tale lettera, il Soprintendente ordinava ai proprietari “a provvedere immediatamente ad un intervento di messa in sicurezza dell’immobile ed alla redazione, entro 60 giorni, di un progetto di restauro del bene tutelato, da sottoporre alla autorizzazione di questo Ufficio, al fine di evitare ogni rischio di irrimediabile perdita di tale testimonianza del passato.

Si fa presente che, nel caso di mancato adempimento a quanto sopra richiesto, la Scrivente, tenuto conto del continuo peggioramento a cui il monumento va incontro, provvederà a proporre al Segretariato Regionale per i Beni culturali e paesaggistici l’esecuzione diretta in danno delle opere necessarie alla sua tutela, ai sensi dell’art. 33, co. 5 e 6, del Codice dei Beni Culturali. Si evidenzia che la spesa per l’eventuale esecuzione dei lavori sarà recuperata nelle forme previste dalla normativa in materia di riscossione coattiva delle entrate patrimoniali dello Stato.”

Il Torrione in disfacimento

In sostanza, nell’inerzia dei proprietari la Soprintendenza avvertiva che avrebbe eseguito direttamente le opere necessarie a norma dell’art. 33 del Codice dei beni culturali, rivalendosi poi nelle forme stabilite dalla legge. 

Ora, a distanza di oltre 60 giorni dalla prima lettera, la Soprintendenza ha constatato che i proprietari non hanno adempiuto alla richiesta di redazione di un progetto di restauro del bene storico sotto tutela.
A fronte di ciò, il Soprintendente dott. Luigi La Rocca, ha rinnovato l’invito ai proprietari a procedere nell’immediato con le prescrizioni già date nella prima lettera, avvertendo che, questa volta, al decorrere dei 60 ulteriori giorni dalla ricezione della nuova comunicazione, la Soprintendenza procederà in via coattiva.

Vedremo se, di fronte a questo nuovo monito, i proprietari del Torrione decideranno di attivarsi autonomamente, ovvero se attenderanno i provvedimenti della Soprintendenza in loro danno, cioè la redazione di un progetto di recupero e la realizzazione dei lavori da parte dell’Ente, con recupero delle somme spese a loro carico.

Una veduta attuale dei luoghi che ospitavano la cinta muraria della Mola antica, con il Torrione in primo piano, ultima testimonianza rimasta.

Una cosa è certa: al di là della titolarità del bene (che, come nel caso del suolo dell’ex cinema Castello, potrebbe essere di natura demaniale), la comunità molese non può assistere passivamente al decadimento totale del Torrione che costituisce l’unica testimonianza superstite dell’antica cinta muraria di Mola e del suo sistema di avvistamento e difesa.

Peraltro, il rifacimento di Piazza XX Settembre con il disfacimento del Torrione in pessima vista, sarebbe un cattivo biglietto da visita per la nostra città. E altrettanto dicasi per Palazzo Roberti.

Ecco il testo della nuova lettera della Soprintendenza (per ragioni di privacy abbiamo cancellato i nomi e gli indirizzi dei proprietari):

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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