di Andrea G. Laterza e Nicola Rotondi

Per un importo complessivo di circa 600 euro, è stata affidata all’azienda Servizi Chimici Ambientali S.r.l. di Mesagne (Br) la caratterizzazione di due campioni di posidonia spiaggiata provenienti dalle località “Acqua di Cristo” e “Cala Portecchia”.

La determina n.° 187 del 6 settembre dell’Ufficio Igiene – Ambiente si è resa necessaria al fine di individuare la corretta destinazione della posidonia (trasformazione in biomassa presso gli impianti di compostaggio o il suo smaltimento in discarica come rifiuto indifferenziato).

Nelle ultime settimane, infatti, come specificato il provvedimento, “gli accumuli della pianta acquatica hanno dato luogo a fenomeni di autocombustione che hanno provocato continui miasmi, oltre a rappresentare un pericolo per residenti e bagnanti nonché ostacolo alla fruizione in particolare di Cala Portecchia.”

Un provvedimento che, tuttavia, lascia intatti i temi di fondo non risolvendoli.

Infatti, ancor prima della “caratterizzazione”, il Comune di Mola aveva ed ha l’indispensabile compito di accertare per il tramite dell’ARPA (l’Agenzia Regionale per l’Ambiente, ente pubblico deputato allo scopo) la natura della combustione della posidonia: se autoprodottasi ovvero, in tutto o in parte, alimentata con comportamenti dolosi.

Distesa di posidonia a sud di Mola

Accertando, allo stesso tempo, la presenza all’interno della massa della posidonia spiaggiata di plastiche varie e di olii esausti e idrocarburi e l’eventuale partecipazione di queste sostanze e materiali al processo di combustione, con la verifica dell’eventuale rilascio in atmosfera di sostanze tossiche e nocive, quali ad esempio le diossine (di natura cancerogena).

E, nel caso di accertamento di inneschi di combustione dolosi, la denuncia alla Procura della Repubblica  per l’apertura dei un’indagine giudiziaria.

La posidonia a Portecchia

Resta pertanto necessario che il Comune di Mola vada oltre la semplice “caratterizzazione” e si rivolga all’ARPA per le verifiche del caso, oltre comunque alla doverosa  segnalazione alla Magistratura degli incendi che, puntualmente, si verificano da anni ad ogni stagione estiva.

E’ in gioco la salute pubblica: i molesi hanno diritto di sapere cosa hanno respirato nel corso di questa estate.

Ecco uno stralcio del testo della determina (cliccare per ingrandire):

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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