di Andrea G. Laterza

L’avv. Marco Sciddurlo (a sinistra) e il prof. Michele Daniele

Sabato 27, presso il Culture club cafè di Via Van Westerhout, si è tenuta la preannunciata conferenza “Mola, vicino Bruxelles”.

Hanno trattato il tema l’avv. Marco Sciddurlo e il prof. Michele Daniele, docente di Macroeconomia di fronte ad un folto uditorio.

Marco Sciddurlo si è diffuso, con l’ausilio di grafici, sulla situazione demografica ed economica di Mola. Dati già pubblicati nel tempo da “Città Nostra”, mensile di cui l’avv. Sciddurlo è redattore.

Un quadro davvero preoccupante, quello ribadito da Sciddurlo. Popolazione in calo negli ultimi 10 anni di ben 928 unità, diminuzione dei bambini e ragazzi in età scolare (da 0 a 14 anni), forte incremento degli ultra 65enni, morti che sopravanzano i nuovi nati, emigrazione verso altri comuni italiani e verso l’estero.

Peraltro, la demografia condiziona pesantemente l’economia già stagnante da diversi decenni: gli impieghi bancari (cioè i prestiti concessi dalle banche ai privati per investimenti) sono ai livelli più bassi della provincia e sicuramente del comprensorio dei comuni limitrofi. Anche i risparmi sono più bassi rispetto al circondario. E pure i redditi pro-capite si situano nella parte inferiore della classifica provinciale.

Una parte del pubblico presente

Peraltro, come abbiamo evidenziato nel numero in edicola di “Città Nostra”, Mola non ha colto la grande ondata turistica di cui ha beneficiato la Puglia e, nello specifico, i comuni del sud-est barese, con Monopoli e Polignano in pieno boom.

Le presenze turistiche sono marginali: tutti i comuni rivieraschi della provincia hanno fatto meglio di Mola e, addirittura, nella graduatoria la nostra cittadina precede soltanto pochi paesi dell’entroterra barese.

Eppure Mola aveva un grosso capitale da far fruttare: il Piano Urban II che ha paracadutato sul nostro comune oltre 22 milioni di euro: denaro utilizzato malamente, che non ha prodotto alcun nuovo posto di lavoro e lasciato al lumicino le presenze turistiche che il programma comunitario si prometteva di innalzare in via prioritaria.

Il prof. Michele Daniele, molese, laurea al Politecnico di Torino con una carriera nelle aziende del Nord, si è invece diffuso sui dati di bilancio pluriennale del nostro Comune, raffrontandoli con quelli dei comuni confinanti.

La situazione finanziaria del Comune di Mola non è particolarmente brillante, ma neppure disperata. Una gestione oculata della finanza locale può consentire di ottenere discreti risultati in prospettiva, sebbene Mola si caratterizzi per una “macchina comunale” scarsamente efficace ed efficiente anche per la forte riduzione dei dipendenti.

Daniele ha però evidenziato che l’asfittica situazione finanziaria è ormai molto simile in quasi tutti i comuni del Sud. A causa dei forti vincoli introdotti dai trattati europei, lo Stato ha ridotto fortemente i trasferimenti agli enti locali consentendo un elevato innalzamento della pressione tributaria dei comuni, sebbene il livello dei servizi sia largamente insufficiente e insoddisfacente.

A tal proposito, il relatore si è soffermato sulla perdita di sovranità monetaria degli stati nazionali aderenti all’area euro, sottolineando l’impossibilità di stampare moneta in maniera autonoma come si faceva in passato, dando vita alle svalutazioni competitive che rilanciavano l’economia, in particolare le esportazioni, innalzando così i livelli occupazionali.

Si tratta di un problema di primaria importanza poichè, con l’introduzione dell’euro, la Banca d’Italia non svolge più alcun ruolo autonomo, demandando alla BCE ogni politica monetaria. L’azione della BCE è così improntata al rigido controllo dei parametri di finanza pubblica, in particolare con il “fiscal compact”, al fine di pagare i forti interessi sul debito pubblico agli investitori stranieri, ma impedendo di fatto all’Italia di destinare risorse alla crescita dell’occupazione, sebbene l’avanzo primario sia già da alcuni decenni in attivo.

Il tema è molto ampio e complesso e altre conferenze, nelle intenzioni degli organizzatori, potranno fare maggior luce sia sugli aspetti di politica economica generale che sulla finanza e l’economia locale.

In particolare, sarebbe bene evidenziare come e perchè l’importante strumento Urban II non ha giovato alla crescita di Mola: anzi, alla fine dei conti, esso ha finito con il depauperare la sua economia, generando fortissime aspettative alle quali non sono seguiti fatti concreti, come i dati occupazionali e reddittuali del nostro paese dimostrano chiaramente.

 

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