di Andrea G. Laterza

A Portecchia si spala la posidonia per mettere in mare le barche dei pescatori (foto Michele Morelli)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

CENTRO, PERIFERIE, CAMPAGNE E COSTE ALLO SBANDO: L’ABBANDONO DEI RIFIUTI INDIFFERENZIATI CRESCE. E A PORTECCHIA I PESCATORI SPALANO QUINTALI DI POSIDONIA PER FARSI LARGO CON LE LORO BARCHE.

Il nostro lettore Michele Morelli ci ha inviato alcune foto sullo stato di grave degrado della costa molese, in particolare tra l'”Acqua di Cristo” e la zona dell’ex macello comunale, in località “Ponticello”.

Sono foto che si aggiungono a quelle, da noi già pubblicate  di recente, del lettore Giuseppe Colella.

La situazione è da tempo fuori controllo e peggiora sempre più. Sembra che un “cupio dissolvi” abbia colpito molti nostri concittadini. Come se l’abbandono indiscriminato e selvaggio dei rifiuti, ovunque, anche in riva al mare, fosse una forma di sfregio verso la collettività ma, in fondo, anche verso sè stessi.

Le ragioni psicologiche di un simile comportamento andrebbero seriamente analizzate: non si tratta solo di ignoranza e di inciviltà.

Desolazione in località “Acqua di Cristo”: tra posidonia che ha bruciato per tutta l’estate e quintali di plastica abbandonata (foto Michele Morelli)

Evidentemente c’è dell’altro che scatta nella mente di queste persone: infatti, ormai da tempo si conoscono tutti gli strumenti per fare la raccolta differenziata e si sa benissimo che esiste un centro per la raccolta dei rifiuti ingombranti, con un servizio totalmente gratuito.

Peraltro, il sistema di controllo a distanza con telecamere sembra essere completamente fallito: dopo un unico video messo a disposizione della stampa (e pubblicato a suo tempo da “Città Nostra” on line), il Comune di Mola tace e non dà più informazioni nè sui controlli effettuati nè sulle eventuali sanzioni comminate.

E non esiste neppure un servizio di controllo sul territorio basato sulla vigilanza attiva della Polizia Municipale o di guardie ambientali.

Mola è allo sbando. I rifiuti indifferenziati si accumulano ovunque.

Rifiuti indifferenziati nella zona dell’ex macello comunale (foto Michele Morelli)

In centro, gli “angoli della vergogna” (come Piazza Risorgimento e il crocevia di Via Sabin con Via XXIV Maggio)  si stanno diffondendo a macchia d’olio; nelle periferie si formano cumuli di rifiuti che ben presto danno vita a mini-discariche (come nel recinto della scuola abbandonata di Via Trento); le campagne sono costellate da sversamenti cospicui, anche di materiale tossico e cancerogeno come l’amianto; e le coste stanno diventando il nuovo sito prediletto dagli “sporcaccioni” con abbandoni indiscriminati di rifiuti di ogni tipo, da quelli domestici a quelli di vecchie tv, computer, stampanti, toner e a quelli delle attività edilizie (materiale edile di risulta, da lavori elettrici e idraulici, ecc.).

A tutto ciò si aggiunga la deriva assunta dalla mancata raccolta e smaltimento della posidonia.

Di quanto accade ogni estate tra Cala Loreto e il molo di levante abbiamo scritto più volte e pubblicato eloquenti foto e video (combustione continua nei mesi estivi, con rilascio di sostanze tossiche nell’aria).

Anche a Portecchia, come documenta la foto del nostro lettore, la situazione è fuori controllo. Gli ormai pochi pescatori che operano da quello scalo sono costretti a spalare quintali di posidonia per farsi largo se vogliono mettere in mare le loro barche.

Un quadro desolante che avrebbe bisogno di un intervento incisivo e risolutore.

La politica ha fallito, i burocrati non risolvono i probemi.

Il Commissario prefettizio, dott.ssa Schettini, vorrà affrontare quest’ennesima patata bollente che i politici le hanno lasciato?

Via Sabin angolo Via XXIV Maggio: “l’angolo della vergogna”

 

 

 

 

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