di Andrea G. Laterza

La palazzina dei 24 alloggi di Via De Nicola – Viale Europa Unita (Google)

A distanza di un anno dal precedente articolo “24 alloggi di Via De Nicola: una questione scabrosa”, torniamo sul problema a causa di una nuova sentenza emessa dal TAR Puglia il 14 marzo 2018.

Con tale pronuncia, la magistratura amministrativa ha dato ancora una volta ragione alla sig.ra Claudia De Biasi, prescrivendo al Comune di Mola di effettuare ogni atto per consentirle la stipula del contratto di locazione al quale la ricorrente ha diritto, assegnando e liberando l’appartamento qualora fosse abusivamente occupato.

Riepiloghiamo l’intricata vicenda.

Detta in poche parole, tutto risale ai tempi della Giunta Berlen, quando il programma edilizio sperimentale denominato  “20.000 abitazioni in affitto”, trovò attuazione anche a Mola, a seguito della stipula di una convenzione tra il nostro Comune e la ditta SO.GRA.CO. s.r.l. di Gravina, in virtù della quale la SO.GRA.CO. si impegnò alla realizzazione di n. 24 alloggi da concedere in locazione, a canone convenzionato, nel quartiere Cozzetto, all’angolo tra Via De Nicola e Viale Europa Unita.

Nico Berlen, Sindaco dal 2005 al 2010

Per legge, gli alloggi dovevano essere locati a categorie sociali deboli e nuclei familiari soggetti a provvedimenti esecutivi di sfratto secondo una graduatoria che il Comune aveva l’onere di approntare.

Tuttavia, non è un mistero che a prendere possesso dei 24 alloggi furono persone e famiglie, per gran parte, non proprio bisognose, forse per nulla. Anni orsono, la faccenda fece molto rumore e parecchio scandalo in paese.

Una cittadina, la sig.ra Claudia De Biasi, sentendosi lesa nei suoi diritti presentò ricorso in sede giudiziaria e, dopo un lungo iter, si arrivò finalmente alla sentenza del TAR che, alla fine, le ha dato ragione nel 2013.

A seguito di tale pronuncia giudiziaria, per la formulazione della graduatoria degli aventi diritto ai 24 alloggi, fu nominata commissaria ad acta, presso il nostro Comune, la dott.ssa Raffaella Vacca.

Dopo ulteriori passaggi burocratici, tra Comune e Regione, con la determina n. 45 del 18 aprile 2017, il Capo settore Urbanistica, ing. Vito Berardi,  pubblicò la graduatoria definitiva degli aventi diritto, depurata cioè da coloro che non avevano più interesse alla stipula di un contratto di locazione.

Si trattò di un elenco di 13 nomi (comprensivo della sig.ra Claudia De Biasi), al quale sarebbe seguito un ulteriore elenco aggiuntivo di altri 8 nomi.

Poiché l’elenco degli aventi diritto si esaurisce con complessivi 21 nominativi, gli altri 3 titolati alla stipula del contratto di locazione sono nella libera disponibilità del soggetto attuatore, purché possiedano i requisiti soggettivi (residenza nel Comune di Mola, non essere proprietari di immobili, limite di reddito previsto per legge).

Stefano Diperna, Sindaco dal 2010 al 2015

Tuttavia, dei 21 nominativi aventi diritto soltanto due tra di essi abitano già nella palazzina dei 24 alloggi e, quindi, hanno pieno titolo a rimanervi.

Gli altri 19 residenti sono, per così dire, “abusivi” e, quindi, dovranno lasciare gli appartamenti. In ogni caso, difficilmente lo faranno in maniera bonaria e, quindi, si pose il problema: chi avrebbe dovuto “sfrattarli”?

Il Comune, sebbene diffidato dal legale della sig.ra De Biasi a rendere disponibile l’alloggio per la sua assistita, successivamente all’aprile 2017 chiese alla Regione, Sezione politiche abitative, di chiarire in capo a chi fosse l’obbligo di  procedere alla liberazione degli alloggi per la destinazione agli aventi reale titolo.

