di Andrea G. Laterza

Una delle ville a mare confiscate, a ridosso della battigia

Con determina n.87 del 21.07.2017 il Capo Settore Urbanistica – Lavori Pubblici ing. Vito Berardi, ha approvato il progetto  definitivo-esecutivo dei “Lavori di realizzazione della recinzione delle aree confiscate di via U. La Malfa – 1° stralcio funzionale ” dell’importo complessivo di €. 30.000,00.

Si tratta delle ville a mare allo stato di rustico, sequestrate nel 1996 e successivamente confiscate a seguito di sentenza definitiva della Corte di Cassazione dell’aprile 2013, e per questo passate nel patrimonio comunale con i suoli sulle quali sorgono.

Come è noto, la Magistratura ha stabilito, con sentenza passata in giudicato, che si tratta di costruzioni abusive sorte su lottizzazioni illegittime in violazione della Legge 431/1985 (Legge “Galasso”) che, dall’entrata in vigore, impedisce la realizzazione di nuovi volumi entro 300 metri dalla linea di costa, tranne in specifiche condizioni di legge che, tuttavia, non ricorrevano nel caso molese o nel caso di specifiche autorizzazioni regionali che, comunque, non furono richieste.

Sono tanti gli acquirenti privati danneggiati per l’acquisto in buona fede “sulla pianta” di costruzioni illegittime (che avrebbero diritto ad essere risarciti), mentre i proprietari dei suoli, i costruttori e i progettisti dei manufatti furono tutti condannati in primo grado con sentenza penale per abusivismo edilizio.

Successivamente, in appello, le condanne di primo grado sono andate in prescrizione per decorso del tempo dalla commissione del reato.

Tuttavia, la Cassazione, sezione penale, con la sentenza n. 17066 del 15-04-2013 ha comunque accertato in via definitiva il reato di abusivismo edilizio e, come già detto, ordinato la confisca dei suoli e dei manufatti.

Alcuni proprietari, in seguito, hanno adito la Corte europea di Strasburgo per rientrare nella titolarità dei suoli, contestando la confisca a seguito della prescrizione intervenuta.

La Corte di Strasburgo non si è ancora pronunciata ma, nel frattempo, nel 2015, è intervenuta la Corte costituzionale per un caso analogo, ribadendo la legittimità della confisca anche in caso di prescrizione della condanna penale.

In ogni caso, anche se la Corte europea dovesse accogliere le ragioni dei ricorrenti, restituendo i suoli ai proprietari, le costruzioni rimangono abusive e non sarà possibile completarle, anzi, devono essere demolite dando attuazione alla sentenza della Corte di Cassazione.

Più di recente, nel febbraio 2016, il consulente legale del Comune di Mola, avv. Profeta, ha consegnato al Sindaco Di Rutigliano un parere pro-veritate (richiesto dal predecessore Sindaco Diperna).

Con questo parere, già pubblicato da “Città Nostra”, l’avv. Profeta dà come ineluttabile la demolizione delle ville confiscate, in sostanza un atto dovuto del Comune di Mola, a prescindere dalle conclusioni alle quali arriverà la Corte di Strasburgo.

Nel frattempo, i residenti nella zona adiacente alle ville abusive hanno più volte intimato al Comune (in attesa della demolizione) di recintare adeguatamente l’area (una prima recinzione si è rivelata palesemente inadatta allo scopo), di allontanare gli occupanti senza fissa dimora che vi si sono installati a più riprese e di procedere alla bonifica igienico-sanitaria.

Con il provvedimento adottato dal Capo settore urbanistica ing. Berardi si procede finalmente a dare adeguata recinzione all’area.

Tuttavia, il nodo è di rispetto di una sentenza passata in giudicato della magistratura italiana: in tal senso, bene farebbe il Commissario prefettizio dott.ssa Schettini ad avviare le procedure per la demolizione dei manufatti abusivi.

Se non lo farà, lascerà la patata bollente nelle mani del prossimo Sindaco il quale non potrà sfuggire alle proprie responsabilità, anche se i politici dei due schieramenti principali hanno sempre rimandato la soluzione dovuta al problema: l’abbattimento.

Il motivo è intuibile: sia nel centro-sinistra che nel centro-destra operano ancora nella politica attiva, o nelle immediate retrovie, molti dei responsabili diretti di quello scempio urbanistico.

Ecco il testo della determina:


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

 

 

 

 

 

 

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