di Andrea G Laterza

Il cap. Simone Quaranta spiega le ragioni della nascita dell’Associazione tra imprenditori molesi “TerrAmare”

A LEZIONE DAI SINDACI DI SUCCESSO

Giovedì 7 dicembre presso Tenuta Pinto, nel Poggio delle Antiche Ville, è stata tenuta a battesimo l’Associazione tra imprenditori molesi “TerrAmare”.

“TerrAmare” si definisce un’associazione apolitica, apartitica e senza scopo di lucro, nata dalla necessità di una collaborazione tra imprese attive nel panorama molese e impegnate a creare una rete capace di: promuovere l’economia, favorire l’attività di impresa, coadiuvare gli imprenditori nella gestione dei problemi sociali, economici e culturali che riguardano le imprese.

A presentare la nuova associazione, i suoi obiettivi e la sua filosofia sono stati Domenico Pinto e il cap. Simone Quaranta, promotori dell’iniziativa che raggruppa gran parte degli operatori molesi nel settore turistico-ricettivo, ma non solo: anche molte imprese legate tradizionalmente o in maniera innovativa alla terra e al mare e ad altri comparti economici.

L’intervento dell’imprenditore Domenico Pinto

L’evento di presentazione della nuova associazione è stato supportato da un convegno sulle prospettive di sviluppo turistico del nostro territorio nell’ottica del “comprensorio del mare, trulli e grotte” che abbraccia gran parte del sud-est barese: Polignano, Monopoli, passando per Castellana, Alberobello e la Valle d’Itria e che ha in Mola una porta naturale d’accesso.

Un convegno che ha impartito peraltro una dura lezione all’ormai storica incapacità dei molesi di fare squadra nel settore economico e sociale e di produrre risultati tangibili e duraturi.

Il tavolo dei relatori. Da sinistra: Aldo Patruno, dirigente della Regione Puglia; Giuseppe Lovascio, ex sindaco di Conversano; Domenico Vitto, sindaco di Polignano; la moderatrice Lucia Del Vecchio, giornalista; Emilio Romani, sindaco di Monopoli; Alfredo Maiullari, direttore di “Mediterraneo”. In piedi, Domenico Pinto.

Sono ben lontani infatti i tempi rievocati dal cap. Simone Quaranta, presidente del nuovo sodalizio: gli anni dalla metà del ‘700 alla metà dell’800 quando il porto di Mola veniva riportato nelle carte nautiche dell’Ammiragliato della Marina britannica, a riprova della sua importanza nel sistema dei traffici mercantili nell’Adriatico.

Una dura lezione che, nella loro esposizione, si sono incaricati di darci (naturalmente in maniera indiretta, soft e bonaria, non certo voluta) i Sindaci dei Comuni di Monopoli (Emilio Romani), di Polignano (Domenico Vitto), e l’ex Sindaco di Conversano (Giuseppe Lovascio), coadiuvati dalla presenza di Alfredo Maiullari, direttore responsabile del periodico “Mediterraneo” (specializzato in arte, turismo ed eventi) e dalla moderazione della giornalista Lucia Del Vecchio.

Non si sono visti tra i relatori i pur invitati Michele Emiliano (presidente della Regione Puglia) e Antonio Decaro (sindaco della città metropolitana). In rappresentanza di Emiliano ha partecipato il dott. Aldo Patruno, Responsabile regionale del settore Cultura e Turismo.

Le Autorità presenti

Emblematica peraltro l’assenza del Commissario prefettizio di Mola dott.ssa Paola Maria Bianca Schettini che ha declinato la partecipazione: è ben vero che poco avrebbe potuto dire, anche per la temporaneità del suo incarico, tuttavia la sua presenza istituzionale e di cortesia, a cospetto dell’intervento dei Sindaci del circondario, appariva doverosa.

Molto incisiva è stata la dettagliata relazione di Alfredo Maiullari. L’esperto in tematiche del turismo territoriale ha commentato la presentazione di numerosi grafici dai quali è risaltato l’encefalogramma piatto del numero e delle presenze turistiche nel nostro Comune.

Il pubblico presente

In sostanza, Mola è l’ultimo tra i comuni rivieraschi della provincia (ora Città metropolitana) per presenze turistiche e quasi in fondo alla classifica dei 41 comuni della Città metropolitana, precedendo solo alcune cittadine di scarso rilievo turistico, come Santeramo in colle e altre minori.

Il confronto è ancor più impietoso se paragonato al gigantesco balzo compiuto da Polignano e da Monopoli che ormai svettano nelle classifiche regionali, contendendo il primato ad alcune rinomate località del Gargano (come Vieste) e del Salento.

Eppure Mola, come è stato sottolineato da Maiullari e dagli altri intervenuti, ha le carte in regola per essere un comune di forte attrazione per il turismo, non quello del deleterio “mordi e fuggi”, bensì quello pagante dei soggiorni di media-lunga durata, dove anche Polignano e Monopoli devono investire di più per avvicinarsi al primato di Vieste che, a livello regionale, vanta una media di ben 6 giorni di presenza per turista.

Cosa non funziona a Mola? Innanzitutto, va detto che Mola avrebbe dovuto già essere nelle posizioni di testa del sud-est barese e non la solita cenerentola da fondo classifica, come peraltro è da decenni evidente in ogni indicatore socio-economico.

Una delle colpe e responsabilità maggiori risiede nel non aver sfruttato a dovere e nel modo corretto la straordinaria opportunità che Mola non ha saputo cogliere: il programma comunitario Urban II.

Circa 23 milioni di euro, una cifra formidabile per un comune medio-piccolo come il nostro, furono riversati dalla Comunità europea, dallo stato, dalla regione e dal comune per ottenere, alla fine, davvero miseri risultati che non hanno innescato alcuna vera e concreta prospettiva di sviluppo.

Il fronte mare è rimasto avulso dal contesto e non ha indotto alcun flusso turistico significativo, nè innescato alcuno sviluppo occupazionale. I finanziamenti a pioggia per attività imprenditoriali, per lo più incoerenti con una prospettiva di sviluppo turistico, hanno solo distribuito mance elettorali prive di alcun ritorno economico significativo.

Il dossier Urban pubblicato nel 2009 da Città Nostra (che torneremo a rendere pubblico ai nostri lettori) ha dimostrato quell’incredibile sciupio di denaro pubblico. E ancora oggi, a distanza di oltre 16 anni dall’avvio di Urban e a oltre 7 dalla sua conclusione,  i risultati negativi si riverberano sulla nostra comunità.

L’intervento di Domenico Pinto

I Sindaci di Monopoli e di Polignano, invece, hanno spiegato con estrema chiarezza quale meccanismo virtuoso è stato innescato nei loro comuni. Nessun grande incentivo comunitario, statale o regionale, ma soltanto (e non è poco, anzi) l’aver assecondato e governato sotto il profilo politico la spinta propulsiva che arrivava dagli imprenditori privati.

Lo spirito imprenditoriale è stato così guidato attraverso scelte politiche lungimiranti, con l’utilizzo di programmi regionali come il SAC (Sistemi Ambientali e Culturali) e i GAL (Gruppi di Azione Locali), dove la massimizzazione dei risultati per Polignano, Monopoli e Conversano è stata molto ampia, ma ben scarsa per Mola. E altresì costruendo un sistema burocratico comunale efficace ed efficiente a supporto degli imprenditori e della velocizzazione degli interventi, come Romani, Sindaco di Monopoli, ha evidenziato.

E Monopoli non è solo turismo balneare ma conosce allo stesso tempo un cambiamento notevole dell’immagine del suo centro storico, ora ben fruibile sotto il profilo turistico mentre fino a pochi anni fa appariva buio e poco sicuro.

Particolarmente fortunata per Polignano (come ha sottolineato il Sindaco Vitto) è stata l’adesione ad Apulia Film Commission, che ha portato numerosi produttori e registi a girare film e fiction sul territorio comunale, oltre alla presenza del festival letterario “Il libro possibile” (ormai, in Italia, secondo solo allo storico “Premio Strega”), la gara internazionale di tuffi della Red Bull, il festival dedicato a Domenico Modugno, il museo d’arte contemporanea “Pino Pascali” e il moderno e attrezzato porto turistico.

Un altro momento della presentazione del cap. Simone Quaranta

Anche l’ex Sindaco di Conversano ha portato in luce la felice scelta dell’aver messo in rete i numerosi contenitori storico-artistici, nella logica del museo diffuso, caratterizzandoli con grandi eventi cultuali, come le mostre dedicate a De Chirico e Man Ray hanno dimostrato.

Tutti i sindaci hanno sottolineato la necessità di un cambio di mentalità non solo tra gli amministratori e gli imprenditori, ma tra gli stessi cittadini.

Serve la consapevolezza, ha richiamato Romani, per favorire un rapporto fecondo tra gli imprenditori che scommettono sul territorio e le istituzioni che devono mettere a disposizioni infrastrutture e servizi a vantaggio del decollo turistico di un comprensorio, quello del sud-est barese, dalle grandi potenzialità.

In particolare, è stato evidenziato come il comprensorio del mare, trulli e grotte sia ricco, forse più di ogni altro comparto turistico pugliese, di un felice e ampio connubio tra natura, arte e storia che porta con sè potenzialità ancora inespresse e notevoli.

Molto ben calibrato e lungimirante è poi risultato l’intervento conclusivo del dott. Aldo Patruno, dirigente del settore regionale dedicato al turismo e alla cultura.

Patruno ha richiamato il PIIIL Puglia, ovvero il Piano strategico della cultura della Regione Puglia. Dove PIIIL sta per: Prodotto – Innovazione – Identità – Impresa – Lavoro. Una scommessa sul territorio regionale che, solo attraverso la valorizzazione innovativa e identitaria delle grandi risorse e potenzialità culturali della nostra Terra, potrà apportare un significativo aumento del prodotto interno lordo e, ancor di più, del BES (Benessere Equo e Sostenibile), in chiave di occupazione qualificata e duratura.

In questa chiave, ha sottolineato Patruno, lo sviluppo turistico gioca un ruolo fondamentale e la Regione Puglia si propone quale sfida per il futuro la sua forte internazionalizzazione (ora la Puglia vede il 25% di presenze di turisti stranieri sul totale, mentre la Campania è al 55%) e destagionalizzazione. In Puglia, ha detto Patruno, esistono due formidabili siti UNESCO: Castel del Monte e Alberobello, un’opportunità non ancora utilizzata al meglio.

Le ambizioni e la chiarezza di intenti del dott. Patruno fanno ben sperare per il futuro e la stessa determinazione perseguita, con ottimi risultati, da Polignano, Monopoli e Conversano contribuiscono a spronare la nostra comunità a crederci.

Non basta però coltivare la speranza, bisogna perseguirla attivamente. In tal senso, occorre “copiare” e adattare gli esempi di eccellenza che sono stati presentati nel corso del convegno: l’associazione “TerrAmare” senz’altro ha l’obiettivo statutario di perseguire ogni opportunità di sviluppo, ma può dirsi altrettanto per la politica e per la burocrazia comunale?

Al momento, i segnali che provengono dal mondo della politica molese sono poco incoraggianti: la mentalità è per lo più vecchia e fuori contesto, inadeguata alle sfide della contemporaneità. E peraltro la “macchina comunale” appare molto incrostata ed inefficiente.

Vedremo se nei prossimi mesi la politica locale saprà gettare il cuore oltre l’ostacolo. Il mondo va veloce e noi siamo fermi. Drammaticamente fermi.

 

 

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