Non ottenendo soddisfazione nella richiesta, la sig.ra De Biasi, tramite il suo legale avv. Nicolò De Marco, presentò ricorso al TAR e, in quella sede, il Comune di Mola si oppose chiedendo il rigetto del ricorso, eccependo l’inesistenza di un obbligo facente capo al Comune di intimare la liberazione degli alloggi.

Ora è arrivato il pronunciamento del TAR che sgombra il campo dagli equivoci e intima al Comune di individuare l’alloggio destinato alla sig.ra De Biasi, liberandolo dall’occupazione abusiva dell’attuale detentore.

Va da sè che il principio giuridico è valido anche per gli altri aventi titolo all’alloggio, alla pari della De Biasi.

Il Comune di Mola potrebbe fare ancora resistenza appellandosi al Consiglio di stato. Tuttavia, l’auspicio è che l’Ente si assuma le proprie responsabilità e che il Commissario prefettizio dott.ssa Schettini renda giustizia alla sig.ra De Biasi, e agli altri nominativi individuati dalla graduatoria, senza ulteriori operazioni dilatorie, in verità poste in essere dal Comune fin dall’inizio della scabrosa vicenda.

Peraltro, la faccenda è complicata dall’attuale stato di cose.

Giangrazio Di Rutigliano, Sindaco dal giugno 2015 al marzo 2017

Se tutto fosse filato come la legge stabilisce, il soggetto attuatore, cioè la società SOGRACO di Gravina, avrebbe dovuto affittare i 24 alloggi, a canone agevolato, alle persone presenti nella graduatoria degli aventi diritto elaborata dal Comune.

In realtà, la SOGRACO, utilizzando una facoltà concessa dalla Regione Puglia, ha venduto in blocco i 24 alloggi a due cooperative edilizie: l’Aurora e l’Isola Azzurra.

Queste due cooperative, in ogni caso, erano tenute a stipulare i contratti di locazione con le persone aventi titolo individuate dal Comune.

Nella realtà, come ben si sa, questo non è avvenuto. Ma c’è di più: una nostra fonte attendibile riporta che gran parte dei 24 alloggi sarebbero stati addirittura venduti dalle due cooperative agli occupanti.

Un’eventualità tuttavia assolutamente vietata dalla legge che disciplina questo tipo di interventi: infatti, la compravendita di tali alloggi è consentita (con diritto di prelazione degli aventi titolo) soltanto dopo il decorso di 15 anni dalla stipula del contratto di locazione a canone agevolato.

Da sin. L’Assessore Delre, il Sindaco Diperna e l’ing. Vito Berardi

E, quindi, si apre un problema notevole: non solo chi sta occupando i 24 alloggi senza averne titolo deve “sloggiare” per far posto agli aventi diritto (secondo la graduatoria comunale), ma i contratti di compravendita, nel frattempo stipulati, sono nulli.

Non è difficile ipotizzare che, a questo punto, si instaurerà un ulteriore contenzioso dai risvolti molto delicati e dagli esiti imprevedibili, con eventuali chiamate di correità.

In ogni caso, riformuliamo ancora una volta alcune inderogabili domande:

1) Chi ha permesso che si generasse questo scabroso e inquietante guazzabuglio?

2) Chi ha consentito che non aventi titolo si insediassero in appartamenti da concedere in locazione, invece, a categorie svantaggiate ben individuate dalla legge?

3) Perché non è stata formulata la graduatoria tempestivamente, in modo da impedire l’avvio del terribile pasticcio ancora in corso?

4) Chi ha permesso le compravendite (se davvero ci sono state), non consentite dalla legge?

Queste domande le abbiamo poste nell’aprile dello scorso anno ma non hanno mai ricevuto risposte.

Ci auguriamo che il nuovo corso inaugurato dal Capo settore Urbanistica ing. Vito Berardi di scrivere al nostro giornale per chiarimenti inerenti alla sua funzione (come è accaduto per la prima volta in 16 anni di attività di “Città Nostra”, in merito ad un nostro articolo sul progetto di Rigenerazione urbana di Cozze) trovi compimento anche in questo caso, dalla notevole importanza, per un’opportuna trasparenza degli Uffici comunali competenti in materia.

Peraltro, è altresì auspicabile che i Sindaci e gli Assessori al ramo, che si sono succeduti nel tempo, chiariscano le responsabilità politiche, rispondendo ai nostri quesiti.
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