di Andrea G. Laterza

Una delle ville a mare confiscate a ridosso della battigia

Con un comunicato stampa, la Regione Puglia informa che:

La Giunta Regionale ha provveduto – ai sensi della vigente legge regionale n. 17 del 2015 – a commissariare i comuni costieri che non hanno ancora approvato il Piano comunale delle coste.

La Giunta ha seguito un criterio oggettivo, provvedendo ad individuare 23 comuni sotto i 10mila abitanti e con meno di 20 km di costa. Rodi Garganico era stato già commissariato a giugno 2017.

Successivamente – entro i prossimi due mesi – si provvederà al commissariamento di ulteriori Comuni inadempienti.” (segue l’elenco dei 23 Comuni commissariati).

Ricordiamo che il Comune di Mola non ha approvato il Piano comunale delle coste, anzi, non vi è al momento alcun concreto approntamento di un progetto in materia. E, pertanto, la Regione Puglia ne dichiarerà il commissariamento ad hoc con un successivo provvedimento che riguarderà i Comuni al di sopra dei 10.000 abitanti.

Si tratta di un grave inadempimento del quale sono responsabili le amministrazioni comunali succedutesi dal 10 aprile 2015 (data di approvazione della legge regionale) ad oggi.

Peraltro, la stessa legge impone ai Comuni costieri dotati di porto di approvare il Piano regolatore portuale. Anche in questo caso, il Comune di Mola risulta inadempiente. Un progetto di piano è stato approntato fin dal 2013, ma giace da anni nei cassetti dell’Ufficio tecnico comunale.

In sostanza, un comune a forte vocazione marinara non è ancora dotato nè del Piano comunale delle coste nè del Piano regolatore portuale.

Gli effetti sono ampiamente visibili:

  1. Il porto peschereccio giace in uno stato di avanzato degrado (insabbiamento crescente, disfacimento della muraglia, assenza di illuminazione nel secondo tratto del molo di tramontana, assenza di idonei punti idrici di prelievo, assenza del punto di rifornimento carburante, grave sporcizia delle acque interne, accumulo di posidonia, ecc.). L’approdo di Portecchia è in analoghe condizioni di spiaggiamento della posidonia e di avanzato stato di degrado dei due bracci di protezione.
  2. Le coste comunali conoscono una grave situazione di abusivismi grandi e piccoli e di degrado ambientale: a) presenza di due lottizzazioni, con un numero notevole di manufatti diroccati per un’ampia volumetria, sequestrate e poi confiscate perchè stabilite come illegali e abusive dalla sentenza della Cassazione dell’aprile 2013; b) presenza di numerosi sbarramenti illegali degli accessi al mare in diversi punti; c) presenza dell’ex mattatoio comunale diroccato e invaso da rifiuti in località Ponticello; d) assenza di una pulizia costante degli spiaggiamenti di posidonia, di materiali plastici e di varia natura; e) assenza di punti di balneazione pubblici attrezzati e in sicurezza; f) perdurare degli sversamenti di liquami fognari nel tratto di mare Portecchia-Canalone di Sant’Antonio-Rotonda-Castello; g) grave degrado igienico-sanitario con l’abbandono di rifiuti di ogni genere nella località “Acqua di Cristo”.

Grave situazione di degrado all'”Acqua di Cristo”: rifiuti ovunque in riva al mare e sulla costa

Un territorio che è di lunga tradizione peschereccia e che si vuole ad alta vocazione turistico-balneare, non può continuare ad essere privo di strumenti normativi di regolazione dell’utilizzo delle coste e di fruizione degli approdi portuali.

Le forze politiche e i candidati sindaco che scenderanno in lizza tra pochi mesi, si pronuncino su questi temi e prendano impegni precisi, ma concreti, peraltro spiegando il perchè (nel caso di partiti e coalizioni e candidati sindaco che hanno avuto responsabilità di governo) dei ritardi e degli inadempimenti.

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