di Andrea G. Laterza

Una delle ville a mare confiscate a ridosso della battigia

L’ora della verità per gli iscritti del PD molese sta per arrivare. Sabato 21 ottobre, a partire dalle 15:00, nei locali del circolo di Piazza degli Eroi, si terrà il congresso cittadino.

Un appuntamento a lungo atteso e fonte di numerose e notevoli polemiche tra i due maxi-gruppi che compongono il partito.

A contendersi il voto per l’elezioni dei delegati alla convenzione provinciale e per l’elezione del segretario di circolo, saranno 297 iscritti.

Sono due i contendenti: Rocco Zaccaria per il gruppo Emiliano e Antonio Tricase per i gruppi coalizzati afferenti, in sede nazionale, a Renzi e a Orlando.

Il tentativo di mediazione, finalizzato alla proposta di un candidato terzo rispetto ai due gruppi, è infatti fallito: a non volerne sapere è stata quella parte del partito che sponsorizza Tricase.

Rocco Zaccaria, con un passato da consigliere comunale della DC, è sostenuto nel circolo molese da Pino De Silvio, Mario Logrieco, Domenico Tagarelli, Pierpaolo Gallo e da un numero di iscritti che dovrebbe aggirarsi intorno al 50%.

L’altra metà degli iscritti, invece, starebbe con Antonio Tricase, ingegnere, già consigliere comunale e assessore del Partito Socialista (ai tempi di Craxi) e consigliere uscente per il PD nell’ultima consigliatura, sciolta a seguito del voto di sfiducia al Sindaco Di Rutigliano.

Con Tricase stanno senz’altro i personaggi provenienti dal vecchio Partito Comunista (Enzo Cristino, Sabino Dattolo e Michele Giliberti), dal Partito Socialista (Pierdomenico Tribuzio) e dal Partito Repubblicano (Antonio Bonamassa e Annamaria Santoro), oltre ai centristi Vincenzo De Filippis, Pierino Padovano, Antonio Ingravallo, Carlo Scarimbolo, Vito Longo, Domenico Lofù.

Insomma, sarà senz’altro una lotta all’ultimo voto.

Chi vince avrà l’onore e l’onere di traghettare il partito verso le elezioni comunali della prossima primavera, forse accorpate alle politiche di marzo.

Chi perde dovrà decidere se restare nel circolo oppure se approdare a nuovi lidi, perché la coabitazione sarà difficilissima, probabilmente impossibile.

Per Antonio Tricase, nelle settimane scorse, si è addirittura ventilata l’ipotesi di una candidatura a Sindaco: un’ambasciata in tal senso sarebbe stata portata da una delegazione di suoi sostenitori a Giangrazio Di Rutigliano per chiedergli un passo indietro a favore dell’ingegnere del PD.

Ma Di Rutigliano avrebbe risposto picche: il suo raggruppamento – che vede quel che rimane della sua lista civica alleata con i Socialisti di Vittorio Farella, “Condividiamola” dei Chiarelli e “Progetto Mola” del duo Francesca Mola – Sabino Pesce – ha già iniziato, di fatto, la campagna elettorale con una serie di incontri tematici nel locale di Via Di Vagno, 86.

Comunque sia, la candidatura di Antonio Tricase a segretario del PD ed eventualmente a Sindaco suscita molte perplessità.

In particolare, per il suo conflitto di interessi in materia urbanistica.

Infatti, l’ing. Tricase votò a suo tempo, da consigliere del Partito Socialista, il 15-04-1992, la lottizzazione C.3.1 del PPA (Piano Pluriennale di Attuazione), poi dichiarata illegittima (insieme ad un’altra lottizzazione della stessa maglia) dalla Corte di Cassazione III sezione penale, con sentenza n. 17066 del 15 aprile 2013, per aver violato le norme in materia di edificazione nella fascia dei 300 metri dal mare.

In particolare, la Cassazione ha definitivamente stabilito, con sentenza passata in giudicato, che i piani di lottizzazione in questione non potevano essere approvati alla data del 15/04/1992 poiché, in base alla normativa esistente all’epoca, sussisteva un vincolo di inedificabilità assoluta.

Peraltro, l’ing. Tricase fu condannato in primo grado dal Tribunale penale di Bari, con sentenza del 21-09-1999 – insieme a numerosi tecnici, costruttori e proprietari di suoli delle due lottizzazioni – per aver prestato la sua attività di Direttore dei lavori nella costruzione di una delle numerose ville – sorte sulla fascia costiera in base alle due lottizzazioni di cui si è detto – sequestrate dalla Procura della Repubblica di Bari, dichiarate abusive in primo e secondo grado, e poi confiscate con sentenza della Cassazione (e, quindi, passate nella proprietà comunale).

Nella sentenza d’appello, del 24-01-2011, il Tribunale ribadì la presenza dei reati urbanistici in capo a tutti gli imputati, però li dichiarò prescritti per il decorso del tempo (tra un grado e l’altro di giudizio erano trascorsi ben 12 anni).

Di recente, l’ing. Tricase – con un suo intervento nel corso dell’incontro pubblico per il progetto di Rigenerazione urbana di Cozze – è tornato sull’argomento relativo alle ville a mare confiscate auspicando anche per quell’area una “rigenerazione urbana”.

Poiché la sentenza della Cassazione è molto chiara nel dichiarare l’abusivismo di quelle costruzioni e, quindi, nello statuirne la demolizione, l’intervento dell’ex consigliere Tricase appare in palese conflitto d’interessi con il ruolo da egli svolto in passato, e sottoposto al vaglio della Magistratura con gli esiti processuali che si sono già illustrati, e che potrebbe riprendere a svolgere in ambito politico in materia.

Pertanto, il perdurare di una sua presenza attiva in politica, a capo di un importante partito, che potrebbe nuovamente assumere responsabilità di governo cittadino (e ancor più in caso di candidatura a Sindaco), dovrebbe vedere un suo chiaro pronunciamento a favore della demolizione delle ville abusive, al fine di fugare ogni legittimo dubbio in ordine allo svolgimento concreto della sua futura azione politica e amministrativa.

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