di Andrea G. Laterza

L’insabbiamento nel porto di Mola avanza inesorabile: ecco una foto di fine dicembre scorso

Si prevedono tempi lunghi per l’esecuzione del dragaggio dell’area portuale.

E’ quanto si apprende dall’Ufficio Tecnico Comunale.

Infatti, dopo l’incarico per la caratterizzazione dei fondali assegnato alla ditta STES di Mola, si attende per la sua concreta realizzazione il nulla osta per la verifica bellica, senza il quale non è possibile procedere alla caratterizzazione.

In poche parole, prima di raccogliere i campioni dei sedimenti del fondale (e, quindi, stabilirne con specifiche analisi chimico-fisiche il grado di inquinamento, al fine di un corretto smaltimento e di una stima dei costi), occorrerà verificare che l’area interessata dalla caratterizzazione sia sgombra da eventuali residuati bellici.

Il peschereccio “Nuova Chiara” al momento dell’incaglio, nell’aprile 2017, all’imboccatura del porto, a causa del crescente insabbiamento

In ogni caso, soltanto dopo la caratterizzazione si potrà definire un quadro economico idoneo a presentare un progetto di fattibilità agli uffici regionali, al fine di ottenere quota parte dei 48 milioni di euro stanziati dalla Regione per il dragaggio dei porti pugliesi.

L’erogazione avverrà con il criterio “a sportello”: in sostanza, i fondi vengono assegnati a ciascun Comune in base alla data di presentazione del progetto corredato dalla stima dei costi.

Pertanto, i Comuni che ritarderanno rispetto ai più solerti rischiano di non trovare più la disponibilità di fondi che, come si è detto, vanno ad esaurimento.

Peraltro, un’ulteriore complicazione è data dall’individuazione delle stazioni appaltanti in capo ai singoli Comuni e non già alla Regione Puglia.

Quindi, tante gare parcellizzate che, in celerità, favoriranno i Comuni meglio attrezzati dal punto di vista tecnico-amministrativo, per una gara che si presenta di grande complessità nella formulazione del bando e del capitolato d’appalto.

Si stima che tutto l’iter che porterà alla formulazione del bando gara non sarà pronto prima di 1 anno.

Intanto, l’insabbiamento procede silenzioso ma inesorabile e di certo non aspetta i tempi biblici della pubblica amministrazione.

I pescherecci molesi rischiano ulteriori incagli e, con l’aggravarsi della situazione, il rischio di una chiusura del porto potrebbe, purtroppo, essere molto concreto al fine di preservare, innanzitutto, la sicurezza degli equipaggi.

Il “Vitantonio padre” in cantiere per riparare i danni dall’incaglio subito nel maggio 2016.

 

 

Condividi su: