Il nuovo tratto di strada di Via Paolo VI che porta all’imbocco del cavalca-ferrovia. E’ privo di parcheggi laterali: le auto parcheggiate restringono la carreggiata: un evidente errore progettuale.

di Andrea G. Laterza

IL CAVALCAFERROVIA DI VIA PAOLO VI: TRA ERRORI PROGETTUALI E CARENZA DI SICUREZZA.

Abbiamo già scritto più volte sul cavalca-ferrovia di Via Paolo VI.

Torniamo a farlo perché ormai ogni attività di approntamento sembra terminata e, quindi, vi è il dovere di tornare a richiamare un aspetto relativo alla sicurezza: si tratta dell’assenza di guard-rail, con adeguato rivestimento protettivo, sia sulla pista ciclabile che sul percorso pedonale.

Non solo: la foto che pubblichiamo mostra l’assenza di parcheggi sui lati della carreggiata (neppure su uno dei due) che porta all’imbocco del ponte. Il risultato è evidente e dimostra un’assoluta carenza progettuale.

Infatti, se non si imporrà il divieto di sosta in quel tratto (cosa piuttosto improbabile perché altrimenti i residenti non potrebbero stazionare), le auto provenienti sia da Via Paolo VI che da Cerulli si troveranno di fronte ad un’assurda restrizione della carreggiata a causa delle auto parcheggiate.

La pista ciclabile priva di adeguata protezione dalle parti metalliche sporgenti

Ci chiediamo chi abbia progettato e/o avallato una tale assurda conformazione di quel breve tratto di strada senza aver previsto le opportune rientranze per parcheggio sul largo marciapiedi (appena realizzato) prospiciente le palazzine, né l’allargamento della carreggiata sul lato opposto, al fine di ospitare parcheggi a raso per i residenti.

I lettori ricorderanno che, a due passi dal cavalcaferrovia, è stata realizzata una bretella stradale che prolunga Via Nino Rota su Via Aldo Moro (e da lì su Via Turati e Via Nenni).

Tale bretella fu realizzata senza rete di smaltimento delle acque piovane (vi suppliscono alcuni tubi “artigianali” … che convogliano le acque nello sterrato attiguo: ne abbiamo pubblicato le foto mesi fa), né impianto di illuminazione pubblica e con un solo marciapiedi, peraltro di larghezza inadeguata (sul lato opposto vi è solo un cordolo).

Un particolare delle parti metalliche non protette che potrebbero causare danni ai ciclisti

Oggi, a pochi metri di distanza si fa il bis: a quale “genio” va data la palma per una simile progettazione?

Peraltro, chi ha consentito la realizzazione del percorso ciclistico e di quello pedonale con la presenza di superfici metalliche laterali sporgenti e taglienti?

Le foto che torniamo a pubblicare sono molto eloquenti: in caso di caduta in discesa di un ciclista, l’impatto con le superfici metalliche non protette potrebbe avere conseguenze anche molto serie.

Un discorso simile vale anche per il percorso pedonale: anch’esso privo di adeguate protezioni.

Anche sul percorso pedonale le parti metalliche non risultano protette

Inoltre, la pista ciclabile non ha un adeguato prolungamento estensivo lungo il nuovo tratto stradale che parte dall’incrocio tra Via Paolo VI e Via Rota: si presenta monca, con una breve piattaforma di accesso a ridosso del ponte.

Chi si assumerà la responsabilità delle incongruenze progettuali evidenziate?

Chi risponderà in caso di danni ai cittadini?

Altro particolare delle parti scoperte che potrebbero danneggiare ciclisti e pedoni

 

 

 

 

Condividi su: