di Andrea G. Laterza

L’avanzare dell’insabbiamento. Dalla Regione nessuna novità per il promesso dragaggio.

Ieri è terminato il periodo di “riposo biologico”, che ha visto la prolungata annuale sospensione dell’attività peschereccia.

Già stanotte, mentre gli ultimi fuochi pirotecnici illuminavano il bacino portuale a conclusione della festa patronale, i pescherecci prendevano il largo.

I problemi per la categoria di armatori e addetti però restano.

A cominciare dal crescente insabbiamento dell’imboccatura del porto che, silenzioso, continua ad aumentare.

Mesi addietro si fece un gran parlare di un imminente avvio delle attività progettuali per il dragaggio portuale.

Poi è scesa una cappa di silenzio, come spesso accade per le questioni amministrative locali: alla “furia francese” segue la “ritirata spagnola”.

La Regione Puglia, a fine dello scorso marzo, ha previsto lo stanziamento – per il tramite di risorse finanziarie europee – di ben 48 milioni di euro per il dragaggio di tutti i porti di competenza regionale, tra cui quello di Mola.

Il 30 aprile scorso si conclusero i termini per esprimere, da parte dei Comuni portuali, la manifestazione di interesse a partecipare al bando.

Il 30 maggio era poi la scadenza stabilita per la pubblicazione del successivo avviso pubblico, con il quale si sarebbe proceduto a valutare le istanze progettuali e, quindi, ad ammettere a finanziamento i vari interventi.

Da allora, non sembrano però esserci novità significative.

L’Assessore regionale alle infrastrutture e opere pubbliche Giovanni Giannini (PD), che aveva iniziato l’iter assicurando la massima sollecitudine, fu costretto a dimettersi dall’incarico il 12 luglio scorso, perché coinvolto indirettamente in un’inchiesta aperta dalla Magistratura barese su casi di corruzione in procedure pubbliche.

Dal suo successore, con delega ai Lavori pubblici, Anna Maria Curcuruto, non sono più arrivate notizie alla stampa.

Tutto tace, ma Mola non può aspettare.

 

Condividi su: