di Nicola Rotondi

I relatori (da sinistra): Antonella Scarimbolo, Giuliano Parente, Antonio Tricase, Caterina Pesce

Il nome scelto è di per sé una citazione (quella di Lucio Dalla), una proiezione.

Se ipotetica, benché ambiziosa, è l’aspirazione di un nuovo centrosinistra dopo il big bang dell’esperienza Di Rutigliano, futura (col “tu” ben in evidenza) è la visione di un nuovo volto da dare alla città, una volta rimosso il grigiore del commissariamento.

Futura, con sguardo immediato, è la campagna elettorale: la presentazione al pubblico della neonata associazione politico-culturale ha suscitato un minimo di interesse, a giudicare dalla nutrita presenza di attivisti politici di nuovo e lungo corso, ex sindaci e consiglieri che hanno assistito.

Attesi dagli organizzatori quanto inaspettata è stata la nota congiunta con la quale Pd, Moderati per Mola e L’Altra Mola hanno ufficializzato la loro alleanza. Chi attendeva il colpo dello starter per considerare iniziata la lunga corsa al municipio, può ritenersi accontentato.

Proponendosi come contenitore e luogo di confronto (“Non siamo una lista”) a singoli cittadini di buona volontà, l’area di riferimento rimane il centrosinistra.

Nei discorsi introduttivi tenuti dai vicepresidenti Caterina Pesce e Giuliano Parente e dal presidente Antonio Tricase non si fa alcun cenno a quello strappo da cui trae origine “Futura”: il (non) congresso del Pd cui gli autoconvocati – nucleo fondativo dell’associazione – decisero di non partecipare in contrasto con gli organismi regionali del partito.

Nonostante la precisa domanda dello scrivente, i relatori preferiscono non evocare il recente passato. Per adesso, conta “ritrovare nuovi sensibilità e interesse verso la politica, recuperare in primis l’arte della buona politica e raggiungere l’obiettivo per il quale tutti dobbiamo lavorare: una nuova classe dirigente”.

Il programma, rispetto al quale Tricase anticipa alcune tematiche generali (turismo, Pug, piano delle coste, zone rurali) non è ancora pronto.

Ci sono le idee e i principi ispirativi: indisponibilità inderogabile a formare raggruppamenti aventi finalità elettorali; positività ed entusiasmo, nonostante le criticità della città, mestamente divenute – afferma Parente – luoghi comuni; massima condivisione.

Propositi che riscontrano a caldo le prime reazioni – di vario segno – di alcune delle sigle politiche invitate Gabbiano al battesimo di “Futura” nella sala convegni del Gabbiano: tranchant Vincenzo Chiarelli di Condividiamola (“Mi sembrate un Pd in miniatura”), più benevoli Mario Gaudiuso del Partito Socialista e Giovanni Gallo di Alleanza per Mola (“Ha ancora senso parlare di destra e sinistra?”).

L’intervento di Nicola Tanzi (Moderati per Mola), in risposta a Gaudiuso che aveva rivolto una critica alle vicissitudini dell’ultima amministrazione comunale (“beghe di pianerottolo e personalismi”), riporta a galla gli attriti della Bene Comune che fu e tronca sul nascere ogni possibile collaborazione politica, per giunta ipotecata con la triplice intesa tra le forze politiche che diedero il colpo di grazia al breve mandato di Giangrazio Di Rutigliano.

Tiepida accoglienza, in definitiva, ma tanti nodi ancora da sciogliere: una “Futura” ancora da scrivere e uno spazio politico da costruire.

 

 

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