Comunicato stampa

Ripensare la città: una pagina bianca da scrivere con i cittadini.

Mola certo non meritava questa ulteriore umiliazione e sconfitta: oltre un anno di Commissariamento!  Che significa ordinaria amministrazione per lunghi mesi, senza possibilità di sviluppo, in un paese che già aveva accumulato forti ritardi nella propria crescita, fanalino di coda della Provincia sotto diversi punti di vista.

Ne pagheremo care le conseguenze, impoverendo vieppiù il nostro tessuto socio-economico e allungando ancor più i tempi di un’eventuale ripresa. Tutto ciò che è accaduto ha diversi responsabili, ma coloro che materialmente hanno suggellato lo sfascio finale ed inferto il decisivo colpo mortale hanno nomi e cognomi precisi: sono gli autori della sfiducia all’Amministrazione uscente!

E non ci riferiamo soltanto a chi materialmente l’ha votata, ma anche a chi l’ha sostenuta dall’interno della stessa Istituzione e dell’apparato di governo cittadino. Riteniamo che gli elettori debbano ricordarsi di loro, se avranno la sfrontatezza di ripresentarsi candidati, e ne spieghiamo le motivazioni.

L’interruzione di un mandato amministrativo è atto eccezionale e grave, perché va a ledere un principio fondamentale della democrazia delegata, della volontà popolare e il suo utilizzo non può che essere un avvenimento singolare, straordinario, speciale, ancorché unico e irrimediabile. Dunque farlo con disinvoltura e fragili motivazioni (peggio ancora se fondate su personalismi) è un atto di arroganza e di lesione dei principi democratici: ciò che il popolo sovrano ha decretato nessuno può sovvertire con superficialità e leggerezza.

Noi ci siamo chiesti spesso se vi fossero questi estremi e francamente non li abbiamo rinvenuti, e chi lo afferma è la nostra formazione politica, la più critica dell’operato amministrativo all’interno della maggioranza che sosteneva il sindaco uscente.

Valga una per tutte, paradosso dei paradossi: nel momento in cui il sindaco prende atto della necessità di cambiare marcia ed azzera la Giunta politica, presentando un governo tecnico, sicuramente non di basso profilo, la fiducia viene negata a chi non si è ancora valutato nel suo operato, abbandonando il paese in una lunga agonia. Un atto di irresponsabilità senza pari, che non guarda certamente agli interessi del paese, ma soddisfa ambizioni personali e magari vendette personali.

Tutto ciò, però, è il passato, con il suo pesante fardello e con le responsabilità che ognuno può decifrare. Quel che oggi ci interessa è come poter rimediare, o perlomeno attenuare, questo sfascio. Di certo bisogna ripartire. E le nostre parole chiave non possono che essere: DIGNITÀ E CREDIBILITÀ.

Per tenere fede a questa premessa non conosciamo che un percorso lineare, onesto, franco, leale, irreprensibile: quello di ripartire dagli errori commessi e attingere a nuova linfa rigeneratrice. E cerchiamo di essere ancora più chiari. Quanto è successo nell’ultimo mandato amministrativo non dovrà mai più ripetersi e per questo chi ha procurato e contribuito al male del proprio paese non dovrebbe, almeno al momento, aver albergo nel futuro governo della città e, dunque, giammai ci sogneremmo di essere al tavolo di costruzione del futuro della nostra città con tali protagonisti.

Non lo comprenderebbero, e non ce lo perdonerebbero, i nostri concittadini poiché si costruisce anche (o, se si vuole, si ricostruisce) sugli errori commessi, non ripetendoli: ne va, appunto, della nostra credibilità.

Sappiamo del gravoso impegno che attende le future amministrazioni, con il carico del deficit finanziario accumulato, le cui responsabilità sono diffuse, ma hanno un’origine ben nota e non certo recente; del vuoto che si sta venendo ulteriormente ad accumulare sul piano degli investimenti e progettazioni, con la iattura del lungo commissariamento, da noi tenacemente avversato e provato in ogni modo a scongiurare; del grave periodo attraversato dalla nostra Nazione, col suo carico di crisi economica, disoccupazione, smarrimento socio-politico, che si riflette anche sul nostro territorio producendo ulteriori sacche di povertà e disagio sociale; conosciamo il problema di fondo del nostro apparato burocratico comunale, con sacche di inefficienza organizzativa e produttiva, che esigono decisioni forti ed incisive e perciò riteniamo che i prossimi amministratori non vadano ricercati fra gli incettatori di voti di natura clientelare, quanto piuttosto tra quella fascia di cittadini che hanno già dimostrato di voler bene al paese, con iniziative imprenditoriali, sociali, culturali, artistiche, collettive, di tutela del territorio e della salute e che abbiano, necessariamente, una preparazione amministrativa di base per poter svolgere da subito un incarico esecutivo.

Per far questo bisogna aprirsi alla città. C’è un esperimento che  noi socialisti abbiamo già promosso a livello nazionale e che non disdegneremmo riproporre in ambito locale: LE PRIMARIE DELLE IDEE. Abbiamo opinioni e prospettive sul futuro della nostra città, con idee programmatiche da porre a confronto pubblico con la cittadinanza, ma RESTIAMO APERTI AL CONTRIBUTO DI CHIUNQUE POSSA AVERE PROGETTUALITÀ  E MODELLI DIVERSI DAI NOSTRI, SPUNTI ED INTUIZIONI MIGLIORI DELLE NOSTRE, PERCHÉ IL NOSTRO FINE SARÀ SEMPRE E COMUNQUE IL BENE COMUNE. Questa è la strada che da oggi cominciamo a percorrere.

Mola, 6 dicembre 2017

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