Redazionale

Il Teatro Angioino, in Mola di Bari (Ba), con la direzione artistica di Francesco Capotorto, presenta, per la XVIII Stagione di Prosa 2017/18, Sabato 25 Novembre 2017 h.21,00, Compagnia Teatroscalo ((Modugno) “ARCANGELO” di Bia e Ferrante.

Con Franco Ferrante, regia Michele Bia. Lo spettacolo parte dall’esigenza di raccontare un avvenimento realmente accaduto. La storia si sviluppa su tre piani: quello del reale, della finzione e del mondo virtuale. Arcangelo è l’occasione di un padre attore, che coglie un momento particolare della sua vita, la patologia agli occhi di suo figlio, per dar sfogo al suo narcisismo; una serie di aneddoti che fanno parte del suo vissuto personale, che raccontate in teatro assumono un sapore paradossale, surreale, quasi finto.

La storia tutta personale si apre a uno sguardo più ampio abbracciando vari temi legati alla disabilità dell’ipovisione e della cecità, e in generale quello legati al dolore.

Ferrante in questo lavoro si divide in tre ruoli: quello del padre, dell’attore, e dell’uomo comune ossessionato da facebook, che non ammette a se stesso di essere vittima di una semplice e banale crisi di mezz’età, nel momento in cui la vita gli pone un problema ben più serio. Facebook diventa, così, un modo per non vedere il problema di suo figlio e le conseguenze difficili che comporta e una strategia per cercare un rifugio sul piano virtuale.

Arcangelo è anche un’ occasione per indagare sullo svuotamento del significato delle parole, sull’uso smoderato dei concetti filosofici profondi, che trovano facile consenso sui social network e dove tutti hanno il proprio momento di gloria, misurato dalla quantità dei “mi piace”, finanche una zia vedova che per sentirsi viva è costretta a chattare con le amiche di sempre. Prima si faceva davanti a una sedia, fuori dalla porta di casa, adesso si fa davanti a una tastiera, dentro la porta di casa.

Arcangelo è sicuramente una storia che invita lo spettatore a ridere sulle nostre avventure, personali, sociali e contemporanee senza sentirne il peso della disavventura. Il dolore e la sofferenza, dopo le naturali e istintive reazioni (la disperazione, l’aggressività, la fuga) che agiscono da detonatori e tendono a rompere gli argini, lo spazio, il tempo, a togliere la luce e disintegrare la realtà, hanno bisogno di una riposta. Una risposta che possa operare come antidoto al dolore stesso, stemperando la sofferenza.

Crediamo che la vera funzione del teatro, e dell’arte in generale, sia dare una risposta a questa frammentazione e provare a ricostruire la realtà disintegrata dal dolore. Questo lo si può fare trasmettendo alle persone la fiducia dell’attesa, ritraendo la disperazione, e lo sconforto, ma dando al tempo stesso un’immensa speranza, quella speranza che risiede nel forte richiamo all’importanza di una nuova solidarietà umana capace di combattere l’imperante individualismo diffuso, trasformando il nostro modo di essere e di agire.

E il teatro da sempre muove le persone, insieme, commuove e emoziona, scavando nell’interiorità e regalandoci la straordinaria consapevolezza di non essere soli, ma parte integrante e irriducibile di una comunità. E se non si è soli anche il dolore più grande si può affrontare diversamente. Questo è l’obiettivo propriamente artistico. Info e prenotazioni nei seguenti giorni della settimana: ogni venerdì, sabato e domenica presso il Botteghino del Teatro Angioino, in via S. Pellico n.7 in Mola di Bari (Ba) dalle 18,30 alle 20.30, tel. 080.4713061. Teatro Angioino è su Facebook e Twitter. teatroangioino@email.il

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