di Andrea G. Laterza

Ad appena qualche giorno dalla posa in opera della nuova pavimentazione in Piazza XX Settembre, sul fronte principale di Palazzo Roberti, ecco il “lavoro” dei colombi: un pessimo biglietto da visita per Mola e per gli epocali lavori in corso di ultimazione (foto di Cesario Rago).

SERVIZI IGIENICI DI SAN DOMENICO CHIUSI DA TEMPO E PALAZZO ROBERTI INFESTATO DA QUINTALI DI ESCREMENTI DEI COLOMBI, MA LA ASL NON INTERVIENE. PERCHE’?

Due pesi e due misure? E’ quanto si stanno chiedendo tanti molesi, da settimane.

La ASL, con il suo Servizio di Igiene e Sanità pubblica diretto dal dott. Francesco Nardulli, è intervenuta con una lettera dello scorso 14 luglio indirizzata al Commissario prefettizio del Comune di Mola, constatando la chiusura dei servizi igienici pubblici nella frazione balneare di Cozze, e chiedendo la riapertura.

Analogo atteggiamento non è però stato riservato dalla ASL alla chiusura dei gabinetti pubblici della villa comunale di San Domenico, ormai sprangati da troppi mesi, né tantomeno alla gravissima situazione igienico-sanitaria nella quale sono costretti a vivere i cittadini che abitano nei pressi di Palazzo Roberti.

 

Gabinetti pubblici di San Domenico sempre chiusi: anziani costretti ad orinare all’aperto (foto di Ivan Fortunato)

E’ enorme il disagio per i numerosi anziani che frequentano i giardini e che  costringe molti di essi ad espletare i bisogni fisiologici a ridosso dell’edificio chiuso e della vegetazione circostante, nonostante l’area sia frequentata anche da donne e bambini e sia sede del mercato ortofrutticolo giornaliero.

Non meno inspiegabile è il comportamento tenuto dalla ASL per la situazione igienico-sanitaria di Palazzo Roberti, con i residenti  a ridosso dello storico edificio (in specie delle vie Buttaro, De Marco e Van Westerhout) costretti a vivere con le finestre sbarrate, anche in piena estate, per i miasmi provenienti dallo stabile colonizzato da centinaia di colombi, ed esposti al pericolo di gravi infezioni per la forte carica batterica contenuta nel guano  che, una volta asciutto, viene veicolato nell’aria come pulviscolo infestante.

Eppure, il 10 luglio scorso gli abitanti delle zone interessate hanno scritto alla ASL, oltre che al Commissario prefettizio, alla Soprintendenza, alla Regione e alla Procura della Repubblica: al momento, senza alcun esito concreto, se non un generico lavaggio dei marciapiedi, già transennati per pericolo di distacchi dalla facciata. Ma solo qualche giorno dopo gli interventi, la situazione si presenta identica al pre-lavaggio: i colombi non si fermano…

In sostanza, non vi è nulla che abbia ad oggetto una vera, radicale e urgente bonifica dell’intero stabile con l’allontanamento delle numerose colonie di colombi, la chiusura delle sempre più spalancate finestre e la sostituzione dei vetri rotti e l’installazione di un sistema di dissuasione a basso voltaggio.

(foto Cesario Rago)

La situazione è gravissima: le colonie di volatili, come abbiamo ampiamente documentato con decine di foto, hanno depositato quintali di escrementi (e ovviamente, indisturbati, continuano a farlo) all’interno del vasto edificio e il loro via vai attraverso le finestre aperte e i vetri rotti è incessante, lordando la pavimentazione circostante delle vie Buttaro e De Marco e i terrazzi e balconi prospicienti.

Se poi si entra nel Palazzo, la situazione, in specie in questi giorni di caldo asfissiante, appare devastante:  basta solo affacciarsi per pochi secondi nel grande atrio che fino a non molto tempo fa ospitava spettacoli musicali di grande pregio e incontri culturali di alto livello: la puzza è indescrivibile per il tappeto di guano esistente, c’è da sentirsi male per il fetore, e l’erba cresce tra le chianche, un tempo lustre e pulite.

La situazione ai piani superiori è ancora più sconvolgente: sono decine i centimetri di escrementi che si innalzano dai pavimenti, con i volatili che prolificano indisturbati.

