di Andrea G. Laterza

Venerdi 11: operai in azione con un mezzo per spurgare l’ormai famigerato tombino sulla Rotonda: probabilmente è da lì che origina la tracimazione dei liquami nel fossato del Castello

Grossi dubbi e problemi si prospettano per l’impianto fognario del fronte mare, realizzato solo pochi anni fa e che già mostra pesanti criticità.

Lo sversamento, nei giorni scorsi, di liquami nel fossato del Castello, e da lì nelle cantine delle abitazioni adiacenti, è la prova che c’è del marcio sotto la pavimentazione del nuovo lungomare: e non è la prima volta che la fogna tracima fuori dal suo tracciato.

Già nel recente passato si è assistito al trabocco di alcuni pozzetti fognari con sversamento di liquami nel tratto finale del canalone di Sant’Antonio.

Ora è la volta del fossato.

Venerdì 11 scorso, in mattinata, sono stati notati all’opera alcuni operai dell’AQP sul fronte mare.

Ecco la testimonianza che abbiamo raccolto da un passante, nostro lettore, molto attento allo svolgimento delle operazioni:

“Hanno aperto il famigerato pozzetto ubicato sulla rotonda (la cui foto abbiamo già pubblicato, ndr). Era intasato. Hanno infilato una sonda che è fuoriuscita in un pozzetto prossimo al gazebo di un noto ristorante, al di là della strada.

Gli operai dell’AQP hanno quindi aspirato i liquami che intasavano il pozzetto, già interessato in precedenza dalle loro operazioni  (infatti, come abbiamo già evidenziato in precedenza, ogni qual volta l’elettrauto sig. Lorenzo Antonacci lamenta l’allagamento della sua cantina, i tecnici dell’Acquedotto intervengono su quel pozzetto, ndr).

La sonda calata nel tombino della Rotonda è fuoriuscita in questo punto, dall’altra parte della strada. E’ affidabile l’impianto fognario realizzato solo pochi anni fa?

Nel seguire le operazioni, mi sono reso conto che non esiste una condotta fognaria (con idonea tubazione e sifoni atti ad eliminare la diffusione di cattivi odori ), ma che i liquami scorrono in un cunicolo in muratura e che il pozzetto non è stato completato con idoneo intonaco stagno ( immagino sia così tutta la condotta).

Praticamente è stata utilizzata la stessa tecnica di costruzione (molto economica) che si adotta per gli scarichi a cielo aperto.

Inoltre (cosa a dir poco scandalosa ), i pozzetti fognari sono attraversati da cavidotti elettrici. Mi pare di aver individuato un cavo elettrico “volante” anche nel fossato del castello. Sono immaginabili le conseguenze qualora dovesse perdere il suo isolamento! Quanto mi piacerebbe fare l’assessore ai lavori pubblici, anche solo per un anno e senza alcuna retribuzione!”

Fin qui il racconto del nostro lettore.

Ora, molte domande sorgono spontanee:

  1. Con quali tecniche costruttive è stato realizzato il nuovo impianto fognario del fronte mare?
  2. Si tratta di tecniche previste nel capitolato d’appalto? Oppure si è andati in deroga? E se sì, in quale misura?
  3. La ditta (o le ditte) che ha (hanno) operato erano in possesso di tutte le certificazioni ad eseguire quel tipo di lavori?
  4. Ha ragione il nostro lettore nell’evidenziare che si tratta sostanzialmente di tecniche obsolete?
  5. Chi ha controllato l’esecuzione dei lavori? Esiste un rapporto?
  6. E’ stato eseguito un regolare collaudo, con effettuazione delle prove di carico di tutto il nuovo tratto fognario, compreso l’impianto di sollevamento che si trova nei pressi della statua di San Pio e che pompa i liquami al depuratore?
  7. I Sindaci e gli Assessori ai Lavori pubblici (due Giunte si sono avvicendate nell’avvio, esecuzione e termine dei lavori) hanno chiesto un puntuale resoconto agli organi tecnici del Comune sulle attività eseguite?
  8. Se sì, hanno riscontrato anomalie? Se no, perchè non hanno chiesto il rapporto?
  9. Perchè quando, dopo poco tempo dall’inaugurazione del nuovo fronte mare, c’è stata la fuoriuscita di liquami nel canalone di Sant’Antonio non si è colta l’occasione per ordinare una puntuale perizia dell’intero impianto fognario?
  10. L’Acquedotto Pugliese ha mai prodotto un rapporto in quelle occasioni?
  11. Chi pagherà per i danni già prodotti? (La bonifica di questi giorni ha già avuto dei costi a carico del Comune).
  12. Chi pagherà nel caso si dovesse porre mano ad una revisione dell’impianto con smantellamento delle pavimentazioni?

Come già evidenziato in un nostro precedente articolo, il Commissario prefettizio ha richiesto per martedì 15 maggio un sopralluogo dell’AQP per verificare le ragioni dello sversamento di liquami nel fossato del Castello.

Chiediamo alla dott.ssa Schettini se non sia più prudente e opportuno invece rivolgersi ad un organismo terzo di verifica tecnica che, quindi, non abbia il potenziale conflitto di interessi dell’AQP.

Infatti, tale ente gestisce l’impianto fognario e, quindi, potrebbe avere ogni interesse a minimizzare eventuali malfunzionamenti e/o eventuali errori progettuali e costruttivi.

In ogni caso, come hanno spiegato a “Città Nostra” alcuni tecnici da noi interpellati, si rende necessario adottare idonee tecniche di verifica tecnica, utilizzando apposite sonde con telecamere al fine di evidenziare eventuali rotture di collettori, distacchi di giunti, mal collegamenti, ecc..

Si farà tutto questo? Oppure si attenderà il prossimo sversamento di liquami con buona pace della vagheggiata spiaggia urbana?

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