(foto Cesario Rago)

Una bonifica radicale di tutti gli ambienti avrà un costo notevole e ricadrà sulle tasche di tutti i contribuenti, nonostante vi sia il concorso di colpa di quegli amministratori comunali che, almeno dal 2005 in poi, hanno lasciato marcire Palazzo Roberti nell’incuria e nell’abbandono totale, non riuscendo neppure a far chiudere le finestre e a sostituire i vetri rotti.

Ricordiamo che gli ultimi interventi risalgono a cavallo delle Giunte Cristino I e II, con il restauro del portale, del piano terra e del salone delle feste. Tanto che nel marzo 2002, Palazzo Roberti fu inserito dal FAI nell’ambito delle Giornate di primavera promosse ogni anno da quella fondazione culturale: il salone delle feste si mostrò in tutta la sua magnificenza, egregiamente restaurato.

A partire dalla successiva consigliatura (2005-2010 in avanti), cominciò l’abbandono del palazzo senza che alcuna opera né tantomeno manutenzione di rilievo venisse effettuata, e nemmeno le finestre venissero chiuse, fino al risultato odierno con la colonizzazione e l’infestazione di ogni ambiente da parte di centinaia di colombi: il restauro del salone delle feste è fortemente compromesso, con gli ingenti fondi pubblici spesi finiti nel guano dei colombi!

Bidoni della differenziata sulla nuova pavimentazione: strati di sporco che già si addensano (foto Cesario Rago)

Le foto che Città Nostra ha pubblicato qualche settimana fa sono eloquenti: le abbiamo definite il “book fotografico dell’orrore”, ma bisogna mettere piede in quegli ambienti per capire appieno la portata dello scempio che amministratori inerti hanno prodotto nel tempo: il fetore è talmente rivoltante che il conato di vomito arriva spontaneo.

Non meno rivoltante è la situazione che si offre allo sguardo sulla nuova pavimentazione appena messa in opera ai piedi del prospetto principale di Piazza XX Settembre.

Il nuovo “spettacolo” che si mostra ai visitatori del rinnovato “salotto buono” è davvero disgustoso, con un vasto tappeto di escrementi che si allarga per diversi metri lungo il fronte principale di Palazzo Roberti.

Un pessimo biglietto da visita per la città e per l’epocale lavoro in corso di ultimazione, anche tenuto conto che a destra e a sinistra di Palazzo Roberti hanno sede due frequentatissimi bar, con l’esposizione di tavolini all’aperto per le consumazioni: granite, spumoni e bevande ad un passo dal guano!

Il marciapiedi di Via Buttaro che costeggia la facciata posteriore di Palazzo Roberti: i lavaggi ordinati dal Comune non modificano la situazione. Dopo poche ore, il tappeto di guano si riforma! (foto di Cesario Rago)

Insomma, il Commissario prefettizio ha il dovere di intervenire al più presto e non con generici e infruttuosi lavaggi che lasciano il tempo che trovano.

E la ASL ha il dovere massimo di chiedere e pretendere che la bonifica radicale dell’intero edificio avvenga al più presto, senza altri ingiustificabili ritardi.

Perché gli organi preposti della ASL tacciono?

Perché per la situazione igienica di Cozze si sono mossi tempestivamente, mentre per quella dei gabinetti pubblici di San Domenico e per l’altra  gravissima e strutturale di Palazzo Roberti non intervengono?

Peraltro, la Procura della Repubblica farebbe bene, a nostro modesto avviso, ad avviare opportune indagini che mettano in rilievo, nel tempo, le responsabilità politiche e burocratiche connesse alla grave e ingiustificabile deriva dello storico edificio.

Uno dei finestroni più grandi (da tempo senza imposte e senza vetri) che si apre sul prospetto di Palazzo Roberti in Via Buttaro. Il via vai dei colombi (molte centinaia) è incessante. Il cattivo odore è insopportabile e il pericolo di infezioni per gli abitanti della zona è molto serio. Perchè la ASL non interviene? (foto Cesario Rago)

Altri varchi a libero accesso per i volatili in Via Buttaro (foto Cesario Rago)

Una grata senza alcuna protezione sulla facciata posteriore del palazzo (foto Cesario Rago)

La facciata principale di Palazzo Roberti: finestra spalancata al piano nobile. Il lavoro di restauro, del periodo 1998-2002, del salone delle feste si è degradato a causa della vasta colonizzazione dei colombi di ogni ambiente dello storico edificio.

 

 

 

 

 

 

Condividi su: